Piante e fiori

Quello che c’è da sapere sulla pianta di canapa sativa

Una antica pianta riscoperta di recente, le cui applicazioni sembrano essere infinite

La canapa è una pianta il cui uso sembra risalire all’epoca preistorica. Nota come erba officinale, è utilizzata anche in campo alimentare e tessile. Scopriamo quali sono le sue proprietà terapeutiche e i suoi molteplici possibili utilizzi.

Quello che c’è da sapere sulla pianta di canapa sativa

La canapa (nome scientifico Cannabis) è una pianta erbacea annuale. Originaria del continente asiatico, appartiene alla famiglia delle Cannabaceae. Può crescere fino a raggiungere un’altezza compresa tra 1,5 e 5 metri. Si rivela una pianta molto produttiva in grado di crescere con facilità senza l’impiego di diserbanti.

Coltivabile come potenziale erba officinale, il genere cannabis sativa presenta numerosi utilizzi anche nell’ambito tessile e cosmetico.

Sembra che la sua coltivazione e il suo utilizzo abbiano origini molto antiche. Ne sono state trovate tracce risalenti al periodo preistorico. Con il proibizionismo la sua coltivazione e l’impiego hanno subito un certo decremento, soprattutto per gli usi terapeutici.

Storia della canapa

Originaria dell’Asia, tra la Cina occidentale e l’India settentrionale, la sua coltivazione è antichissima, si hanno tracce di tessuti in fibra di canapa risalenti già 10.000 anni a.C. e si stima che fosse già utilizzata dall’Uomo in epoca neolitica.

Se in Oriente è sempre stata utilizzata, in Occidente si è diffusa solo a partire dal XVIII secolo, con l’affermarsi delle colonie asiatiche e del commercio navale.

Nell’800 la sua coltivazione era diffusissima sia negli Stati Uniti che in Italia, ma anche un po’ dappertutto in Europa, perché se ne ricavavano numerosi prodotti, dalle sartie dei velieri all’olio combustibile per l’illuminazione, al mangime per animali e, naturalmente tessuti per vestiti e per sacchi destinati al trasporto delle merci.

Tuttavia alcuni fattori segnarono il suo declino.

Con la colonizzazione dell’Est Asiatico, incominciarono le importazioni in Europa di tessuti di cotone e iuta prodotti in India e anche nel sud degli USA, tessuti che costavano meno rispetto alle altre fibre.

Il passaggio dai cordami di fibre vegetali a quelli molto meno costosi e altrettanto resistenti derivati dal petrolio, come il nylon, assegnò un altro colpo alla canapa.

L’olio destinato all’illuminazione venne presto sostituito dal carbone e la cellulosa da destinare alla produzione cartaria venne sostituita dalla polpa ricavata dal legname. Il colpo di grazia alla canapa arrivò negli USA dal Marijuana Tax Act nel 1937, che metteva al bando la sua coltivazione.  Non fu esente la campagna editoriale promossa dal gruppo editoriale Hearst, che aveva enormi interessi nell’industria cartaria. E la concomitanza con il brevetto del nylon da parte del colosso petrolchimico DuPont non è certamente un caso.

Canapa indiana o canapa indica e canapa sativa

Non tutte le varietà di cannabis sono attualmente coltivabili in Italia. Mentre è ammessa la coltivazione della cannabis sativa, è vietata la coltivazione di quella indica.

La variante indica si distingue per la maggiore produzione di resina e per la maggiori virtù terapeutiche.

Alle sommità fiorite delle piante femminili sono infatti attribuite una buona azione sedativa e analgesica, utile per lenire i sintomi di alcune patologie.

In realtà, dalle sommità fiorite e dalla resina sia della varietà sativa che della indica si estraggono le sostanze stupefacenti, il cui effetto però dipende dalla concentrazione del principio attivo, il THC.

Canapa: è una pianta officinale probabilmente utilizzata fin dall’epoca neolitica.

Canapa: proprietà

Prima del proibizionismo, la cannabis era utilizzata come pianta officinale per le sue proprietà terapeutiche. Questa preziosa pianta contiene, infatti, interessanti sostanze dal punto di vista chimico e nutrizionale. È ricca di acidi grassi essenziali, come Omega 3 e Omega 6, ed è una buona fonte di sali minerali, soprattutto fosforo e ferro, e vitamine. In particolare contiene le vitamine del gruppo B e le vitamine A ed E.

Oltre a presentare un buon apporto proteico, ha un’interessante dose di sostanze antiossidanti naturali. Possiede un elevato valore energetico dovuto ai carboidrati in essa presenti.

Tutti sanno che la cannabis rappresenta anche una sostanza psicoattiva, grazie alla presenza di alcuni componenti psicotropi, come il cannabidiolo (CBD) e il tetracannabinolo (THC).

In ambito fitoterapico, la cannabis è utilizzabile come pianta officinale. Può essere sfruttata per le sue virtù antidolorifiche e protettive dell’organismo.

Usi della canapa

Gli utilizzi di questa particolare pianta sono davvero numerosi. E la sua coltivazione è facile, non è necessario realizzare un impianto di irrigazione e non necessita di pesticidi o insetticidi: solo 8 delle 100 malattie più frequenti in agricoltura possono causare problemi.

Tutte le sue parti possono essere valutate: steli, foglie, semi.

