Case di alberi davvero sostenibili
Con il termine permacultura s’intende un ramo del design e ingegneria ecologica che mira a sviluppare un’architettura sostenibile e a creare sistemi autosufficienti. Coniato negli anni ’70, il termine stava a indicare la filosofia del lavorare con, piuttosto che contro la natura.
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Proprio da questa linea di pensiero nasce il progetto Fab Tree Hab. I suoi ideatori sono tre designers del MIT, Mitchell Joachim, Lara Greden e Javier Arbona, i quali hanno presentato questo progetto a Index:, evento mondiale del design tenutosi a Copenaghen, sotto la categoria “design per migliorare la vita”.
Fab Tree Hab è una casa fatta di alberi, i cui rami e fusti sono inizialmente “modellati” a crescere in determinate direzioni, in modo che in seguito possano crescere liberamente mantenendo l’impronta originaria.
Con determinati tipi di piante (dai rami e tronchi più flessibili) si possono creare gli ambienti abitabili (con l’aiuto anche di altri materiali naturali quali l’argilla), mentre con piante dai fusti più grandi e rigidi si può creare un ambiente circostante volto a riparare le strutture interne o creare spazi destinati ad altre funzioni.
FOCUS: le più belle case sull’albero in giro per il mondo
Il progetto, seguendo la filosofia della permacultura, è basato sul principio di simbiosi tra l’uomo e la natura: questa “convivenza” punta a 1) prendersi cura della natura, condizione senza la quale l’uomo non può vivere bene, 2) (di conseguenza) prendersi cura dell’uomo, 3) condividere il surplus generato, azione che rispecchia il motto “usare insieme invece che consumare individualmente”; inoltre, quest’ultimo punto mette in evidenza la relazione rifiuto=cibo, ossia, ciò che qualcuno considera rifiuto, qualcun altro lo considera fonte di nutrimento: si vengono così a creare delle catene in cui la vegetazione cede i suoi frutti all’uomo, i cui rifiuti andranno a nutrirla nuovamente.
L’obiettivo di questo progetto è produrre più energia di quanta se ne consuma: gli input energetici sono ridotti al minimo e alla fine, i cicli creati (per esempio del cibo e dell’acqua) si auto-sostengono autonomamente. L’attenzione è quindi posta su autosufficienza, gestione sostenibile, ma soprattutto sulla produzione e consumo in base alla capacità di generare del sistema, dunque su un aspetto che non prevede sprechi a priori.
Soluzioni di questo genere assumeranno una grande importanza in termini di abbattimento dei costi: il prezzo dell’energia sta aumentando così come quello dell’acqua e della sua gestione, per non parlare di quella dei rifiuti. All’orizzonte si sta delineando sempre più nettamente un bivio, una decisione che dovremo compiere, tra due modi di vivere: quello dell’egoismo e del consumismo (il quale ci ha condotto al punto in cui ci troviamo oggi) e quello della condivisione e del rispetto della natura. Si tratta di un grande cambiamento ma del quale dovremo assumerci la responsabilità, per il nostro futuro.
E’ dalla co-operazione, in qualunque settore, che si trae il massimo vantaggio per tutti. Sarete pronti a traslocare?
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Ultimo aggiornamento il 23 Maggio 2024 da Rossella Vignoli
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Una soluzione del genere com’è gestita dal punto di vista normativo? C’è bisogno comunque del permesso di edificabilità?