Al supermercato si vende la frutta brutta ma scontata
I canoni estetici della perfezione e delle bellezza hanno da tempo invaso anche i banconi dei nostri supermercati. Ovunque vengono sfoggiate frutta e verdura dai colori e dalle forme impeccabili per fare in modo che sempre più clienti siano tentati dall’acquisto. Ma cosa succede se al supermercato si vende la frutta brutta ma scontata? Se un pomodoro si presenta con la buccia spenta e opaca, se le carote hanno tre teste e le patate sono troppo bitorzolute ma tutti, proprio tutti hanno un prezzo migliore dei rpodotti perfetti?
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Sappiamo che la frutta e gli ortaggi “brutti” vengono scartati nella fase iniziale, direttamente dal produttore, che sa benissimo come il distributore e il supermercato non vogliano vendere prodotti ammaccati, dalle forme strane e più grandi o piccoli della media, perché, come un gatto che si morde la coda, è il consumatore finale a non comprare questa frutta ‘diversa’.
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E questi scarti rappresentando ben il 40% dei rifiuti alimentari, nonostante gusto e proprietà nutritive siano identici a tutti gli altri! Di certo uno smacco in questi tempi di crisi!
I supermercati francesi Intermarché hanno sfruttato l’occasione per lanciare una interessante campagna anti-spreco denominata “Les Fruits & Légumes Moches”: tutti coloro che acquisteranno frutta e verdure “brutte” (moches appunto) in un corner studiato apposta, potranno usufruire di uno sconto del 30%.
I prodotti sono stati sponsorizzati con l’aiuto dell’agenzia pubblicitaria Marcel che ha diffuso dei video simpatici dove sono protagonisti una carota demotivata, una mela rifiutata e un mandarino introverso ai quali vengono attribuiti voce e caratteristiche umane. La campagna si è rivelata un vero e proprio successo, registrando un boom di acquisti per 1,2 tonnellate in ogni negozio.
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Con questa iniziativa si è potuto così reintrodurre sul mercato dei prodotti buoni ma ingiustamente esclusi dal ciclo produttivo. Per il lancio dell’operazione sono stati predisposti anche degli stand dove i clienti hanno avuto la possibilità di degustare succo d’arancia e zuppa di carote ottenuti da questi presunti “scarti”.
Se questa campagna venisse estesa anche a tutti gli altri prodotti della grande distribuzione, quotidianamente esclusi dalla vendita per mancanza di requisiti estetici, sicuramente si abbatterebbe una fetta degli sprechi alimentari. Pensiamo a tutte quelle confezioni di prodotti a lunga conservazione che vengono cestinati dai supermercati a causa di confezioni deformate o difettose.
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Credo che se venissero ugualmente esposti con un piccolo incentivo all’acquisto finirebbero ugualmente nei nostri carrelli della spesa, voi che ne pensate?
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