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Comprare snack al supermercato : in Inghilterra, Svizzera e Nuova Zelanda casse senza snack

Decisione rivoluzionaria di alcuni supermercati di dotarsi di casse senza junk food così che finalmente si eviterà di comprare snack al supermercato quando si è in fila.

Quante volte vi siete trovati davanti ad un espositore carico di caramelle, cioccolatini e vari snack al supermercato, e durante le lunghe file alle casse siete stati mossi da un impulso irrefrenabile o semplicemente dalla noia dell’attesa, e avete allungato la mano per prendere qualcosa? Beh, quegli snack posizionati strategicamente nelle corsie di pagamento dei supermercati di tutto il Mondo stanno facendo molto discutere ultimamente e c’è chi si prepara ad una inversione di tendenza che punta dritta all’abolizione dei dolciumi take away collocati in prossimità delle casse.

Comprare snack al supermercato : in Inghilterra, Svizzera e Nuova Zelanda casse senza snack

I promotori di questa piccola rivoluzione sono l’Inghilterra, la Svizzera e la Nuova Zelanda: in questi paesi dove alcune catene di supermercati e discount hanno già cominciato ad attuare il cambiamento. Il motivo è presto detto: scoraggiare il consumo di prodotti dolciari o snack salati pieni di grassi e fornire un’alternativa a chi non vuole farsi ‘tentare’ mentre è in fila.

In Svizzera la proposta è già divenuta realtà in tutti i punti vendita della nota catena Lidl che ha introdotto la cosiddetta ‘cassa alternativa’, vale a dire una cassa priva di ‘schifezze’ poco salutari e ipercaloriche. Grazie ad una segnaletica appositamente predisposta in ogni negozio, i clienti saranno facilitati nell’individuazione della corsia di pagamento giusta dove, a completare l’offerta, ci saranno gomme da masticare senza zucchero, acqua minerale, frutta secca, altri prodotti non alimentari. Sull’iniziativa, tutt’altro che sperimentale ma operativa a titolo definitivo, campeggia uno slogan emblematico: ‘Nessuna caramella, Nessun capriccio’.

Lo sapevi? 

Il nodo cruciale attorno al quale ruota la vicenda è ovviamente la salute dei consumatori, soprattutto dei bambini, sicuramente più sensibili all’acquisto di impulso di snack e caramelle poco adatte alla loro dieta. Una consuetudine che contagia molto spesso anche gli adulti e dalla quale le aziende alimentari e le catene dei supermercati traggono guadagni considerevoli.

Iniziative analoghe sono già partite da quasi un anno anche nel Regno Unito dove, dal 1° gennaio 2014 e sempre nei negozi della catena Ldl, tutto il cibo ‘spazzatura’ posizionato in prossimità delle casse è stato sostituito da prodotti naturali, non zuccherati e poveri di grassi per supportare i clienti nella scelta di prodotti ‘sani’. A seguire il buon esempio è il gruppo Tesco che ha promesso di rimuovere entro la fine dell’anno tutte le tentazioni dalle casse dei propri affiliati.

La storica decisione nasce da un sondaggio condotto su un campione di clienti britannici ai quali era stato chiesto di esprimere un parere favorevole o contrario nei confronti dell’iniziativa. Il 65% dei clienti ha risposto di essere d’accordo, poiché la rimozione di cioccolata e confetteria varia li aiuterebbe a fare scelte alimentari più sane per se stessi e per i propri figli.

Stessi propositi anche nelle ultime strategie adottate in Nuova Zelanda, dove molti distributori stanno sondando l’effettività applicabilità del provvedimento tra i loro clienti. Uno studio di HorizonPoll condotto su 2.271 consumatori di una nota catena di supermercati ha evidenziato che il 34,1% degli intervistati ritiene che sarebbe opportuno rimuovere da tutte le corsie di pagamento i dolciumi. È passata direttamente ai fatti la catena Countdown: ha già introdotto una cassa alternativa in ogni punto vendita.

Quanto tempo occorrerà prima che il progetto venga preso in considerazione anche dalle nostre parti? E soprattutto, voi sareste d’accordo all’introduzione di casse junk food free?

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Ultimo aggiornamento il 29 Maggio 2024 da Rossella Vignoli

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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