I segreti per coltivare il peperoncino a casa con successo
Che sia in vaso o a terra, l'importante è avere un posto bene esposto al sole
In questo post, vedremo tutti i consigli utili per imparare come coltivare peperoncino in vaso e a terra, sarà più facile partire dalle piantine, ma per chi ha pazienza è possibile anche dai semi. La cosa fondamentale è avere uno spazio esposto al sole!
Sommario
Per coltivare il peperoncino è meglio avere a propria disposizione un balcone o un giardino, poiché il frutto necessita di sole per diventare bello rosso e piccante. Basta acquistare una manciata di semi, che potranno essere piantati fin da marzo-aprile, per avere il primo raccolto per luglio-agosto. Visitate il sito dell’Accademia Italiana del Peperoncino per scegliere di quale forma, colore e dimensioni sarà il vostro peperoncino.
Vuoi sapere Perchè è piccante il peperoncino? Grazie alla capsaicina…
Come coltivare peperoncino: la semina
Il primo passo da conseguire per coltivare il peperoncino, è quello della germinazione, che può essere effettuata sia in casa che all’aperto, necessariamente quando le temperature si stabilizzano intorno ai 15°. I tempi di maturazione del frutto dipendono molto anche dalla tipologia di peperoncino scelto, che per il capsicum annuum variano dai 60 ai 90 giorni mentre per i capsicum chinense, i più conosciuti e forti, arrivano a circa 120 giorni.
Cosa fare se si vive in un posto freddo
Per anticipare la semina, nel caso in cui si viva al Nord e si voglia avere peperoncini freschi giusto in tempo per l’estate, sarà necessario realizzare un’incubatrice, depositando i semi sopra degli strati di carta assorbente bagnata. Il pacchetto così realizzato, dovrà foderare un contenitore di plastica trasparente dotato di coperchio, sul quale dovrete praticare dei piccoli fori per la circolazione dell’aria: i semi ora non necessitano di molte luce bensì di umidità.
Ricordatevi dunque di tenere la carta assorbente ben inumidita, ad esempio versando dell’acqua con un contagocce direttamente sui semi; la condensa attorno alla serretta, è il segno che state andando nella direzione giusta! La temperatura deve rimanere costantemente tra i 20° e i 30°; i termosifoni potrebbero essere un valido aiuto, ma ancor di più lo è la lightbox, ovvero una luce calda inserita in una scatola chiusa (di legno, cartone, plastica o vetro) da posizionare a circa 5 cm di altezza dai vasi.
In alternativa, val bene una lampadina compatta fluorescente da calare sui semi con del fil di ferro, dopo aver ricoperto il tutto con un foglio di alluminio. In commercio esistono anche delle mini-serre riscaldate, che costano meno di 50 euro e consumano poco più di 20 Watt, ma potete utilizzare anche luci a LED o neon tubolari di colore rosso e blu che coadiuvano la fotosintesi clorofilliana.
Cosa fare quando spunta la piantina di peperoncino
Una volta che i cotiledoni (ovvero le prime due foglie) saranno spuntati, aiutatevi con una pinzetta o una graffetta per sollevare delicatamente la radice e staccarla dalla carta assorbente. Trapiantate i semi in dei bicchierini di plastica, riempiti per i 3/4 con terriccio morbido e di grana fine, ma prima fate dei piccoli tagli sul fondo per evitare i ristagni d’acqua.
Poi infilate il seme e ricopritelo con almeno mezzo cm di terra, compattando bene. Una scuola di pensiero consiglia di accelerare la germinazione utilizzando la camomilla; il metodo, chiamato osmopriming, consiste nel mettere i semi di peperoncino a bagno nell’infuso per non più di 24/48 ore. Potrete farlo prima di riporli nell’incubatrice o in alternativa, prima di inserirli nei bicchieri.
Il trapianto in vaso
Dopo la germinazione, la lampada va tenuta accesa per 16 ore al giorno, per le prime 4 settimane, mentre per le successive, ne basteranno 12: se il fusto è sottile e verdognolo, la luce che le vostre piantine stanno ricevendo non è sufficiente, se invece è robusto e violaceo o color verde scuro, allora stanno crescendo benissimo.
