Tutto sull’acetone, un disturbo metabolico tipico della prima e seconda infanzia
Scopriamo come riconoscerlo e come curarlo
In medicina si parla di acetone o chetosi per definire un disturbo metabolico legato alla carenza di zuccheri nel sangue che costringono l’organismo a bruciare grassi per produrre energia. Approfondiamo la conoscenza di questa disfunzione e scopriamo i rimedi naturali per curarla.
Sommario
Più che una malattia, l’acetone identifica una particolare condizione metabolica in cui l’organismo, per far fronte a carenze energetiche, inizia a bruciare grassi dopo aver esaurito le disponibilità di zuccheri. Essendo il risultato di una errata digestione dei lipidi, l’acetone si presenta con la creazione di sostanze (corpi chetonici) che conferiscono all’alito il caratteristico odore di frutta matura.
Normalmente, i grassi assorbiti vengono tradotti in anidride carbonica e acqua, ma in condizioni di febbre, stress, alimentazione errata o digiuno prolungato queste sostanze si accumulano nel sangue e si trasformano in chetoni. In tal caso, si parla di chetosi o acetonemia che identifica uno stato a lungo termine di carenza di carboidrati.
L’acetonemia è una condizione metabolica associata soprattutto alla prima e seconda infanzia che raramente si manifesta in soggetti di età maggiore ai 18 anni. Negli adulti, invece, l’acetone può essere un sintomo di malattie metaboliche più serie come il diabete per carenza di insulina.
Acetone: definizione chimica e impieghi
In chimica l’acetone è il chetone più semplice esistente e si presenta come un liquido incolore altamente infiammabile caratterizzato da un odore fruttato. Si può addizionare ad altre sostanze (acqua, etanolo o etere) e il suo principale impiego in laboratorio è come solvente.
In cosmetica, infatti, l’acetone è utilizzato per rimuovere lo smalto dalle unghie, mentre a livello industriale trova largo impiego nella produzione di polimeri.
Acetone: cause, sintomi e cure
Oltre ad una semplice valutazione esterna, l’acetone può essere facilmente diagnosticato attraverso un esame delle urine con speciali cartine.
Tuttavia, l’odore fruttato dell’alito può non essere l’unico sintomo dell’acetone. Spesso può essere associato a vomito, anche intenso, disidratazione e malessere generale.
In queste condizioni, il soggetto lamenta forti mal di testa, spossatezza e dolori addominali. Nei casi più gravi può verificarsi anche una momentanea perdita di coscienza.
I fattori scatenanti l’acetonemia possono essere molteplici. Principalmente si tratta di:
- Errori alimentari (troppi grassi)
- Immaturità del fegato
- Condizioni psicologiche ed emotive particolarmente intense o instabili
- Intensi sforzi fisici
- Digiuno prolungato (2-3 giorni)
- Stati febbrili virulenti
In tutti questi casi, l’organismo sopperisce alla carenza di energia attraverso il catabolismo dei grassi e ciò aumenta la produzione di corpi chetonici che possono accumularsi nel sangue fino a raggiungere livelli di tossicità (acidosi).
Una volta determinata la causa, la prima cosa da fare per combattere l’acetone è correggere l’alimentazione eliminando i grassi di origine animale e aumentando l’introduzione di liquidi e succhi per contrastare la disidratazione e reintegrare i sali minerali. Via libera anche ai carboidrati complessi, come pane e pasta.
I cibi consigliati sono:
- tè e tisane zuccherate
- succhi di frutta e spremute
- frutta
- pasta
- riso
- marmellata
- miele
- semolino
- verdure cotte o crude
Al bando, invece, cibi grassi come:
- Latte
- Yogurt intero
- Burro
- Cioccolato
- Gelati
- Biscotti, merendine e brioches
- Carni rosse
- Salumi e insaccati
- Maionese
- Formaggi
- Pizza
Acetone nei bambini
Abbiamo detto che l’acetone si presenta più frequentemente nella prima e seconda infanzia e che tende a sparire con la pubertà e l’età adulta. Il motivo è che i bambini hanno un equilibrio metabolico più delicato che può essere facilmente alterato in situazioni di stress emotivo, stati febbrili e da una scorretta alimentazione.
Esiste anche una predisposizione all’acetonemia che si palesa nei bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni e che rende alcuni soggetti più vulnerabili di altri.
Scopri: Sesta malattia: durata, sintomi e cure
Oltre ai fattori psicologici che abbiamo giù elencato, una dieta ricca di grassi, cioccolata e merendine può dar luogo ad episodi di acetonemia violenti, con crisi di vomito che debilitano fortemente l’organismo del bambino.
Per essere sicuri che si tratti di acetone, è sufficiente acquistare delle strisce reattive in farmacia. Bagnate con poche gocce di urina del bambino, queste reagiranno assumendo una colorazione diversa nel giro di qualche secondo.
In caso di acetonemia, sarà importante reidratare costantemente il bambino, poco per volta ma con regolarità. Acqua e zucchero, succhi di frutta e spremute sono ideali per ristabilire l’equilibrio elettrolitico e neutralizzare l’acetone.
Per prevenirne la ricomparsa sarà opportuno adottare un regime alimentare ricco di carboidrati complessi e povero di grassi.
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Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2022 da Rossella Vignoli
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