Piante e fiori

L’aconito è una pianta velenosa dai bellissimi fiori blu, usata in omeopatia per curare ipertensione e ansia grave

Conosciuto fin dall’antichità per la sua elevata velenosità, l’aconito è una pianta alpina che si contraddistingue per i suoi bei fiori blu a spiga. Con le dovute accortezze può essere anche coltivato in giardino per scopi ornamentali e in omeopatia può essere usato per la cura di ipertensione e ansia.

L’aconito è una pianta velenosa dai bellissimi fiori blu, usata in omeopatia per curare ipertensione e ansia grave

L’aconito è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranucolaceae. Diffusa nelle aree montane delle Alpi, è una della pianta più tossiche tra le specie botaniche presenti in Italia.

Fin dall’antichità è noto il suo elevato grado di tossicità che la rendeva uno strumento utile per avvelenare e uccidere i nemici.

La bellezza dei suoi fiori la rende una pianta adatta per la coltivazione all’interno di giardini. Per evitare possibili rischi, tuttavia, è bene conoscere i potenziali effetti velenosi della pianta. Inoltre, è meglio evitare che si trovi alla portata di animali domestici o di bambini.

Aspetto dell’aconito: come riconoscerlo

Questa pianta cresce spontaneamente nelle zone caratterizzate da climi  che vanno da fresco a temperato. Si trova facilmente sulle Alpi e nei boschi di montagna, in varie località d’Europa.

Nella sua varietà più comune, l’aconito napello (nome scientifico Aconitum napellus) raggiunge fino a 1 metro di altezza e si contraddistingue per i suoi particolari fiori blu (raramente bianchi) alti circa 1-2 centimetri con forma a grappolo allungato che si ricurva in una sorta di cappuccio.

aconito

Durante il periodo estivo si può notare lo sviluppo di spighe di fiori blu. Nelle altre specie le sfumature cromatiche dei petali possono variare dal lilla al blu.

Le foglie sono di forma arrotondata dal diametro di circa 5-7 centimetri, e la radice è di aspetto tuberoso.

Esistono altre varietà, sempre tossiche, come l’aconito vulparia, presente nei pascoli e nei boschi delle Alpi e degli Appennini. Questa pianta è caratterizzata da un’infiorescenza più diradata e villosa di colore giallo pallido, ma sempre con la stessa forma di elmo allungato.

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Aconito napello: caratteristiche distintive

Nonostante la delicatezza delle infiorescenze, tuttavia, si tratta di una pianta velenosa a causa dell’anicotina, una potente sostanza alcaloide in essa presente.

Per via del suo aspetto rischia di essere scambiata con altri tuberi commestibili e pertanto sono stati documentati in passato casi di avvelenamento.

Pensate che anticamente veniva adoperata per avvelenare le punte delle frecce e dei giavellotti in battaglia. Era usata anche come veleno contro i nemici al fine di annientarli.

La pianta dell’aconito è pericolosa!!

La pianta contiene diverse molecole tossiche tra cui la più pericolosa è l’aconitina, uno dei veleni naturali più potenti che si conoscano. Questa pianta in antichità si usava per scopi bellici, intingendo punte di freccia nel veleno.

Effetti dell’aconitina

L’aconitina viene rapidamente assorbita dopo ingestione orale o anche per contatto dermico (con la pelle). L’ingestione di soli 3 grammi può portare già alla morte in poche ore.

L’azione è legata alla presenza degli alcaloidi dell’aconito, che colpiscono principalmente il cuore, il sistema nervoso centrale e periferico.

I primi sintomi di avvelenamento 

L’intossicazione è molto rapida, dopo un periodo di latenza compreso tra 10 e 90 minuti dall’ingestione alla comparsa dei primi sintomi, il paziente sviluppa una combinazione di affezioni:

  • a carico dell’apparato cardiovascolare: palpitazioni, difficoltà di respiro, ipotensione, bradicardia, tachicardia, aritmia ventricolare, edema polmonare;
  • a carico dell’apparato gastrointestinale: nausea, dolore addominale, diarrea; oltre a disturbi sensoriali e motori, tipici dell’avvelenamento da aconitina.

I primi sintomi sembrano quelli tipici di una forma allergica: prurito e formicolio che dalla bocca si estende a tutto il volto e poi dalla punta delle dita progredisce lungo gli arti con tendenza ad estendersi a tutto il corpo fino alla completa anestesia.

