Allarme pesticidi in Trentino, problema sottovalutato
Sempre più allarme pesticidi in Trentino, dopo il recente provvedimento che autorizza a spruzzarli fino a 50 metri dalle abitazioni.
Anche il verde Trentino nasconde problemi ambientali e di salute pubblica: è diventato un caso il problema dei pesticidi, perché in estate la Provincia di Trento ha varato una delibera che toglie il limite della distanza minima di 50 metri dalle abitazioni per irrorare meccanicamente con pesticidi le coltivazioni, portandolo in taluni casi perfino a 5 metri.
Cresce così la preoccupazione degli abitanti delle valli di Non, d’Adige e Rotaliana, che si sentono sacrificati per la produzione intensiva delle mele, famose in tutto il Mondo.
Occorre dire che l’uso dei pesticidi per l’agricoltura in Trentino Alto Adige, come noto Regione autonoma, è smisurato. Nel 2012 l‘Ispra afferma come «la distribuzione dei principi attivi per ettaro di superficie agricola utilizzata in Italia risulta tendenzialmente in diminuzione o costante per tutte le regioni, ad eccezione della provincia di Trento» proiettando la zona di Trento al secondo posto tra quelle con la maggior quantità di principi attivi su superficie agricola, con i suoi 10,2 chili per ettaro. Molto più del doppio della Provincia di Bolzano (che si ferma a 3,8 kg per ettaro), per dire, e della media italiana (4,8 kg per ettaro).
Il Trentino è secondo solo al Veneto che nel 2012 raggiungeva i 10,6 chili per ettaro. Ma occorre dire che se in Veneto nel 2005 già si toccava il picco di 13,2 kg per ettaro, in Trentino si era fermi a 8,7. Dunque c’è stata un’inversione di tendenza.
Di fronte a questa crescita esponenziale nell’utilizzo di pesticidi, cosa fa l’Amministrazioni locale? Vuole abbassare i limiti delle distanze tra le abitazioni e le zone di irrorazione, portandole addirittura a 5 metri in alcuni casi. Mentre in altre regioni è di 50 metri dalle abitazioni, che già è considerata poca.
Alcuni comuni della regione, in realtà, vedono il problema dei pesticidi in maniera diversa dalla Provincia di Trento: Malles, ad esempio, ha approvato un provvedimento che elimina i pesticidi dal proprio territorio comunale.
Ma il problema non riguarda solamente l’irrorazione, bensì il fatto che gli agenti inquinanti cadono poi nel terreno, penetrano nelle falde che scorrono nel sottosuolo e portano così l’inquinamento a chilometri e chilometri di distanza. La stessa acqua poi viene bevuta dagli animali selvatici e da quelli allevati, si riversa nei fiumi e nei laghi e poi in mare. E dunque arriva all’uomo attraverso la catena alimentare.
La popolazione trentina si sta comunque mobilitando. Un esempio è la petizione on line promossa su change.org avviata da associazioni ambientaliste locali apolitiche, per chiedere alla politica locale di introdurre una prospettiva di sviluppo agricolo sostenibile a salvaguardia della salute di tutti. Essere amministrativamente autonomi non significa fare il proprio comodo senza rispetto della salute pubblica.
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Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli
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