Che cos’è il mini-idroelettrico?
Le energie rinnovabili non includono solo il solare, l’eolico o il geotermico ma anche l’idroelettrico da cui l’Italia ricava molta elettricità grazie ai fiumi e torrenti alpini ed appennici. E’ una produzione energetica che ha più volte suscitato animati dibattiti, specie in seguito a disastri geologici, celebre il caso della diga del Vajont, accaduto nel 1963.
Ora i grandi impianti stanno lasciando spazio ad una nuova generazione di strutture, chiamate mini-idrolettrico a causa della ridotta dimensione di dighe e invasi. Elogiati da Comuni e aziende private, i micro impianti di generazione idrolettrica stanno però animando le forti resistenze delle popolazioni coinvolte dai progetti.
Dietro alla sostenibilità delle micro-centraline ci sono i pareri di geologi i quali sostengono invece la necessità di opporsi a queste iniziative. Da decenni l’idroelettrico si concentra quasi unicamente su grandi impianti, che risutano più redditizi, ed è solo dopo l’approvazione del Decreto Bersani nel 2007 che sono arrivati degli incentivi pubblici che hanno portato ad un vero e proprio boom di queste piccole centrali.
LEGGI ANCHE: Mini-idroelettrico, ora è accessibile a molti
Il mini-idroelettrico non va confuso con quei micro impianti che possono essere realizzati da singoli cittadini utilizzando salti di pochi metri o rimodernando vecchie strutture come mulini, fenomeni che rientrano nel modello di produzione elettrica distribuita auspicata da personaggi influenti della green economy come Jeremy Rifkin.
Con il mini-idroelettrico, invece, ci troviamo di fronte ad un approccio che risulta essere invasivo per gli ecosistemi in cui si inserisce, perché ostacola il normale flusso delle acque, impedendo la vita di numerose specie di pesci. I danni paesaggistici inoltre risultano notevoli, non solo per la diminuzione del flusso d’acqua dei torrenti ma anche per il rischio di dissesti idrologici o di un aumento artificiale delle piene. Oltre alle possibili frane dovute alla modificazione dei corsi dei fiumi va considerato che per realizzare queste opere bisogna scavare e muovere terra, operazioni che vanno ad incidere ancora di più sui delicati equilibri delle aree montuose.
LO SAPEVI? Energia idroelettrica, la prima fonte rinnovabile della storia
Così, ad esempio, la popolazione della Val d’Arzino, in Friuli, si sta mobilitando per ostacolare i progetti idroelettrici che intendono sfruttare le acque di uno dei torrenti più intatti della regione. Il bacino del corso d’acqua è interessato infatti da 6 progetti di diverse aziende, che nonostante le promesse di generare elettricità in modo pulito grazie all’acqua, sono stati considerati invasivi da diverse associazioni come il WWF o Legambiente.
L’Arzino è un corso d’acqua che scende dalla regione montuosa della Carnia e sfiora la zona delle Dolomiti Friulane, un territorio che presenta una ricchezza geologica di interesse internazionale, il numero di forre o canyon è qui tra i più alti d’Europa tanto da attirare geologi e speleologi da molti paesi. Dei progetti di sbancamento o di modfica anche solo parziale del fiume rischiano di compromettere così un paesaggio unico che ha grandi potenzialità di turismo ecologico, per realizzare progetti idroelettrici che sembrano essere redditizi solo in virtù degli incentivi statali.
POTREBBE PIACERTI: Micro-turbine per produrre energia dalle condotte d’acqua
Le alternative ad un micro-idroelettrico di questo tipo è la micro generazione distribuita di elettricità, prodotta da ogni cittadino o Comune per mezzo di impianti fotovoltaci, micro turbine eoliche e anche strutture che sfruttano le pendenze delle acque, senza però andare a modificare in modo significativo i torrenti di montagna ma utilizzando le vecchie strutture come i mulini o le piccole centraline di fine ‘800 o inizio ‘900 che si vedono ancora in molte città.
Non ci stancheremo di dire che le soluzioni energetiche ci sono e che le tecnologie per svilupparle sono in continua evoluzione, strumenti che non prevedono la distruzione di ambienti naturali ma che anzi ne prevedono la salvaguardia, portando profitto in modo responsabile e senza trucchi.
Ultimo aggiornamento il 22 Novembre 2017 da Rossella Vignoli
Iscrivetevi alla newsletter di Tuttogreen.it per rimanere aggiornati sulle ultime novità.