Anche gli alberi di Socotra a rischio per il global warming
Si chiama Dracena drago di Socotra (nome scientifico Dracaena cinnabari), è uno degli alberi dalla forma più curiosa che possa capitare di trovare sulla Terra e da queste parti è un simbolo nazionale, tant’è vero che la trovate raffigurata nelle monete da 20 rial dello Yemen.
Ci troviamo in un piccolo arcipelago di quattro isole, una più grande dove vive gran parte della popolazione e si trova la Dracena e tre più piccole, a circa 350 chilometri a sud dello Yemen, dal 2008 inserito dall’UNESCO tra i patrimoni mondiali dell’umanità: Socotra.
Terra misteriosa e con una storia che viene da lontano, lontanissimo: già conosciuta ai greci nell’epoca dell’ellenismo, Socotra è stata esposta nel corso dei secoli a influssi e contaminazioni provenienti non solo dalla penisola araba, ma anche da mondi più lontani, come India, Europa e Africa.
I suoi abitanti, di etnia yemenita, ma anche araba, somala e indiana, parlano una lingua che è di matrice yemenita con contaminazioni greche e portoghesi, che ci sussurrano storie di un mondo plasmato da quello che portavano il mare e le correnti.
Il simbolo per cui è più nota Socotra, come dicevamo è la Dracaena cinnabari o Dracena drago: simbolo anche delle incredibili varietà e dei complessi e delicati equilibri della natura.
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La Dracena – che in inglese viene chiamata anche dragon-blood tree, ossia albero del sangue di drago, dalla sua resina di colore rosso che viene usata da tempi antichissimi in medicina, ma anche come tintura o incenso – è una pianta succulenta dalla incondibile forma “a fungo” o “ad ombrello“.
Una forma che permette alla Dracena drago di sopravvivere al clima infuocato che caratterizza Socotra buona parte dell’anno: infatti, le foglie di questa specie di ombrello che caratterizza la parte alta della pianta permettono alle radici di godere di un riparo e di ombra quando il sole è verticale, evitando che si possano seccare.
Non solo, consentono di intercettare la poca umidità che sale di notte e che, una volta condensata, viene restituita alle radici, costituendo dunque il principale “nutrimento”, che permette alla Dracena di sopravvivere in un’isola dove le precipitazioni sono assai scarse.
La Dracena cresce molto lentamente e nella foresta l’esemplare più giovane ha come minimo cento anni: piante più giovani si trovano solo presso vivai e giardini botanici.
Con i recenti cambiamenti climatici, il clima a Socotra si sta modificando in maniera tale che queste piccole condensazioni di umidità, che rappresentano la risorsa vitale per la Dracena, non avvengono più all’altitudine in cui si trovano le ultime foreste di Dracena, ma ad un’altitudine leggermente maggiore.
Purtroppo la Dracena non può camminare e spostarsi più in alto e pian piano sta diventando una delle ultime vittime del surriscaldamento globale.
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I tentativi di piantare la Dracena a diverse altezze e anche a diverse latitudini sono in corso, ma come detto si tratta di una pianta delicata e che cresce in maniera estremamente lenta. Si tratta di un lavoro ultra-decennale che ad oggi è solo all’inizio.
Ma non solo di Dracena si parla, quando si accenna alla biodiversità che caratterizza Socotra: basti pensare che qui sono presenti 825 specie di piante, di cui il 37% esiste solo a Socotra, così come la stragrande maggioranza di lumache e rettili: anche la popolazione aviaria è sempre più a rischio e ci ricorda di quanto siano delicati gli equilibri di questa isola.
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Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2022 da Rossella Vignoli
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