Carta dal letame: il progetto di Maximus
Una carta equa e solidale, che tutela l’ambiente e gli elefanti, promuovendo lo sviluppo nelle aree rurali povere dello Sri Lanka: un progetto tutto da raccontare.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. Sono i celebri versi di De Andrè, quanto mai attinenti a quel che vi stiamo per raccontare.
Dal 1997 un’azienda dello Sri Lanka produce in modo eco-sostenibile la carta e tutta una serie di originali oggetti fatti a mano (fogli colorati, quaderni, biglietti di auguri, agendine, album, cornici, fiori, articoli di bigiotteria e di cancelleria ecc.), a partire dagli escrementi di elefante e altri materiali riciclati. Si chiama Maximus (dal nome zoologico del pachiderma dello Sri Lanka, Elephus Maximus Maximus) e il suo marchio registrato e riconoscibile a livello internazionale, “Elephant Dung Paper”, può esser tradotto proprio in “carta di cacca di elefante”!
Un’idea originale ed eco-friendly, il cui merito spetta in primis a Thusitha Ranasinghe, l’allora amministratore delegato della società, che nel 1997 decise di allargare il suo business dal semplice riciclaggio alla vera e propria produzione di carta, ricorrendo all’inesauribile materia prima fornita da questi imponenti animali.
Per capire la rilevanza di tale mossa bisogna fare un cenno alla situazione dello Sri Lanka, dove vive circa 1/10 degli esemplari allo stato brado di elefante asiatico, oggi seriamente a rischio a causa della riduzione del loro habitat e della minaccia umana. In questo Paese le aree protette sono infatti molto ristrette (meno di 1.000 Kmq) e i pachidermi, che possono spostarsi per centinaia di Km nell’arco di una stagione, finiscono per interferire con le attività agricole, divenendo vittime di una caccia spietata. Con la sua attività, Maximus sfrutta un prodotto finito sempre disponibile in grandi quantità (ogni elefante adulto produce 180-200 Kg di sterco al giorno) e ha avviato un’impresa in grande crescita economica che dà lavoro alle popolazioni locali. Si cerca così di modificare la percezione pubblica di questo animale: non più “nemico” e concorrente per la principale attività di sostentamento, ma risorsa economica e sostenibile, per il benessere delle comunità cingalesi coinvolte.
Dalla prima piccola fabbrica che impiegava solo sette dipendenti, oggi Maximus si è notevolmente ampliata, arrivando a un organico di oltre duecento persone. Il 90% della produzione è destinato all’esportazione all’estero, ma l’80% delle strutture produttive si trova nelle aree rurali del Paese (Kegalle, Kandalama, Sigiriya, Habarana), al fine di sfruttare le varie potenzialità offerte dalle popolazioni locali. Una crescita che si è verificata senza snaturare e tradire la mission societaria, che resta quella di creare nuovi posti di lavoro in loco, favorire lo sviluppo rurale, proteggere la natura e preservare gli elefanti dal rischio estinzione. Siamo dunque ben lontani dall’ottica delle economie di scala e delle delocalizzazioni, perché Maximus è rimasta lontana dai centri urbani e si è espansa e ha creato lavoro nelle aree rurali più isolate e povere, privilegiando un modello produttivo sotto molti aspetti più oneroso, ma socialmente utile e decisamente più gratificante.
La tipicità cingalese costituisce il vero valore aggiunto di questi bei prodotti di alta qualità, realizzati a mano con materiale riciclato al 100%. Il processo produttivo valorizza i rifiuti e minimizza l’impatto ambientale, ricorrendo principalmente agli escrementi di elefante (75%) come materia prima. Lo sterco viene raccolto in massima misura nell’ “orfanotrofio” degli elefanti di Pinnawela, istituito negli anni Novanta per accudire e reinserire in branco gli esemplari rimasti soli o malati. Una volta a disposizione, le feci vengono aperte, sgranate e messe a bollire per eliminare tutti i batteri. Dopo esser state mescolate con acqua e carta riciclata, si ottiene un impasto che viene colorato e sparso su una griglia per dare forma e spessore al foglio, poi steso, messo ad asciugare e pronto per i più vari utilizzi.
E IN ITALIA: La carta dalla buccia di mele
Oltre a esser disponibili sempre e in grandi quantità, gli escrementi di elefante presentano un altro indiscutibile vantaggio: non emanano cattivi odori! Lo stomaco di questi pachidermi è infatti molto corto, così che il cibo finisce per essere espulso prima ancora di iniziare a fermentare. Si spiega così la nota voracità degli elefanti, che non assimilano molto e avvertono un costante appetito.
Il colore e la tessitura della carta, denominata poopoopaper, dipendono invece da vari fattori, quali la dieta, l’età e la salute dentale degli animali. Le differenti tonalità si devono al tipo di cibo consumato dagli elefanti, mentre l’aspetto del prodotto finale deriva dalla loro capacità o meno di masticare, legata all’età. Se le fibre interamente digerite si tradurranno automaticamente in una carta liscia, quelle rimaste più indigeste origineranno un prodotto più ruvido e grezzo. In ogni caso, gli oggetti commercializzati garantiscono la massima qualità e sono completamente atossici.
C’è di più: la carta di Maximus, sicura e non inquinante, poiché priva di cloro e acidi, oltre ad esser frutto di una produzione equa e sostenibile contribuisce anche alla tutela degli elefanti. Una percentuale dei ricavati delle vendite è infatti destinata al Millennium Elephant Foundation, la fondazione che assiste i pachidermi anziani e disabili. Senza dimenticare che l’utilizzo del letame comporta una valorizzazione economica di questi animali, che finiscono così per esser apprezzati anche dalle comunità locali.
In quasi venti anni di attività, Maximus ha ottenuto una lunga serie di prestigiosi riconoscimenti per il suo impegno in favore dello sviluppo sostenibile. Tra i più recenti ci limitiamo a citare l’International ARC Awards (2013) e il National Energy Global Award (2012). In Italia i prodotti in poopoopaper sono commercializzati dalla cooperativa sociale Vagamondi di Formigine (Mo).
Guai a pensare che sia un semplice rifiuto: dal letame arriva la carta equa e solidale, che tutela l’ambiente e gli elefanti, promuovendo lo sviluppo nelle aree rurali povere dello Sri Lanka!
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Ultimo aggiornamento il 2 Dicembre 2018 da Rossella Vignoli
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