Curiosità sulle api, insetti più importanti di quanto si pensi per l’ambiente
Tutte informazioni su questi insetti preziosi per la fecondazione delle piante
Le api, secondo qualcuno, sono semplicemente dei piccoli insetti che producono miele. La loro importanza è molto più alta. Vediamo qualcosa in più sul loro ciclo di vita e perché e che cosa succederebbe se non ci fossero.
Sommario
Curiosità sulle api
Quando parliamo di animali da produzione, produzione di qualsiasi alimento, non si pensa mai alle api. Pensiamo alle mucche, ai maiali, ai polli, magari alle pecore, ma al “più piccolo animale domestico del mondo” non ci pensa mai nessuno.
Eppure questi insetti, per importanza economica, sono il terzo “allevamento” da reddito più importante del mondo: seguono i bovini, che sono in prima posizione, e i suini, in seconda, ma superano i polli, che sono i quarti.
Cominciamo con alcuni dati curiosi:
- quanto miele producono: uno sciame di api riesce a produrre 15 kg di miele all’anno
- danza: le api comunicano tra loro attraverso una danza chiamata ‘danza del waggle’, che indica la direzione e la distanza delle fonti di cibo rispetto all’alveare
- ape regina: può deporre fino a 2.000 uova al giorno. Nell’alveare è la madre di tutte le api e vive molto più a lungo, fino a 5 anni
- pulizia: si tratta di insetti molto puliti, che dedicano tempo a ripulire l’alveare. Le api operaie rimuovono i detriti e le api morte per mantenere l’ambiente sano
- polline: una fonte importante di nutrimento per le api, è ricco di proteine e contiene vitamine e minerali essenziali
- colore della vista: possono vedere i colori ultravioletti, che sono invisibili all’occhio umano per individuare i fiori che emettono segnali UV
- api senza pungiglione: esistono specie di api, come le api senza pungiglione, che non possono pungere, sono sociali e vivono in colonie, ma usano altre strategie di difesa
- apicoltura: questa pratica è antichissima, risale a oltre 4.500 anni fa in Egitto. Le api sono state ‘addomesticate’ per la produzione di miele e cera
- miele eterno: il miele è l’unico alimento che non scade mai, tanto che quello ritrovato da archeologi nelle tombe egizie è ancora commestibile dopo migliaia di anni
- api e musica: alcuni studi suggeriscono che le api possono rispondere positivamente alla musica, che potrebbe influenzare il loro comportamento e la produzione di miele.
Cosa c’è da sapere sulle api
Quali sono i tre tipi di api
Come molti sanno, l’alveare è una colonia molto strutturata, con delle regole fisse, ed è organizzata su ruoli ben precisi. Per questo ogni tipo di ape ha dei compiti specifici:
- ape regina: l’unica femmina fertile dell’alveare e ha il compito principale di deporre le uova. Può deporre fino a 2.000 uova al giorno e vive più a lungo delle altre api, fino a 5 anni. Emette dei feromoni che aiutano a mantenere l’unità sociale dell’alveare.
- api operaie: tutte femmine sterili, costituiscono la maggior parte della popolazione dell’alveare. Hanno diversi compiti a seconda dell’età, tra cui la pulizia dell’alveare, la raccolta di polline e nettare, la cura delle larve e la difesa dell’alveare. Fondamentali per la sopravvivenza dell’alveare e la produzione di miele.
- fuchi: i maschi hanno un unico scopo, quello di accoppiarsi con una regina durante il volo nuziale. Non hanno un pungiglione e non partecipano alle attività di raccolta o cura delle larve. Alla fine della stagione, vengono generalmente espulsi dall’alveare, poiché non sono più necessari.
Tutte lavorano insieme in modo coordinato, per garantire la salute e la produttività dell’alveare.
Quanto dura la vita delle api
Il ciclo di vita di un’ape varia a seconda del suo ruolo nell’alveare e delle condizioni ambientali. Nel caso delle api operaie invece è molto più breve, dalle che 6 settimane nella bella stagione, ai 6 mesi in inverno, quando l’attività è ridotta.
