Tutto sull’Artemisia, un’erba amica delle donne utilizzata anche in cucina
Conosciuta anche come erba di San Giovanni, è usata come calmante e contro i dolori del ciclo
Scopriamo tutti gli utilizzi dell’Artemisia, una pianta perenne appartenente alla stessa famiglia dell’Assenzio, con proprietà toniche, sedative e digestive. Il suo sapore è piuttosto amaro e ha un aroma leggermente piccante. Ha molte proprietà medicinali conosciute fin dall’antichità ed è apprezzato sia nella cucina orientale che in quella occidentale. Comunemente usata in fitoterapia per calmare la tosse e lenire il male, è anche nota come rimedio naturale nella medicina tradizionale cinese. Scopriamola meglio e impariamo a riconoscerla da piante simili che non possono essere utilizzate in cucina.
Sommario
Descrizione botanica della Artemisia
Il suo nome scientifico è Artemisia vulgaris, ed appartiene alla famiglia delle Asteracee.
Si tratta di un arbusto perenne con un fusto rossastro che raggiunge un’altezza compresa tra 50 e 150 cm. Le foglie sono lanceolate e di colore verde, mentre i fiori hanno un colore che va dal giallo al rosso e sono radunati in pannocchie.
Quanti tipi di Artemisia ci sono?
In realtà ne esistono circa 350 specie, come l’assenzio (Artemisia absinthium), il dragoncello (Artemisia dracunculus), il genepì (Artemisia genipi) e l’artemisia cinese.
Da quest’ultima si ricava un principio attivo che sembra efficace nel trattamento della malaria.
Sono comunque in corso ulteriori studi per scoprire il vero potenziale di questa pianta medicinale.
Che gusto ha l’Artemisia
Ha un sapore amaro e un aroma leggermente piccante. Emana un profumo che ricorda il vermouth.
Qual è la differenza tra artemisia e assenzio
Sono due piante affini, dalle infiorescenze gialle o viola che emanano un odore molto forte.
L’Artemisia absinthium, l’assenzio maggiore, si distingue dall’Artemisia vulgaris per il fogliame grigio-verde lanuginoso nella parte superiore e per la parte inferiore lanuginosa, quasi bianca.
Dove cresce la Artemisia
Questa pianta si caratterizza come una specie infestante: la troviamo nei prati, lungo il corso dei fiumi e nelle zone incolte.
Si concentra nelle zone a clima temperato, in Europa, Nord Africa e Asia, non superando i 1000 m di quota. Fiorisce in estate.
Come anticipato ci sono altre specie, come Genepi, Assenzio, Dragoncello e Artemisia cinese, da cui sono stati estratti principi attivi efficaci nel trattamento della malaria. Sono in corso ulteriori studi per scoprire il potenziale di queste piante medicinali.
Proprietà e composizione dell’Artemisia
È ricca di diversi principi attivi, in particolare:
- oli essenziali (1-8-cineolo, canfora, linalolo, tujone)
- resine
- tannini e flavonoidi
- cumarine (umbelliferone)
- lattoni sesquiterpenici (yomogin, vulgarina)
Come coltivare l’Artemisia
Questa pianta può crescere bene in un terreno classico e leggero con acidità neutra. Ha inoltre bisogno di una buona esposizione al sole.
- Semina. I semi vengono seminati in primavera. Le talee erbacee vengono prelevate a giugno, mentre le zolle vengono divise tra ottobre e marzo. In estate, annaffiate regolarmente la pianta per evitare che soffra la siccità.
- Potatura. Prevederne una corta a novembre o a febbraio-marzo per produrre buoni germogli e una forma compatta e attraente.
- Raccolta. Va raccolta e consumata fresca se si desidera utilizzarla a scopo aromatico.
- Malattie. Gli afidi e la ruggine delle piante sono un pericolo per questa pianta.
A cosa serve l’Artemisia
In fitoterapia è utilizzata per le sue molteplici proprietà benefiche, in particolare per i disturbi femminili. Se ne sfruttano sia le parti aeree che le radici essiccate per ricavare soprattutto tisane e impacchi.
- Antispasmodica: rallenta gli spasmi tipici del dolore mestruale. Questa azione viene esercita dai flavonoidi, alcuni oli essenziali (come il cineolo e il borneolo) e i lattoni sesquiterpenici. Inoltre regolarizza anche il ciclo e il flusso mestruale nei casi di amenorrea, soprattutto se legata ad anemia.
- Sedativa: favorisce il rilassamento e svolge un’azione calmante nei casi di eccitazione. Nella medicina popolare cinese viene utilizzata nel trattamento dei disturbi d’ansia, dell’insonnia e della depressione, stress e stanchezza mentale.
