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Ecco Airpod, auto ad aria compressa francese

Storia di un bluff un'auto che non si è mai concretizzata

Parliamo oggi di una storia controversa, quella di Airpod, auto ad aria compressa francese di Cyril Nègre. Sebbene ci siano stati diversi prototipi e progetti, la tecnologia non sembra ancora aver raggiunto la maturità commerciale. Le sfide legate all’autonomia, all’efficienza e ai costi di produzione ne hanno limitato la diffusione. Al momento, dunque, non rappresenta una soluzione per la mobilità sostenibile, ma c’è stato qualcuno che ci ha provato in tempi recenti per ben due volte: Cyril Guy Nègre e il suo Eolo prima e Airpod dopo. Vediamo la sua storia.

Ecco Airpod, auto ad aria compressa francese

Come funziona un’auto ad aria compressa

L’auto ad aria compressa sfrutta l’energia immagazzinata nell’aria compressa per muovere un motore. Sebbene il concetto sia semplice, la sua realizzazione pratica presenta una serie di sfide ingegneristiche.

In effetti, si tratta di un sistema complesso in cui l’aria viene compressa e immagazzinata in un serbatoio ad alta pressione. Quando l’auto deve muoversi, l’aria compressa viene rilasciata in modo controllato verso un motore. L’espansione dell’aria genera energia meccanica che viene utilizzata per far ruotare le ruote.

Il motore per questo tipo di alimentazione può essere simile a quello termico, rotativo o a turbina:

  • Motore a pistoni: simile al motore a combustione interna, è però alimentato da aria compressa, iniettata nei cilindri, che spinge i pistoni e genera il movimento rotatorio dell’albero motore.
  • Motore rotativo: utilizza un rotore al posto dei pistoni e l’aria compressa in questo caso spinge sulle pale del rotore, facendolo ruotare.
  • Motore a turbina: l’aria compressa fa girare una turbina, che a sua volta aziona le ruote.

Se si riesce a progettare un tipo di motore adatto ad una alimentazione ad aria compressa, resta però il problema di gestire un sistema di accumulo dell’aria, che deve essere conservata in serbatoi ad alta pressione fatti da materiali compositi leggeri e resistenti, come la fibra di carbonio, e capaci di resistere a pressioni molto elevate (fino a 300 bar o più).

Si è pensato anche di combinare il motore ad aria compressa con uno termico o elettrico, come accade per le auto ibride oggi, così da aumentare l’autonomia e le prestazioni.

Quali sarebbero i vantaggi di un’auto ad aria compressa

  • Zero emissioni allo scarico: Se l’aria compressa viene prodotta da fonti rinnovabili, l’auto ad aria compressa può essere considerata a zero emissioni.
  • Semplicità meccanica: I motori ad aria compressa sono generalmente più semplici dei motori a combustione interna, con meno parti in movimento.
  • Ricarica rapida: Il rifornimento di aria compressa potrebbe essere più veloce rispetto alla ricarica delle batterie delle auto elettriche.

Quali sono gli svantaggi di un’auto ad aria compressa

  • Bassa densità energetica: l’aria compressa immagazzina meno energia per unità di volume rispetto ai combustibili fossili o alle batterie, limitando l’autonomia del veicolo.
  • Problemi di raffreddamento: l’espansione dell’aria compressa provoca un notevole raffreddamento, che può portare alla formazione di ghiaccio e compromettere il funzionamento del motore.
  • Efficienza energetica: la compressione dell’aria richiede energia, e parte di questa energia viene persa durante il processo. L’efficienza del sistema è inferiore a quella di altri sistemi di propulsione.
  • Rumorosità: lo scarico dell’aria compressa è molto rumoroso.

La storia dell’auto ad aria compressa Eolo

Per capire Airpod, dobbiamo scavare nella storia di Cyril Guy Nègre, ingegnere francese con un passato da progettista di vetture di Formula1, che dieci anni fa diede una bella scossa al mondo dei motori, presentando al Motorshow di Bologna del 2001 una vettura alimentata ad aria compressa che sollevò un vero e proprio vespaio tra pubblico e addetti ai lavori.

Si trattava di un’auto ad aria compressa che avrebbe potuto percorrere 100 km con una spesa di 1.500 lire di allora (0,77 euro).

Un’auto che non avrebbe inquinato l’aria delle nostre città e che emetteva solo aria fredda, riusata in parte per il raffrescamento nei mesi caldi.

Si trattava di un’auto in alluminio e fibra di resina, leggera e resistente, concepita per l’uso urbano che non avrebbe avuto bisogno nemmeno di una goccia di benzina: il suo nome era Eolo, come il dio dei venti della mitologia greca.

Immediatamente Nègre fu subissato di richieste di partecipazione, co-produzione, licenze e quant’altro e – anche se in cuor suo doveva essere certo che Eolo non fosse pronta per l’esordio sulle strade – si arrivò per qualche motivo all’accordo di aprire uno stabilimento produttivo in Italia, nel reatino, che avrebbe dovuto cominciare a sfornare Eolo a partire dal 2002.