La regina è quella con la vita più lunga rispetto alle operaie, fino a 7 anni in condizioni ottimali, mentre il fuco arriva a 2-3 mesi, ma dopo l’accoppiamento, può morire poco dopo, e durante l’inverno è comunque espulso dall’alveare.
Quanto tempo dormono le api
In realtà, questi insetti non hanno un ciclo di sonno regolare come gli umani, ma hanno periodi di inattività, simili al sonno. Le operaie riposano per alcune ore durante la giornata e la notte, in totale tra 5 e 8 ore.
Come l’uomo, hanno un ritmo circadiano: più attive durante il giorno, lo sono meno di notte, quando l’attività nell’alveare è ridotta, e molte rimangono inattive.
Anche la regina, che va costantemente nutrita e protetta dalle api operaie, può avere periodi di inattività simili al sonno.
Tuttavia,, questi insetti tendono a modificare i loro schemi di riposo in base alle condizioni ambientali, alla temperatura ed alla disponibilità di cibo.
Perché le api sono importanti
Spesso ci fermiamo a pensare solamente al fatto che le api producano miele, quando in realtà non fanno solo questo. Se stamattina avete mangiato un frutto, è merito di un’ape. Se bevete un frullato, se mangiate una marmellata, se bevete un succo di frutta, è perché c’è stata un’ape.
In effetti, sono molto importanti per l’impollinazione di molte piante. Si stima che un terzo del cibo che consumiamo dipenda dalla loro attività.
Avete mai fatto caso che i fiori degli alberi da frutto sono veramente molto belli da vedere? E profumati da annusare? Questa caratteristica non è casuale, ma è fatta proprio per attirare le api. Con “api” non si intende, infatti, solo l’apis mellifera, che è quella che produce il miele, ma oltre 20.000 specie di insetti simili che hanno una caratteristica comune: si nutrono del nettare dei fiori. Parliamo di insetti impollinatori, come le farfalle, le mosche e i sirfidi, le coccinelle, i maggiolini e altri coleotteri, e le vespe.
Quello che fanno, tuttavia, quando vanno a prendere il nettare per poi metterlo nell’alveare e produrre il miele, non è l’unica cosa importante. Anche nelle piante esistono maschi e femmine, e i gameti maschili e femminili devono incontrarsi, in modo che il maschile fecondi quello femminile e diano origine ad un “figlio”, che è il seme, racchiuso in un involucro che è il frutto. Il seme, nelle condizioni ideali (nel terreno) darà origine ad un’altra pianta.
I fiori rappresentano sia il gamete maschile che quello femminile, anche se sono fatti in modo che una pianta non possa autofecondarsi. Il pistillo, che è il centro del fiore, produce il gamete maschile che si chiama polline. Il gamete femminile, invece, si trova alla base del fiore.
L’ape, entrando nel fiore, alla base, per prendere il nettare, si fa una bella ‘doccia’ di polline, perché mentre entra la sua peluria si impregna di questa sostanza; poi l’ape si sposta su un altro fiore, su un’altra pianta e rilascia il polline nell’altro fiore, aiutando la fecondazione della pianta. Insomma, se una pianta non avesse un fiore bello e profumato l’ape non lo noterebbe e non lo feconderebbe mai.
La fecondazione, l’incontro tra il polline e il gamete femminile alla base del fiore, è l’evento che darà il via alla crescita del frutto: dunque se le api, che sono gli insetti che raccolgono il nettare (già le farfalle o le vespe lavorano in modo diverso), non ci fossero, non ci sarebbe la frutta.
Questo insetto ha dunque un ruolo fondamentale per mantenere la biodiversità, e un’altra conseguenza della diminuzione delle piante impollinate dalle api è l’effetto a catena sugli animali che si nutrono di esse.
Cosa succederebbe senza le api
La scomparsa delle api può avere effetti devastanti. Sono piccoli insetti che sembrano insignificanti, ma non ci rendiamo conto di quanto il loro lavoro sia importante nella nostra vita.