- Espettorante e antisettica: questa pianta è comunemente impiegata come rimedio naturale per la tosse e in caso di parassitosi intestinali.
- Digestiva: favorisce il processo della digestione e la secrezione dei succhi gastrici, grazie ad alcune sostanze amare in essa contenute. Inoltre, stimola l’appetito e e migliora l’assimilazione del cibo.
Inoltre, ha anche un’azione contro la febbre e l’ittero. Gli sono riconosciute proprietà antisettiche e antimalariche.
In passato veniva applicato un cataplasma a base di questa pianta officinale sulla pancia delle partorienti per facilitare il parto, per l’espulsione della placenta e per espellere i coaguli.
Le sue radici venivano invece impiegate per trattare l’isteria e l’epilessia.
L’Artemisia fa dimagrire
Non fa dimagrire, anzi. In fitoterapia viene utilizzata per stimolare l’appetito piuttosto che per ridurlo.
Utilizzare l’Artemisia come rimedio omeopatico
L’omeopatia ricorre a questa pianta per il trattamento di diverse condizioni:
- dermatiti e problematiche della pelle
- convulsioni
- debolezza muscolare
- ciclo mestruale abbondante o irregolare
Utilizzare l’Artemisia in erboristeria
In erboristeria si impiegano le foglie, le sommità fiorite e le radici per fare tisane e infusi, o sotto forma di tintura o di polvere. Si può anche fare un decotto di foglie per trattare le contusioni e per le punture di insetti.
Per preparare un tisana utilizzare 1-1,5 gr di foglie essiccate per 250 ml di acqua. La posologia è:
- 1 tazza 30 minuti prima dei pasti per stimolare le funzioni digestive, per la cura di febbre, raffreddore, disturbi allo stomaco e al fegato e per agevolare la cicatrizzazione delle ulcere.
- 1 tazza tra i pasti, nei 10 giorni che precedono l’arrivo teorico delle mestruazioni per trattare l’amenorrea.
- 2 tazze al giorno alla sera per trattare i dolori mestruali, e può anche essere usata in combinazione con la camomilla romana e la melissa
La pianta ha anche un effetto calmante e lenitivo sulle contusioni, basterà applicare un cataplasma fatto con alcune foglie conservate nel brandy.
Altri usi dell’Artemisia
Le sue foglie essiccate possono essere messe all’interno dei cuscini curano i disturbi del sonno, mentre nella suola delle scarpe sono un antidoto alla stanchezza.
I rami, se appesi nella stalla e nei pressi dell’orto, grazie al loro odore caratteristico, tengono lontani parassiti e mosche. I contadini preparavano un decotto da applicare direttamente sulla pelle per alleviare le punture di zanzara e altri insetti.
Il suo utilizzo è antichissimio, già Dioscoride, un famoso medico del I secolo aC faceva riferimento ad un gran numero di rimedi a base di questa pianta medicinale. Anche Avicenna, il grande medico arabo-persiano del X secolo dC ne parlava e la utilizzatìva.
La medicina popolare cinese la utilizza anche per la preparazione dei moxa. Si trita la pianta nel mortaio e poi si ottengono delle palline che vengono fatte bruciare in corrispondenza dei punti dell’agopuntura.
Olio essenziale di Artemisia
Se ne ricava per distillazione in corrente di vapore dalle foglie fresche o secche un olio essenziale ed un idrolato che sono comunque vietati per la vendita da banco perché contengono il tujone un olio pericoloso per la salute in caso di consumo regolare, o in dosi elevate. Vengono prescritti solo dal medico.
Proprietà di prevenzione dei tumori
L‘artemisia annua è una varietà specifica che negli ultimi anni è stata oggetto di studi e ricerche. Sembrerebbe infatti che possa essere considerata una sorta di cancer smart bomb, potente arma in grado di distruggere parte delle cellule tumorali.
Recentemente l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano si è pronunciato ufficialmente sull’artemisia annua come rimedio naturale anticancro, relativamente ai principi attivi in essa contenuti (artemisina e diidroartemisinina).
Gli esperimenti condotti in laboratorio hanno confermato che queste sostanze svolgono un’azione tossica sulle cellule tumorali. Questi risultati hanno dato il via ad una serie di ricerche più approfondite che lasciano ben sperare anche per la cura della malaria, ma che dovranno essere validate da ulteriori evidenze scientifiche e sperimentali.
Va detto che non è ancora una cura utilizzabile in alcuna terapia, ma comunque un interessante fronte di ricerca.
Quali sono le controindicazioni dell’Artemisia
L’uso degli estratti di questa erba è consigliato sempre e solo dietro parere del proprio medico di base, soprattutto se si stanno assumendo altri farmaci o si è affetti da patologie specifiche.