Cosa successe dopo è storia: novanta progettisti e operai furono assunti per poi essere messi in cassa integrazione praticamente il primo giorno di lavoro.

Eolo non era semplicemente pronto per essere prodotto su scala industriale e addirittura si narra che un giornalista di un famoso magazine motoristico italiano ebbe occasione di provare Eolo con risultati fantozziani: ebbene, percorso appena mezzo chilometro, l’auto ad aria compressa che avrebbe dovuto cambiare il mondo si fermò per non ripartire più.

Si erano formati dei pezzi di ghiaccio nel motore poiché, durante il processo di espansione dell’aria, la stessa si raffredda e se non si è in grado di prelevare calore dall’ambiente circostante per fare rimanere costante la temperatura, quest’ultima si abbasserà drasticamente.

I meccanici fecero sparire dalla vista dei giornalisti Eolo e non se ne seppe più nulla, si tornò a leggere di Eolo solo in relazione alla causa intentata a Guy Nègre da parte degli stakeholder e dipendenti italiani.

La nuova Airpod, auto ad aria compressa francese

Per chi pensava che non si sarebbe mai sentito più parlare di Guy Nègre, ecco invece che nel 2008, in concomitanza con una crisi che scosse l’economia globale, spunta fuori un nuovo veicolo, una specie di triciclo ad aria compressa. Dietro c’è sempre Guy Nègre e la sua nuova impresa, che si chiama MDI (Motor Development International – http://www.mdi.lu).

Molto piccolo (lungo appena 2,07 m largo uno e alto 1,74 m) e leggero (appena 220 kg), Airpod porta fino a 3 persone: 1 guidatore (che usa una sorta di joystick per guidare Airpod) e 2 passeggeri, seduti contromarcia, più eventuale posto per bambino.

Questa piccola vettura ad aria compressa è dotata di un motore bicilindrico alimentato da aria compressa a 350 bar.

L’autonomia – secondo Nègre – è di 220 km e nella versione base raggiunge i 45 km/h. Una seconda versione dovrebbe raggiungere i 70 km/h.

Anche stavolta Nègre si era sbilanciato, indicando una data di produzione nel 2009 e successiva messa sul mercato ad un prezzo di circa 7.000 euro.

Passano i mesi anche stavolta, ma della entrata in commercio di Airpod non si sente più parlare.

Se non altro, nel frattempo, qualche vettura ad aria compressa si è vista in giro, per esempio come vettura di cortesia all’Aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, oltre che in qualche apparizione dimostrativa.

Pare che AirFrance / KLM stia testando un paio di queste vetture e che qualche ordine sia stato fatto da aziende ed enti transalpini, come Lyonnaise des Eaux e il Comune di Nizza. Ma per quanto riguarda l’ingresso sul mercato consumer, le ultime indiscrezioni danno per la fine del 2011 l’approdo sul mercato di Airpod. Stiamo a vedere se la deadline verrà centrata.

Chiaramente, per come si presenta, Airpod non pretende certo di essere una alternativa alle auto a benzina: più probabile ambisca a fare concorrenza a qualche triciclo o quadriciclo elettrico urbano, ma le perplessità da parte nostra su questa tecnologia non mancano.

La scarsa densità energetica immagazzinabile in bombole trasportabili è sicuramente il primo punto: citando Ugo Bardi, professore del Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze e presidente di ASPO Italia, “….l’aria compressa come mezzo di stoccaggio di energia si presenta come pratica soltanto per grandi volumi, ovvero per sistemi stazionari di grande potenza…“.

L’efficienza complessiva e l’affidabilità di motori ad aria compressa rimane tutta da dimostrare ed anche la loro presunta migliore impronta ecologica: anche in termini di emissioni prodotte, non va infatti dimenticato che per produrre l’aria compressa ci vuole energia, che tipicamente viene prodotta in modo non rinnovabile.

Se non altro, Airpod parrebbe funzionare, come si vede dal video della CNN sotto, senza incappare nelle disavventure di Eolo.

Ma quale il futuro per Airpod?

Dubitiamo fortemente che Airpod possa avere prospettive concrete nel mercato privato, visto anche che disporre di un compressore d’aria è una cosa esotica e non esiste una rete di rifornimento.

Possibile invece che presso porti, aeroporti, grossi impianti industriali ed altri contesti in cui si fa un uso abituale dell’aria compressa, Airpod o i suoi successori entrino a far parte di una flotta o vengano usate come auto di cortesia. Specie all’interno degli aeroporti, dove il cherosene e la benzina bruciati sono costantemente sopra livelli desiderabili, Airpod, auto ad aria compressa francese potrebbe essere un’alternativa alla mobilità elettrica.

In ogni caso, rimane sempre da dimostrare l’affidabilità e l’efficienza di questo piccolo veicolo ad aria compressa.

Foto di copertina: El monty-Opera propria

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Ultimo aggiornamento il 28 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli

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2 Commenti

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