Sintomi dell’avanzato avvelenamento 

A seguire si annebbiano i sensi, in particolare vista e udito, e iniziano i sintomi di difficoltà respiratoria, bradicardia, polso debole, ipotensione.

Chi ha assunto aconito dapprima percepisce calore diffuso, poi intenso calore interno, e poi subentra la febbre elevata, secchezza cutanea e mucosa.

La pelle può ricoprirsi di un’eruzione di tipo miliare accompagnata da forte prurito. Polso e respirazione accelerano e il paziente viene pervaso da grande agitazione psico-motoria.

Entro 2-6 ore, segue una sensazione di freddo, e infatti la temperatura del corpo si abbassa, sopraggiunge sudorazione, nausea, vomito, disturbi del ritmo cardiaco. Il polso diventa flebile ed infine il paziente si immobilizza per diffuse paralisi dei muscoli scheletrici e si verifica la morte per paralisi respiratoria.

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Dov’è presente l’aconitina 

L’aconitina è presente in dosi differenti in tutta la pianta, comprese le radici. Anzi, le radici sono le più pericolose e l’assunzione anche di una piccola dose può portare alla morte in meno di un’ora.

Il solo contatto con la pianta può provocare fenomeni di irritazione e intossicazione lievi, poiché i principi attivi possono essere assorbiti anche attraverso la pelle.

A tal proposito ci sono stati casi di avvelenamento di bestiame  entrato in contatto con la pianta. Bisogna però ricordare che gli animali imparano a selezionare ed evitare di brucare le piante tossiche.

Cosa fare in caso di avvelenamento 

Se la persona che ha assunto una parte della pianta viene prontamente portata in ospedale ed il personale sanitario riconosce subito la causa dell’avvelenamento, ci sono probabilità di guarigione elevate, in proporzione alla quantità di assunta.

  • Nei casi lievi si consiglia di provocarsi il vomito o sottoporsi ad una lavanda gastrica entro pochi minuti dall’ingestione.
  • Ad assorbimento avvenuto di basse dosi, non essendo disponibile alcun antidoto, la terapia può essere solo sintomatica e viene trattata in ospedale. Si cercherà di mantenere stabili gli effetti sul cuore utilizzando solfato di magnesio.
    La temperatura del corpo deve essere mantenuta mediante riscaldamento. Indicato l’uso degli analettici cardiaci e respiratori.
  • Per dosi molto elevate la morte può essere quasi istantanea.

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Aconito significato e curiosità

L’origine etimologica risale al termine greco, che evidenzia la sua tossicità, akòniton cioè ‘pianta velenosa’. Si tratta, infatti, di una specie botanica nota fin dall’antichità per il suo elevato grado di tossicità.

Si riconosce facilmente per il colore caratteristico dei petali dei fiori blu scuro e per la loro curiosa forma: la sommità dei fiori sembra infatti somigliare ad una sorta di elmo antico.

L’aspetto e la velenosità della pianta l’hanno resa nei secoli un simbolo negativo associato a numerose leggende.

Nel linguaggio dei fiori proprio per la sua alta tossicità simboleggia la vendetta e l’amore colpevole.

Nell’antichità era una delle piante più usate per avvelenare le frecce e le punte dei giavellotti prima delle battaglie, e veniva generalmente usata per avvelenare ed uccidere i nemici.

Aconito coltivazione

Nonostante l’elevato grado di tossicità, questa pianta può essere coltivata in giardino. La bellezza dei suoi fiori la rende adatta per le bordure dei giardini o all’interno di aiuole. Tuttavia, è importante assicurarsi che i bambini non entrino in contatto con i petali ricchi di sostanze tossiche e potenzialmente velenose.

Solitamente è preferibile piantarli in gruppo e lasciare che crescano. Il loro sviluppo risulta piuttosto lento per cui possono essere necessari alcuni anni.

Per crescere in modo adeguato queste piante richiedono temperature tipiche di un clima fresco/temperato. Vanno pertanto esposte in posizioni semi-ombreggiate preferibilmente in un’area tendenzialmente umida.

Pur resistendo a temperature molto basse, mal sopportano le gelate dei periodi invernali. Nella scelta del terreno è opportuno valutarne uno a giardino ricco di humus e soprattutto ben drenato.

Per quanto riguarda le innaffiature, gli aconiti richiedono una quantità d’acqua moderata ma regolare durante tutto il corso dell’anno. Per evitare che i rizomi marciscano, è importante assicurarsi che non si formino ristagni idrici.

