Bonus verde per giardini e terrazzi: tutto quello che c’è da sapere
Il Bonus verde è una delle principali novità introdotte dalla Legge di Bilancio del 2018. Consiste essenzialmente in una detrazione pari al 36% delle spese effettuate per la sistemazione di giardini, balconi e terrazzi, anche condominiali, e per il recupero del verde storico. Vediamo nel dettaglio cos’è, a chi spetta e come ottenerlo.
Rappresenta una gradita novità, se avete in programma una risistemazione del verde domestico o di quello condominiale. Questo potrebbe essere davvero il momento giusto per iniziare i lavori. Parte, infatti, da quest’anno il Bonus, la nuova detrazione fiscale prevista dalla Legge di Bilancio approvata lo scorso ottobre 2017 dal Consiglio dei Ministri.
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La detrazione consente di recuperare il 36% delle spese sostenute fino a un massimo di 5.000 euro ed è esteso a tutte le tipologie immobiliari. In poche parole, chi deciderà di sistemare il verde in aree scoperte di proprietà o in aeree comuni potrà accedere alle agevolazioni previste.
La detrazione massima è di 1.800 euro per immobile (36% di 5.000).
Bonus verde: cos’è e a chi spetta
Le nuove disposizioni relative a questo bonus hanno ufficialmente preso il via il 1° Gennaio 2018. Si tratta di una misura contro l’inquinamento, volta a favorire il florovivaismo e il miglioramento estetico delle aeree urbane e suburbane.
Analogamente alle altre agevolazioni fiscali come l’ecobonus e il bonus di ristrutturazione, anche il Bonus verde permetterà di ottenere uno ‘sconto’ sulla quota IRPEF lorda calcolata sulla dichiarazione dei redditi, fino a un massimo di 5.000 euro di spesa.
Le agevolazioni fiscali spettano a privati e condomini. Esse riguardano le spese sostenute per la sistemazione e il recupero del verde in:
- giardini
- terrazzi
- balconi privati e condominiali
- verde di interesse storico
Tra i lavori agevolabili sono inclusi anche quelli relativi a:
- fornitura di piante o arbusti
- riqualificazione di prati
- installazione di impianti di irrigazione
- interventi per la trasformazione di aree incolta in aiuole e piccoli prati
- rifacimento di impianti di irrigazione
- sostituzione di siepi
- grandi potature
L’importo della detrazione sarà suddiviso in 10 quote annuali e le spese sostenute dovranno essere pagate attraverso bonifico parlante.
Essendo un’agevolazione fiscale calcolata sull’unità immobiliare e non sul contribuente, chi esegue lavori di ripristino del verde in due abitazioni diverse potrà beneficiare della detrazione del 36% su entrambe.
Bonus verde privato e condominiale
A differenza del Bonus mobili, il Bonus verde non deve essere necessariamente legato alla ristrutturazione della casa. I contribuenti privati possono detrarre fino al 36% dei costi sostenuti per acquistare piante da balcone o da giardino, ed è compreso fare il prato.
Tutto ciò che è legato alla progettazione, sistemazione, manutenzione e valorizzazione del verde domestico rientra nella nuova agevolazione. La condizione è che il contribuente possieda o detenga a giusto titolo l’unità immobiliare e che questa sia adibita all’uso abitativo.
Rientrano per privati anche:
- sistemazione del verde in aree scoperte private di edifici esistenti, pertinenze o recinzioni
- realizzazione pozzi
- realizzazione di tetti verdi e di giardini pensili
Come anticipato, il bonus spetta contempla gli interventi effettuati sulle parti comuni esterne dei condomini, sempre per un massimo di 5000 euro. In questo caso la detrazione è calcolata su ogni singolo condomino in maniera proporzionale alla quota delle spese ad egli imputata. La stessa quota, deve essere versata al condominio entro i termini previsti per la presentazione della dichiarazione dei redditi.
Esempio: se il condominio dei signori Rossi, Verdi, Bianchi e Neri decide di realizzare un nuovo giardino pensile, la spesa complessiva massima ai fini della detrazione sarà di 20.000 euro. Ogni condomino dovrà pagare la propria quota con strumenti idonei alla tracciabilità della transazione.
Anche in questo caso, la detrazione IRPEF prevista dal Bonus verde sarà calcolata in sede di dichiarazione dei redditi e ripartita in 10 quote annuali.
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Ultimo aggiornamento il 18 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
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