Bonifica Stoppani: a Cogoleto cromo nell’acqua
A proposito dell’annosa questione della bonifica Stoppani, azienda chimica che ha ancora avvelenato la cittadina ligure e tutto il suo territorio per anni, a oggi a Cogoleto si rileva, dopo anni, ancora cromo nell’acqua.
Sommario
La vicenda della Stoppani
Rappresenta un caso emblematico di inquinamento industriale e delle sue conseguenze a lungo termine. L’azienda, specializzata nella produzione di cromo e suoi derivati, ha operato dal 1919 al 1998, contaminando gravemente il territorio circostante con scorie tossiche contenenti cromo esavalente, un composto cancerogeno.
L’inquinamento del terreno e dell’acqua
Per decenni, la Stoppani ha accumulato scorie di lavorazione in diverse aree del comune di Cogoleto, senza adottare delle adeguate misure di sicurezza.
Così le scorie, che contenevano elevate concentrazioni di cromo esavalente, si sono infiltrate nel terreno, nelle falde acquifere e sono arrivate al mare, causando una situazione di grave inquinamento ambientale.
L’esposizione al cromo esavalente è associata a diversi problemi di salute, tra cui tumori, malattie respiratorie e dermatiti.
Il processo e la condanna
Negli anni ’90, a seguito di denunce e indagini, è emersa la gravità dell’inquinamento causato dalla Stoppani.
Nel 2001, i proprietari dell’azienda sono stati condannati per disastro ambientale colposo e lesioni personali vita l’entità del disastro ambientale ed il danno alla salute umana. Il processo ha evidenziato le responsabilità dell’azienda nella gestione delle scorie e la mancanza di controlli da parte delle autorità competenti.
La bonifica dell’area ex-Stoppani
La bonifica del sito contaminato è un processo complesso e costoso, ancora in corso. Gli interventi sono diversi:
- Rimozione delle scorie e smaltimento in discariche speciali
- Trattamento del terreno con diverse tecniche per ridurre la concentrazione di cromo esavalente, come ad esempio il lavaggio del terreno con soluzioni chimiche o la bioremediation, che utilizza microrganismi per degradare le sostanze inquinanti.
- Monitoraggio delle acque di superficie e sotterranee per verificare l’efficacia degli interventi di bonifica e prevenire ulteriori contaminazioni
La vicenda ha avuto gravi conseguenze sociali ed economiche per la comunità di Cogoleto.
L’inquinamento ha causato danni alla salute dei cittadini, compromesso le attività economiche legate al turismo e all’agricoltura, e ha generato un clima di sfiducia nelle istituzioni.
Questa storia rappresenta un monito sull’importanza della prevenzione e del controllo dell’inquinamento industriale, e sulla necessità di adottare modelli di sviluppo sostenibili che tutelino la salute dell’ambiente e delle persone.
Cosa succede oggi
Nonostante i progressi compiuti, la bonifica del sito della Stoppani è ancora incompleta. La complessità dell’inquinamento e l’estensione dell’area contaminata richiedono tempi e risorse considerevoli.
L’inquinamento non è diminuito nel tempo in maniera drastica, nonostante le attività di bonifica del territorio, sia a livello di acque sotterranee, che nel terreno si riscontrano elevati livelli di cromo esavalente.
Nei terreni all’interno dell’area industriale i valori di cromo nel 2012 sono ancora molto alti, 25mila parti per milione (ppm). La legge stabilisce un limite di 15 ppm.
Nella parte sedimentata in mare, si trovano valori di 10mila ppm quando il limite è di 1350 ppm.
Per le acque di falda l’inquinamento da cromo esavalente è di 80 microgrammi litro, in prossimità della cava di Molinetto.
Per questo motivo il monitoraggio ambientale continua, perché la Stoppani ha avvelenato con il cromo esavalente, notoriamente una sostanza cancerogena, un intero territorio, costituendo un grave pericolo per la salute umana e la vita delle specie animali e vegetali. E bisogna garantire la sicurezza della popolazione e la tutela dell’ambiente.
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Ultimo aggiornamento il 28 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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