Ricordate che il terriccio deve rimanere sempre umido ma non inzuppato o i semi marciranno. Se invece la germinazione verrà effettuata all’aperto, una volta spuntate le prime foglioline, trapiantatele in un vaso con del terriccio universale e sopra e sotto uno strato di argilla volto a favorirne il drenaggio.
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La cura delle piantine
Abbiate cura di spruzzare le piantine di peperoncino frequentemente con l’acqua e di esporle sempre più gradualmente alla luce diretta del sole, mentre se vorrete piantarle in giardino, scegliete un posto a mezz’ombra. Quando le piantine avranno raggiunto i 5-7 cm di altezza, aggiungete del concime, infine, se avrete messo più di un seme in un vaso, vi toccherà selezionare quelle più robuste: tempo 2 mesi, avrete piantine di peperoncino fiorite alte 20 cm!
Alcuni vivaisti consigliano di potarne i rami superflui, ovvero quelli che non seguono la tipica forma a Y, poiché tolgono alla pianta preziosi nutrienti. Non esagerate però, poiché anch’essi a volte si rivelano portatori di frutti teneri e succosi, perciò intervenite solo sui rami meno vigorosi e su quelli secchi. Inoltre se la varietà prescelta supera i 40 cm, munitevi di canne o bastoni che ne faciliteranno la crescita.
Per proteggere la pianta dal freddo dei mesi successivi alla raccolta, basterà trovare un posto che la tenga al riparo dai venti; il terriccio però dovrà sempre essere umido. Se avete piantato i peperoncini in giardino invece, e abitate in un posto freddo, potrebbe essere sufficiente pacciamare per bene il terreno.
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I nemici del peperoncino
Da ultimo, ricordate che la pianta del peperoncino teme gli afidi, detti anche pidocchi, il ragnetto rosso e gli acari. Questi ultimi emettono una sostanza vischiosa che è molto amata dalle formiche, perciò se noterete una colonia vicino ai vostri peperoncini, liberatevene il prima possibile, acquistando un gruppo di coccinelle, predatrici di acari e afidi, oppure associate dei vasi di lattuga, finocchio, carote o aneto, che attirano le coccinelle. Inoltre non lasciare ristagni di acqua.
Gli afidi sono insetti piccolissimi, di colore verde chiaro; quando la pianta è attaccata le foglie si accartocciano e si formano delle bolle. Potete preparare una miscela con 1 manciata di sapone di Marsiglia in scaglie e 10 l di acqua da irrorare ogni 3 settimane sulle piante.
Per sbarazzarvi della mosca bianca potrete usare una trappola cromotropica, ovvero nastro cosparso di collante; anche l’infuso di aglio è un valido alleato, oppure una sostanza naturale, estratta dalle margherite, chiamata periteto.
La maturazione e la raccolta
Dopo la fioritura si cominciano a formare i frutti, dapprima di un verde squillante; solo quando sono maturi diventano rossi. A volte il cambiamento avviene in una settimana, ma sempre partendo dall’alto, dopo alcuni giorni che avrete osservato il peperoncino del suo nuovo color rosso, è possibile raccoglierlo.
E’ importante sapere che solo un peperoncino maturo ha un elevato tenore di capsaicina e quindi un buon livello di piccantezza. Assaggiare il peperoncino per controllare che sia piccante è il modo più semplice per capire di avere raggiunto il risultato sperato.
Se limitate le annaffiature a due settimane dal raccolto e lasciate i vasi ben esposti al sole, otterrete un frutto più piccante.
I peperoncini si raccolgono a maturazione completa, lasciando una parte di picciolo. Si possono usare freschi oppure seccarli al sole o in forno, a circa 50°. Infine potrete ridurli in polvere con un frullatore oppure metterli in un vasetto pieno di olio extravergine a cui cederanno tutto il loro aroma.
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Ultimo aggiornamento il 26 Febbraio 2023 da Rossella Vignoli
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