Cos’è una barriera acustica verde per le strade
Esiste una barriera acustica verde per strade e case, che limita la trasmissione delle onde sonore equindi migliora la qualità della vita dei cittadini, sempre più stressati dall’inquinamento acustico.
Clacson, frenate, rombi di motori, volumi altissimi di locali pubblici, stereo e TV tenuti “a palla”, tonfi e stridii delle varie attività industriali e artigianali sono la nostra colonna sonora quotidiana urbana; siamo vittima del rumore e necessitiamo di una barriera acustica verde perché, purtroppo, il rumore delle nostre città fa tremendamente male.
L’inquinamento acustico è ormai riconosciuto come uno dei principali problemi ambientali, poiché deteriora gli ecosistemi e arreca disturbo al sonno e al normale svolgersi delle attività quotidiane; ma è anche causa di una maggiore incidenza di alcune malattie, quali infarti, ictus, problemi cardio-vascolari ecc. Quando non si può intervenire sulla fonte del rumore, esistono degli elementi naturali, piante ad alto fusto ma non solo, che limitano il propagarsi delle onde sonore e proteggono le nostre orecchie.
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Per prevenire e combattere questo fenomeno esiste un’ampia normativa, tra cui la legge quadro del 1995, che impone ai Comuni di adottare piani di risanamento acustico in caso di superamento dei valori limite, permettendo di ricorrere anche a interventi di mitigazione di tipo passivo, comprendenti l’installazione di barriere antirumore.
In effetti, quando non è possibile o è insufficiente l’intervento sulla sorgente di rumore o sugli edifici, l’unica difesa resta proprio quella che prevede l’installazione di uno schermo protettivo. Per barriera acustica s’intende una struttura naturale o artificiale per la riduzione del rumore, che s’interpone sul percorso di propagazione diretta del suono per via aerea, dalla sorgente sonora al ricevitore. La sua efficacia viene espressa attraverso l’attenuazione in decibel, definita come differenza tra il livello di pressione sonora in corrispondenza del punto in cui si trova il ricevitore, e quello che si verifica nella stessa posizione con la presenza della barriera.
Questo dispositivo risulta efficace quando la potenza sonora trasmessa direttamente attraverso di esso risulta trascurabile rispetto a quella trasmessa per via area. Quando un’onda sonora incontra un ostacolo, infatti, parte della sua energia viene assorbita, parte riflessa e altra parte propagata oltre il bordo che delimita l’ostacolo per effetto della diffrazione. Se la barriera è solida, priva di vie di fuga (ad esempio fori e discontinuità) e di massa sufficientemente elevata, il rumore trasmesso attraverso di essa sarà marginale in confronto a quello diffratto.
Esistono numerose tipologie di barriere acustiche e materiali componenti, che vengono generalmente utilizzate per proteggere le aree residenziali, protette o ricreative, dai rumori prodotti da strade, autostrade, ferrovie e stabilimenti industriali. La scelta di un prodotto dipende quindi non solo dalle prestazioni acustiche richieste, ma anche da altri fattori quali la statica, la sicurezza, l’estetica, la durata, la manutenzione e i costi. In generale, si distinguono le barriere acustiche artificiali (fonoisolanti, fonoassorbenti, o fonoisolanti e fonoassorbenti) da quelle naturali (o verdi), che qui tratteremo.
Fasce protettive di vegetazione
Attraversando una fascia di vegetazione (alberi, cespugli, erba alta), il suono è costretto a subire un percorso tortuoso che tende a degradarlo in calore. L’attenuazione prodotta dalle barriere naturali dipende dalla profondità e altezza dello schermo protettivo, dall’ampiezza e robustezza del fogliame, dalla densità della chioma e dalla durata della fogliazione.
