Batteria ricaricabile italiana per diventare autonomi elettricamente
Scopriamo come funziona la batteria ricaricabile italiana che potrebbe aprire una nuova fase per le rinnovabili, risolvendo alcuni problemi di stoccaggio dell’energia.
Arriva la super-batteria made in Italy in grado di accumulare l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Si chiama Geniol ed è stata prodotta da Genport, uno spin-off del Politecnico di Milano con sede a Vimercate, che rappresenta oggi una delle realtà più interessanti nella realizzazione di sistemi per la produzione e lo stoccaggio dell’energia.
Dopo anni di ricerche e consistenti investimenti anche internazionali, la batteria nostrana ha superato tutti i test (10mila cicli di carica/scarica), può esser ricaricata dall’impianto fotovoltaico o mini-eolico ed è inoltre modulare, consente cioè di collegare più unità tra loro per lo scambio d’energia, fino a ottenere l’indipendenza dal collegamento alla rete elettrica.
Tanta genialità è racchiusa in un prodotto in alluminio di circa 30 Kg, costituito da otto moduli di batterie agli ioni di litio di nuova generazione, interconnesse con un sistema di gestione elettronica. Attualmente Geniol permette di accumulare energie fino a 3 kWh, ma il collegamento di più unità consente di aumentare notevolmente lo stoccaggio, in direzione di quel traguardo che si chiama autosufficienza energetica.
L’installazione di questo apparecchio è molto semplice: l’elettricista non deve far altro che collegare il cavo delle rete elettrica al sistema, oltre a quello di Internet. Il collegamento online risulta infatti fondamentale per visualizzare il funzionamento di Geniol, migliorare l’efficienza e consentire lo scambio di energia tra le batterie presenti in diverse abitazioni.
Questa innovativa batteria ricaricabile prodotta in Brianza è già disponibile per il mercato delle telecomunicazioni ed è ora pronto per affrontare la sfida del domestico in tutto il mondo. Se sistemi simili si stanno ritagliando un posto importante in Germania, Nord Europa e California, resta difficile capire quali saranno le prospettive per questa nuova tecnologia nel nostro Paese, dove le attuali normative tecniche e le poche certezze sugli incentivi creano sicuramente delle difficoltà a qualsiasi novità. Senza dimenticare gli ostacoli che saranno frapposti dalle grandi aziende elettriche, desiderose di mantenere le loro posizioni in un settore in continua evoluzione, che promette cambiamenti in grado di stravolgere le gerarchie.
Alla Genport sono sicuri che la massima diffusione di questo sistema potrebbe rivoluzionare il mercato dell’energia elettrica, creando nuove opportunità di lavoro e al contempo garantendo notevoli benefici all’ambiente. D’altronde, la risoluzione del problema dello stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili aprirebbe scenari completamente nuovi, sicuramente non graditi ai colossi del mercato elettrico.
Mentre resta ancora difficile capire quali cambiamenti riusciranno a imporsi nel settore dell’energia, alla Genport il lavoro di ricerca e perfezionamento continua. Al momento nell’azienda brianzola tutti gli sforzi sono concentrati sulla funzionalità e la sicurezza di questa nuova tecnologia, oltre che sull’accessibilità dei costi, in merito ai quali è stato definito un percorso per raggiungere, su volumi di scala, target inferiori ai 300 euro per kWh installato. Ultimo ma non meno importante l’aspetto del design, che sarà curato in futuro attingendo alle valide risorse presenti sul territorio.
Genport ha lanciato la sfida: lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili potrebbe presto non esser più un problema.
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Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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