In realtà questi insetti svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi e nella produzione alimentare.
In uno scenario di scomparsa delle api, andremmo al supermercato e non solo vedremmo lo scaffale del miele tristemente vuoto, ma anche quello della frutta e di alcuni tipi di verdura. Ed è da questo che si capisce quanto le api siano economicamente importanti per l’ambiente.
In dettaglio, le api impollinano circa un terzo dei cibi che consumiamo, tra cui frutta, verdura e semi oleosi. La loro scomparsa potrebbe ridurre la disponibilità di questi alimenti, aumentando i prezzi e causando carenze.
Ma anche a livello di agricoltura ci sarebbero dei problemi, perché le coltivazioni di frutta e verdura dipendono dalle api per l’impollinazione. Gli agricoltori potrebbero dover ricorrere a metodi di impollinazione artificiali, che sono costosi e meno efficaci rispetto all’impollinazione naturale. Con il risultato di ottenere una diminuzione della varietà disponibili ed una dieta per l’uomo meno nutriente che potrebbe portare a problemi di salute pubblica, per non parlare della perdita di pietanze tradizionali e tipiche, legati a frutti e verdure impollinati dalle api, influenzando anche la cultura gastronomica.
La loro scomparsa avrebbe perciò delle conseguenze devastanti, non solo per la fauna e la flora, ma anche per l’umanità nel suo complesso. La protezione delle api è quindi fondamentale per garantire un futuro sostenibile.
Pensiamoci. La frase attribuita ad Einstein (anche se sembra non l’abbia pronunciata lui) “Se le api scomparissero, all’uomo non rimarrebbero che quattro anni di vita” non era proprio del tutto sbagliata.
I nemici delle api
Con la riduzione delle api stiamo perdendo una risorsa naturale preziosissima. I nemici di questi insetti sono diversi:
- alcuni parassiti come la varroa destructor, un acaro che si attacca alle api e alle larve, indebolendole e trasmettendo malattie. E l’aethina tumida, un piccolo coleottero che può devastare le riserve di miele e compromettere la salute dell’alveare.
- virus e batteri una colonia può essere distrutta da alcuni virus letali, come la sindrome disfunzionale delle api, e malattie come la peste americana e la nosema
- l’inquinamento dell’aria e dell’acqua: sta drasticamente riducendo le popolazioni di api sia direttamente, che attraverso la diminuzione della disponibilità di fiori
- pesticidi neonicotinoidi, la loro utilizzazione è direttamente collegata alla mortalità delle api e alla riduzione delle loro popolazioni
- urbanizzazione: la sempre più forte urbanizzazione delle aree agricole, ha ridotto gli habitat naturali e le fonti di cibo per le api
- cambiamenti climatici: le temperature estreme ed i cambiamenti repentini di tempo tipici di questi ultimi decenni, legati al riscaldamento globale, influenzano anche la fioritura delle piante, e quindi la sopravvivenza delle api, e possono disturbare i cicli naturali di questi insetti
- agricoltura intensiva: le monoculture e l’uso di pratiche agricole poco sostenibili minacciano e diminuiscono la biodiversità e la disponibilità di fiori
- specie invasive: possono competere con le api per risorse alimentari e habitat.
- gestione inadeguata: una scarsa gestione degli alveari da parte dell’apicoltore può portare a malattie e mortalità delle colonie.
Altre informazioni sulle api
Per saperne di più sul meraviglioso mondo della api e del miele leggete questi articoli:
- Come diventare apicoltore
- Miele di Manuka
- Miele millefiori
- Miele di sulla
- Miele di tiglio
- Miele di eucalipto
- Miele di acacia
- Miele di timo
- Cera d’api
- Propoli
- Pappa reale
- Pesticidi neonicotinoidi dannosi per api ma anche per gli uccelli
- Un mondo in pericolo, un bellissimo film sull’estinzione delle api
- Come allontanare le api naturalmente e senza far loro del male
- Punture di api
- Scopriamo quali sono i fiori per le api
- Allevare api in città
Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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