Aumenta il fai-da-te: oggi si ripara prima di disfarsene
Tra gli effetti positivi della crisi c’è da annoverare anche il fatto che per risparmiare si ricorre di più all’assistenza di tecnici e artigiani per riparare qualcosa che si è rotto, e quindi si producono meno rifiuti, soprattutto elettronici. Secondo l’indagine curata da SWG per Confartigianato – che ha preso in esame i cambiamenti nel comportamento degli italiani per la crisi economica dal 2008 – quando si rompe un elettrodomestico solo il 13% degli italiani decide di comprarne subito uno nuovo mentre l’85% cerca di aggiustarlo. Per farlo metà (42%) punta al fai-da-te e metà chiama uno specialista (43%).
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E pensare che fino a 5 anni fa, ovvero prima che la crisi mordesse, era il 64% degli interpellati a ricorrere alla riparazione piuttosto che alla sostituzione. Dunque c’è stato un incremento del 21% in 5 anni.
Anche sul fronte dei beni voluttuari, vestiti e scarpe in primo piano, il ricorso alla riparazione è cresciuto in modo considerevole, mentre la spesa destinata all’acquisto di vestiti nuovo si è abbassata. Il sondaggio SWG rivela infatti che il 60% degli intervistati ha fatto risistemare un abito invece che buttarlo e 2 su 3 hanno comunque ridotto il loro budget per l’acquisto degli abiti e pelletteria. Che sia poi la sarta specializzata (35%), ci si improvvisi ramendatori (28%) o ci si rivolga a mamme e nonne (31%) resta comunque un dato significativo della ridefinizione delle priorità nei consumi degli italiani.
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Nel complesso, per quanto riguarda le piccole riparazioni da effettuare in casa (dunque non solo per gli elettrodomestici, ma anche per lavori di edilizia, idraulici, ecc.), il 51% degli interpellati nell’indagine di SWG cerca di arrangiarsi da solo ogni volta che lo ritiene possibile.
Un risvolto comunque positivo, quello del fai-da-te e della riparazione, nell’imperante cultura del consumismo della nostra epoca,che speriamo, finita la crisi, rimanga come un’abitudine duratura, se si prende coscienza che le risorse di cui disponiamo sono a capacità finita.
Ultimo aggiornamento il 31 Gennaio 2018 da Rossella Vignoli
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