Il suo effetto è simile agli estrogeni, quindi dovrebbe essere evitata in caso di:
- gravidanza
- allattamento
- mastite
- tumori ormono-dipendenti
Andiamo più in dettaglio sulle reazioni avverse possibili.
L’Artemisia è tossica?
L’assunzione per via orale deve essere preceduta da un consulto medico. In dosi elevate, questa pianta medicinale può diventare tossica.
Importante, infatti, è la somministrazione delle dosi giuste rispetto al proprio stato di salute. Un sovradosaggio potrebbe dar vita a manifestazioni di tipo allergico e causare neurotossicità.
Reazioni allergiche dell’Artemisia
Alcune persone possono essere allergiche a questa pianta o ai suoi componenti, manifestando sintomi come eruzioni cutanee, prurito, gonfiore o difficoltà respiratorie.
Se avete conoscenza di una storia di allergie alle piante della famiglia delle Asteraceae (come margherite, camomilla o tarassaco), potrebbe esserci un rischio maggiore di reazioni allergiche anche all’Artemisia.
- Interazioni con i farmaci. Può interagire con alcuni farmaci, riducendo o potenziando i loro effetti, ad esempio se assumete farmaci anticoagulanti potrebbe esserci un rischio di interazione
- Effetti gastrointestinali. L’uso eccessivo di questa pianta può in alcuni casi causare anche disturbi gastrointestinali come nausea, vomito o diarrea./li>
- Effetti neurologici. Alcune specie contengono tujone, un chetone che può avere effetti neurologici come convulsioni, tremori, confusione o altri disturbi neurologici.
- In gravidanza e allattamento. Dovrebbe essere evitata nel periodo della gravidanza o dell’allattamento.
Come mangiare l’artemisia: utilizzi in cucina
Oltre ad essere impiegata come rimedio naturale, questa pianta trova largo utilizzo in cucina, ad esempio nella preparazione di alcuni amari e digestivi.
L’artemisia può essere utilizzata in cucina, in particolare le sue infiorescenze per aromatizzare le vellutate e le punte degli steli che sanno di carciofo per insaporire le insalate.
Può essere utilizzata anche nei ripieni di carne e di pesce. In alternativa si possono preparare the e birre aromatizzate.
Significato del nome e curiosità
Secondo alcuni il suo nome deriva da Artemide, il nome greco di Diana, dea della caccia, dei boschi e protettrice delle donne. Per altri sarebbe da ricondursi ad artemes che significa ‘in buona salute’.
Viene chiamata anche con altri nomi come ‘erba di S. Giovanni’ perché era tradizionalmente bruciata durante le celebrazioni del giorno di San Giovanni, poco dopo il solstizio d’estate, come offerta per scacciare il diavolo e la sfortuna. Alcuni mazzi venivano lasciati appesi in casa per allontanare gli spiriti maligni.
Curiosità: aveva lo stesso nome di questa pianta la famosa pittrice di scuola caravaggesca Artemisia Gentileschi, vissuta nella prima parte del diciassettesimo secolo, artista indomita poi diventata simbolo del femminismo a fine ‘900. Anche qui il nome di persona (e la sua variante Artenisia) ha la stessa radice, di omaggio alla dea Artemide: significa infatti “dedicata ad Artemide”.
Quali sono le piante simili all’artemisia
Esistono alcune piante che le sono molto simili in termini di aspetto o che appartenengono alla stessa famiglia, vediamone rapidamente qualcuna:
- Assenzio (Artemisia absinthium): una pianta molto simile e che appartiene alla stessa famiglia delle Asteraceae. Ha foglie argentate e un’aroma intenso ed è spesso utilizzato per preparare bevande alcoliche.
- Estragone (Artemisia dracunculus): un’erba aromatica che appartiene alla famiglia delle Asteraceae, con foglie sottili e strette, simili a quelle dell’artemisia ed è usata come spezia in cucina.
Santolina (Santolina spp.): appartiene anche alla famiglia delle Asteraceae ed è simile per il suo fogliame grigio-argentato. Viene coltivata come pianta ornamentale per i suoi fiori gialli e il fogliame aromatico.
Tanaceto (Tanacetum vulgare):le assomiglia molto e appartiene alla famiglia delle Asteraceae con foglie verde scuro e piumose, davvero molto simili.
Altre piante medicinali da scoprire
Altre erbe e piante per curarsi al naturale:
- valeriana per insonnia e per la disintossicazione da tabacco
- betulla per calcoli urinari
- malva per tosse, bronchiti, laringiti e raucedine
- arnica per contusioni e traumi
Ultimo aggiornamento il 4 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
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