Capim Dourado, una fibra vegetale per fare gioielli
La fibra ricavata dal capim dourado viene intrecciata dagli indigeni dell’Amazzonia per farne bigiotteria e oggetti vari che brillano come l’oro vero ma sono decisamente sostenibili.
Nello stato brasiliano del Tocantis, nel nord est del Paese, si trova una regione arida denominata Jalapão, dove nell’affascinante alternanza di paesaggi lussureggianti e zone desertiche può capitare di imbattersi in vere e proprie distese di “campi d’oro”.
Non parliamo di miniere a cielo aperto, ma di una pianta tipica di questa zona, il capim dourado (Synghonantus nitens), noto anche come oro vegetale o del Sertao, lavorato dagli indios per la realizzazione di collane, bracciali, orecchini, borse, cinture e oggetti vari.
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Questa fibra vegetale nasce spontaneamente solo nell’area del Jalapão ed inizialmente ha un colore verde. Impiega un anno intero per maturare e assumere la tipica brillantezza dell’oro, che non muta nel tempo, neanche a contatto con l’acqua.
La pianta matura è costituita da una rosetta di foglie vicina alla superficie del suolo, del diametro di circa 4 cm. Nei mesi da settembre a novembre si procede alla raccolta, che avviene solo quando gli steli del capim dourado seccano e diventano dorati. In quest’operazione si fa attenzione a non sradicare le rosette per mantenere intatta la brillantezza delle aste e si lasciano sul terreno i semi, al fine di rinnovare la produzione.
Per quanto riguarda la lavorazione, prima di tutto il capim è tenuto a riposo due giorni per permettere l’asciugatura. Successivamente, la fibra viene immersa nell’acqua per farla diventare più flessibile al momento della cucitura. Per intrecciare e fissare gli steli d’erba è stato usata per molto tempo la seta del buritì, costituita da filamenti resistenti contenuti all’interno della palma buritì. Negli ultimi anni, per evitare l’abbattimento di queste piante che altrimenti rischierebbero l’estinzione, è divenuto frequente l’utilizzo del filo di seta color oro, che è più resistente e crea un effetto filigrana, capace di accentuare ancor di più la luminosità del capim dourado.
Quest’oro vegetale può facilmente esser indossato da tutti, poiché anallergico ed estremamente leggero. I filamenti ricavati dall’accurata raccolta vengono sapientemente lavorati dagli artigiani indigeni per dar vita a gioielli originali, eleganti e raffinati, che hanno raggiunto il grande pubblico a partire dai primi anni ’90, quando sono state inaugurate le fiere del folklore e dell’artigianato alimentare dello stato di Tocanti.
Le lavorazioni dell’oro del Sertao hanno origini antichissime e si tramandano di generazione in generazione. Già gli indios erano noti per tagliare quest’erba e cucirla con gli aculei spinosi dei cactus, al fine di realizzare ceste, contenitori e vari altri utensili domestici. Queste pratiche furono poi acquisite anche dalla popolazione nera dei quilombolas e successivamente arricchite, tanto che l’oro vegetale fu sempre più associato alla bigiotteria.
Oggi il capim dourado è una pianta rara, protetta dalla legislazione brasiliana e lavorata artigianalmente dagli indios, che la coltivano con accortezza e sapienza, al fine di ricavarne prodotti tipici e di qualità, destinati alla commercializzazione.
Un vero esempio di sostenibilità, dove il rispetto dell’ambiente si coniuga alla tutela dei diritti delle popolazioni indigene. L’artigianato dell’erba d’oro contribuisce infatti a sostenere l’economia della regione del Jalapão, senza che vi siano fenomeni di sfruttamento dei lavoratori o di uso irrazionale delle risorse. In Brasile si sono così moltiplicate gare e concorsi per la miglior lavorazione del capim dourado, con l’obiettivo di espandere la produzione, conquistare nuovi mercati e far conoscere alla più ampia platea di persone i bellissimi prodotti artigianali ricavati da questa preziosa pianta.
Numerose sono anche le associazioni sorte per la tutela e diffusione di questa forma di artigianato. Tra queste la “Capim Dourado”, fondata nel 2000 da un gruppo di artigiani del villaggio di Mumbuca in Mateiros, con gli obiettivi di gestire al meglio la produzione della pianta e di organizzare e diffondere la commercializzazione di quei prodotti artigianali che costituiscono una delle principali fonti di reddito per le comunità che risiedono all’interno del Parco statale del Jalapão.
Con la lavorazione del capim dourado viene incentivata un’economia semplice, sana, sostenibile e autogestita dalle popolazioni locali, che tutela l’ambiente e i diritti umani. Possiamo dirlo a voce alta: l’oro del sertao brilla più di quello vero.
Ultimo aggiornamento il 29 Maggio 2024 da Rossella Vignoli
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