Prima di entrare nel dettaglio bisogna ricordare che, al di là della riduzione dell’inquinamento acustico, le barriere verdi svolgono altre importantissime funzioni: migliorano il paesaggio e la qualità estetica dei luoghi; depurano l’atmosfera con la fotosintesi; fungono da bioindicatori di particolari inquinanti e, infine, contribuiscono alla salvaguardia del suolo e alla regolazione idrotermica.
All’azione di riduzione dell’inquinamento acustico contribuiscono sia le foglie, che assorbono e trasformano l’energia sonora in calore o la deviano, specialmente alle frequenze più alte, sia il terreno, il quale ospita la barriera e in alcuni casi ne costituisce un elemento integrante (quinte vegetative, terre armate, muri vegetati), che agisce assorbendo le onde diretti radenti al suolo, o riflettendole con conseguente perdita di energia. Senza dimenticare il ruolo delle radici, che garantiscono la giusta porosità del substrato, sia in termini di assorbimento acustico che di ritenzione idrica.
Le piante prescelte per le barriere naturali sono le sempreverdi ad alta densità di fogliame e rapida crescita, totalmente prive di agenti patogeni. Per quanto riguarda le tipologie, le barriere naturali si distinguono in: quinte vegetative, rilevati con copertura vegetale e schermi a struttura mista.
Quinte vegetali
Le quinte vegetali sono composte da una sola fila di alberi di un’unica specie o da più varietà, arbusti ed erbacee ad alta resistenza, caratterizzate da una disposizione delle foglie ortogonale alla direzione di propagazione del rumore, e da una rapida crescita fino al raggiungimento di un’altezza ottimale. Questa tipologia è tra le più conosciute e utilizzate, ma richiede un’ampia disponibilità di spazio e comporta costi d’installazione e manutenzione piuttosto elevati, oltre a tempi lunghi per il raggiungimento degli effetti a regime (almeno 5 anni). In merito alle prestazioni, per ottenere abbattimenti di circa 10 dB (A) bisogna ricorrere a barriere alte 4 m e profonde 8 m.
Rilevati con copertura vegetale
I rilevati con copertura vegetale sono costituiti da accumuli lineari di terra, opportunamente stratificati e piantumati con essenze erbacee e arbustive. Da un punto di vista paesaggistico e ambientale rappresentano uno dei sistemi più corretti e acusticamente funzionali, anche se presentano il limite di necessitare di ampi spazi a lato dell’infrastruttura viaria da schermare.
Schermi a struttura mista
Infine, gli schermi a struttura mista nascono dalla combinazione delle piante con alcuni manufatti artificiali, che possono fungere anche solo da sostegno. Rientrano in questa categoria le terre armate rinforzate, i biomuri, i muri verdi, le barriere vegetative e quelle costituite da geosacchi.
Terre armate rinforzate
Le terre armate rinforzate ad esempio, sono rilevati in terra e pietrame a sezione trapezoidale, stabilizzati con apposite griglie metalliche e ricoperti con vegetazione. Una soluzione che presenta un ridotto impatto economico-operativo, dato l’utilizzo prevalente di materiale presente in loco, e si integra perfettamente nel contesto, assumendo l’aspetto di un cordone verde che fiancheggia l’infrastruttura viaria. Le terre armate richiedono uno spazio minimo di almeno 2-3 metri e non necessitano di particolari manutenzioni.
Biomuri o muri vegetali fonoasorbenti
I biomuri sono invece costituiti da una combinazione di strutture artificiali con funzione portante (calcestruzzo, acciaio, plastica, legno) e piante sempreverdi a rapida crescita e alta densità di fogliame, alimentate da sofisticati substrati di coltivo.
In generale, le barriere naturali necessitano di spazi più ampi e risultano in media meno efficaci (abbattimento di 5-6 dB A) rispetto a quelle artificiali (10-15 dB A), ma migliorano l’impatto visivo della struttura e offrono una soluzione ecologica all’inquinamento acustico.
Ben vengano quindi le protezioni naturali antirumore.
Immagini via shutterstock.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli
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