Aconito, malattie di questa pianta

Pur trattandosi di una specie botanica rustica, non è del tutto esente dall’attacco di parassiti e malattie. In caso di un eccesso di umidità a carico delle radici, può essere attaccata da oidio e verticillosi. Se si verificano queste occorrenze, è necessario ricorrere all’uso di prodotti specifici, come insetticidi ad ampio spettro.

In entrambi i casi, infatti, in assenza di trattamenti si può rischiare la morte della pianta. Per prevenire queste problematiche, è opportuno evitare ristagni idrici e condizioni di eccessiva umidità in grado di danneggiare questa specie botanica.

Aconito utilissimo rimedio omeopatico 

La tossicità della pianta di aconito non è presente perché è abbondantemente diluita per preparare il rimedio. Gli omeopati, osservatori della natura, hanno notato che sintomi dell’avvelenamento sono simili all’estrema agitazione psico-motoria che può cogliere una persona in preda allo spavento con paura di morire.

Diventa così una medicina omeopatica indicata nelle situazioni d’emergenza. Per una corretta assunzione bisogna far riferimento ad un medico omeopata.

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Come si ottiene il rimedio omeopatico

Si ottiene sottoponendo al consueto processo di diluizione la tintura madre ricavata dall’omonima pianta allo stato fresco e raccolta prima della fine della fioritura.

Quando usare l’Aconitum Napellus 

L’Aconitum Napellus è usato in omeopatia per curare gli stati violenti, traumi, stati di ansia grave, tachicardia, ipertensione.

Si tratta di un rimedio ad azione breve, ma efficace anche per curare le infiammazioni di ogni genere causate prevalentemente da esposizione al freddo e al vento o al caldo intenso.

Contro traumi e spaventi 

Si usa anche quando si devono affrontare le conseguenze di traumi dovuti a paura o spavento.

Le pilloline di aconito sono consigliate per tutti quei malesseri che appaiono all’improvviso e presentano le seguenti sintomatologie: congestione intensa, pelle secca, calda e bruciante, polso accelerato, agitazione ed ansia, inquietudine, ipersensibilità eccessiva.

In caso di ipertensione 

In caso di ipertensione con il paziente che si aggrava in presenza di rumore, musica, luce, dal movimento. Aconitum viene usato nella cura dell’ipertensione, in caso di palpitazioni, tachicardia, polso accelerato, algie cardiache.
Altri rimedi omeopatici che completano l’azione di Aconitum sono: Arnica, Belladonna, Bryonia, Ipeca, Silicea.

In caso di febbre, raffreddamento e congestione 

Si usa l’Aconitum Napellus quando la febbre è associata a raffreddore acuto e tosse secca, rinite o laringite acute o polmonite, dolore, nevralgie, otite e otalgia, dolore e infiammazione all’orecchio e agli occhi, congestione dovuta ad un colpo di freddo, congestione allo stomaco.

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In caso di ansia estrema 

Il rimedio omeopatico può essere utile negli eventi acuti caratterizzati da una forte, incontrollabile stato di angoscia accompagnato da paura di morire e in casi di attacchi di panico. Può accadere in varie situazioni d’emergenza come nelle prime fasi di un infarto.

Il rimedio è utile in situazione di ansia estrema, in caso di shock mentale ed emotivo. Dunque anche in occasione di crisi ipertensive, forti palpitazioni, aritmie, convulsioni, tremori, difficoltà a respirare.

Attenzione: in caso di attacco di cuore non risolve il problema coronarico, ma può solo calmare il paziente, ridurre il panico, smorzare la sensazione di paura. Va invece sempre chiamato il 118 o recarsi immediatamente al Pronto Soccorso più vicino, senza sottovalutare la situazione.

Aconito, controindicazioni

Come anticipato, la maggiore controindicazione è data dalla tossicità della pianta per via della presenza di anicotina. Se ingerita, può provocare conseguenze letali all’organismo nel giro di poche ore. A causa del potere della sostanza alcaloide, occorre prestare attenzione anche al contatto con la pelle tramite cui la sostanza potrebbe penetrare.

Si raccomanda pertanto l’uso di guanti per toccare fiori e foglie. Il contatto dermico potrebbe provocare prurito, disturbi sensoriali fino ad arrivare a possibili disturbi motori.

Particolare cautela, quindi, va prestata in caso di presenza di bambini o animali domestici che possono accidentalmente toccare fiori e foglie di questa piana velenosa.

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Ultimo aggiornamento il 21 Marzo 2020 da Rossella Vignoli

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