  • Alimentazione. Sotto forma di farina di canapa ricavata dalla macinazione dei suoi semi rientra nella produzione di prodotti da forno e per la pasta; può essere usato l’olio a scopi alimentari.
  • Cosmetici. Per le sue eccellenti proprietà rigeneranti, rivitalizzanti, emollienti e ammorbidenti, grazie alla presenza di acidi grassi e di sostanze antiossidanti, l’olio di canapa è un ottimo cosmetico per pelle e capelli.
  • Tessile. Si utilizza la fibra ricavata dalla pianta per fare un tessuto molto resistente adatto sia a vestiti che per l’arredamento che per i cordami.
  • Carta. Può sostituire la carta fatta di polpa di cellulosa con fibra di canapa.
  • Plastica. La cellulosa ottenuta da questa pianta trova impiego nella realizzazione di materiali plastici biodegradabili. Si possono ricavare fibre plastiche, resine, cellofan, che possono essere usati come imballaggi o come materiale per il confezionamento di vari tipi di prodotti. Anche vernici, inchiostri, solventi e lubrificanti.
  • Edilizia. Gli steli della pianta sono utilizzati in edilizia come materiale per l’isolamento, e rientrano nella preparazione della malta. I materiali in canapa sono da 2 a 10 volte più resistenti di quelli in legno.
  • Auto. Nel 1941, Henry Ford aveva sviluppato un modello sperimentale di automobile con una carrozzeria di oltre il 70% di resina di canapa. L’auto era molto più leggera di quelle in metallo, il che permetteva di risparmiare carburante. Questo modello non è mai stato prodotto su larga scala, poiché il caso Hearst-Dupont ha distrutto ogni sfruttamento del nostro piccolo seme.
  • Carburante. Diverse ricerche stanno lavorando allo sviluppo di un combustibile verde a base di canapa.

Tessuto di canapa

La fibra di questa pianta ottenuta dai fusti è impiegata nel mondo tessile. Si tratta di una fibra robusta e resistente, ma allo stesso tempo facile da lavorare.

Il tessuto di canapa trattiene il calore meglio del cotone e la sua fibra è 3 volte più resistente. Ed è anche più produttiva: mezzo campo di canapa può produrre più tessuto di un ettaro di cotone.

Nella coltivazione della pianta non sono richiesti prodotti chimici per cui la fibra ottenuta può essere utilizzata per realizzare indumenti naturali.

Carta dalla canapa

La cellulosa ricavata dagli steli e dalle foglie della canapa può essere impiegata nella fabbricazione di carta.

Il raccolto è 4 volte superiore a quello ricavato dalla crescita controllata degli alberi per cellulosa. Sono inoltre necessari circa 20 anni di attesa per poterli abbattere e trasformarli in carta, mentre la canapa è pronta dopo 4 mesi.

La carta ricavata dagli alberi può essere riciclata solo due volte, mentre la carta di canapa può essere riciclata fino a 10 volte.

I semi di canapa

I semi di canapa possono essere adoperati a scopo alimentari. Se ne ricavano della farina e un olio, tutti alimenti nutrienti e salutari.

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Sono in grado di rafforzare il sistema immunitario, sono ricchi di proteine e possono ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.

Canapa: i suoi semi, da cui si ricavano farine e olio, sono altamente proteici e nutrienti.

Canapa e droga

Quando si parla di cannabis occorre fare un’importante distinzione tra canapa coltivata a scopo alimentare e quella per ricavare droga. La prima è quasi del tutto priva del principio psico-attivo, noto come THC o tetracannabinolo, oppure quest’ultimo è presente in concentrazioni minime, secondo dei valori stabiliti per legge, e viene sottoposta sempre a controlli di routine.

La coltivazione di questo ibrido di cannabis sativa è legale in Italia, mentre la coltivazione di tutte le varietà di cannabis con concentrazioni normali di THC è illegale.

L‘effetto psicotropo è infatti strettamente associato alla concentrazione del principio attivo THC presente in tutte le varietà di cannabis, anche nelle più comuni come la sativa o la indica. Bisogna però sapere che questa sostanza si ottiene solo dalle infiorescenze femminili e dalla resina.

Per questo sono state realizzate delle ibridazioni che contengono una percentuale bassissima o nulla di THC, che sono legali e ne consentono l’utilizzo sia in campo alimentare che come fibra.

In generale, gli effetti riscontrati sono soprattutto quelli di euforia, ebbrezza, illusioni e allucinazioni a contenuti piacevole. Queste manifestazioni tendono poi ad essere seguite da sonnolenza.

Canapa: la coltivazione

Attualmente in Italia la coltivazione della pianta a bassa concentrazione di tetracannabinolo è regolata dalla circolare ministeriale del MIPAF n. 1 prot. 200 dell’8 maggio 2002. Il suo contenuto trascurabile di THC la rende priva di effetti psicotropi e anche terapeutici.

La coltivazione può essere realizzata facilmente senza dover ottenere dei particolari permessi. La pianta riesce ad adattarsi in vari tipi di ambienti e climi, ma tende a crescere meglio in zone umide.

Può essere seminata su un terreno senza preliminari lavorazioni profonde. Non richiede, inoltre, l’uso di diserbanti e tende a svilupparsi piuttosto rapidamente. Si raccoglie verso la fine di settembre quando il colore cambia da verde a giallo oro.

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Ultimo aggiornamento il 14 Giugno 2020 da Rossella Vignoli

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