Antimonio: caratteristiche, utilizzi e pericolo
Formula chimica, estrazione, impieghi ed effetti sull'uomo e sull'ambiente
L’antimonio è un minerale noto fin dai tempi antichi. Già le donne dell’Antico Egitto lo usavano sotto forma di polvere nera per truccarsi e per colorare le sopracciglia.
Si tratta di un metalloide un tempo utilizzato a scopo terapeutico, oggi usato solo in ambito industriale.
L’esposizione costante e frequente a questa sostanza può provocare problemi da avvelenamento cronico.
Sommario
Che cos’è l’antimonio
L’antimonio è un elemento chimico (numero atomico 51) che può presentarsi in due forme:
- Metallica: argentea e luminosa, dura e fragile
- Non metallica: una polvere grigia
Stabile in aria asciutta, è uno scarso conduttore sia di calore che di elettricità.
Non viene attaccato dagli alcali o dagli acidi diluiti.
Caratteristiche
In natura, l’antimonio si trova spesso con ferro, argento e arsenico.
I cristalli di antimonio sono molto fragili e presentano una frattura ineguale. Fonde facilmente, generando vapori bianchi di triossido d’antimonio.
Ecco alcune caratteristiche specifiche.
- Durezza: 3-3,5
- Peso specifico: 6,65-6,72
- Colore: bianco e, se esposto per lungo tempo all’aria, grigio piombo
- Lucentezza: metallica
- Punto di fusione: 630°C
- Punto di ebollizione: 1300°C
Antimonio simbolo
Il suo simbolo è Sb.
Etimologia
Sull’origine del nome ci sono varie teorie.
Il simbolo Sb può derivare dal latino “stibium”, che vuol dire “bastoncino”.
Il termine può anche derivare da due vocaboli greci: “anti” e “monos”, con il significato di «opposto alla solitudine», dal momento che si riteneva non esistesse allo stato puro.
Un’altra ipotesi ancora fa riferimento al termine egiziano “stim”, da cui poi deriva l’arabo “ithmid”. Questa forma araba, poi alterata dalla etimologia popolare (moine), avrebbe dato origine alla parola medievale “antimonium” presente in molte opere alchimistiche latine.
Antimonio minerale
Si tratta di un metalloide avente l’aspetto di un metallo. Nella sua forma elementare si presenta come un solido di colore bianco-argenteo, con riflessi tendenti all’azzurro. Sublima a temperature piuttosto basse ma possiede scarse conducibilità termica ed elettrica.
Sia l’antimonio che le sue leghe si espandono per raffreddamento.
Essendo calcofilo, spesso si accompagna ad altri elementi come lo zolfo, il tellurio ed altri metalli pesanti come il rame, il piombo e l’argento.
Dove si estrae
Nella crosta terrestre è stata stimata una quantità di antimonio compresa fra 0,2 e 0,5 ppm.
Seppur in quantità piuttosto limitate, l’antimonio nativo è presente in vari giacimenti metalliferi.
Il materiale vergine proviene principalmente da Russia, Cina, Bolivia e Sud Africa. In Italia è stato rinvenuto in Sardegna, nella miniera di Su Leonargiu nel Sarrabus.
L’antimonio è un metallo molto importante per l’economia mondiale. La sua produzione annuale è di 50.000 tonnellate circa.
Come si produce
A livello industriale, questo materiale viene prodotto a partire dal solfuro naturale, separandolo dalla ganga per fusione, e poi fondendolo nuovamente con il ferro.
Per cosa è usato l’antimonio
Gli Antichi Egiziani utilizzavano l’antimonio, sotto forma di stibnite, per truccare di nero gli occhi.
Attualmente, i suoi composti vengono impiegati per produrre smalti, vernici e materiali resistenti al fuoco.
L’antimonio puro viene utilizzato per fare dispositivi a semiconduttore, come da esempio i rivelatori a infrarossi e i diodi.
Unito in una lega col piombo serve per aumentare la durevolezza di quest’ultimo.
Inoltre, le leghe di antimonio vengono poi utilizzate anche per la realizzazione di batterie, alcuni tipi di metallo, metalli a bassa frizione e guaine per cavi. Ed ancora per leghe per la produzione di caratteri tipografici, fiammiferi, tubature e farmaci emetici.
Come si distingue il bronzo dall’antimonio
Molto semplicemente si deve fare un piccolo graffio su un angolo nascosto della superficie. Se il graffio scopre una superficie bianca, allora si tratta di antimonio, altrimenti, se sotto al graffio la superficie è bronzea, allora si è in presenza di bronzo.
Come si pulisce
Gli oggetti in antimonio si puliscono con la cera d’api, quella utilizzata per i mobili in legno.
Antimonio veleno
L’antimonio e vari suoi composti sono considerati tossici, con un effetto del tutto simile a quello da arsenico.
In minime quantità può provocare vertigini e mal di testa, in dosi più elevate, frequenti attacchi di vomito violenti. Somministrato per bocca, sotto forma di tartaro emetico, induce infatti il vomito.
Ad ogni modo, l’avvelenamento da antimonio, comunissimo nei secoli passati quando veniva largamente impiegato a fini terapeutici, è oggi cosa assai rara.
Di norma, si considera mortale, o comunque che apporta disturbi gravi e pericolosi, una dose superiore a 0,20 gr.
In caso di avvelenamento acuto (evenienza come già detto oramai rarissima), i sintomi compaiono nel giro di pochi minuti, con nausea, vomito violento, diarrea e scialorrea. Ed anche sudori freddi, crampi, vertigini, fino ad arrivare al collasso circolatorio che provoca la morte.
Si parla anche di avvelenamento cronico, che riguarda fondamentalmente le persone che sono spesso esposte a questa sostanza per motivi di lavoro, e quindi ne respirano le polveri o vengono a contatto. L’esposizione prolungata a concentrazioni piuttosto alte di antimonio (9 mg/m3 di aria) può provocare irritazione a pelle, occhi e polmoni. In caso di esposizione continua, possono quindi insorgere problemi quali infezioni polmonari, vomito severo, problemi al cuore e ulcere gastriche. A causa del contatto diretto, possono comparire esantemi papulo-pustolosi e vaioliformi.
Effetti sull’ambiente
In ridotte quantità, l’antimonio si può trovare in terreni, aria e acqua. Inquina i terreni e può uccidere gli animali più piccoli. Gli animali che respirano per tanto tempo livelli di antimonio bassi possono avvertire irritazione agli occhi, problemi polmonari e perdita del pelo. I cani possono anche manifestare problemi cardiaci.
Non è noto se l’antimonio possa provocare il cancro.
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Ultimo aggiornamento il 24 Maggio 2023 da Rossella Vignoli
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