Come diventare apicoltore: quel che c’è da sapere
Corsi da frequentare, attrezzatura necessaria, iter burocratici da adempiere
Scopriamo come diventare apicoltore, un mestiere antico, che si è evoluto con l’ausilio di tecniche innovative e sostenibili, e che affascina molte persone che vogliono fare del loro stile di vita improntato sulla passione per la natura e il rispetto per l’ambiente una attività redditizia. Sono in tanti, infatti, che decidono di diventare apicoltore per professione, o anche solo per hobby. In ogni caso, non ci si improvvisa. Per potersi dedicare a questa attività è necessario avere una adeguata formazione, seguendo appositi corsi e facendo tanta pratica presso un apicoltore esperto. Ecco quindi tutto quel che c’è da sapere per cimentarsi nell’attività apistica.
Sommario
- Come diventare apicoltore in sintesi
- Cosa studiare per diventare apicoltore
- Quali corsi per diventare apicoltore
- L’attrezzatura per diventare apicoltore
- Quali costi per diventare apicoltore
- Come diventare apicoltore biologico
- Come diventare apicoltore per hobby
- Come diventare apicoltore professionista
- Denuncia possesso di alveari
- Le domande più frequenti su come diventare apicoltore
Come diventare apicoltore in sintesi
Per diventare apicoltore – per professione o per hobby – è necessario studiare le api e tutto ciò che riguarda questi insetti: il loro mondo e il loro habitat, ciò di cui si nutrono, le loro abitudini e le eventuali malattie a cui possono andare incontro.
Oltre a ciò, è necessario individuare un luogo dove collocare le arnie e procurarsi tutte le attrezzature utili per avviare e gestire l’allevamento.
Infine, è importante sapere come e quando raccogliere il miele, e come conservarlo.
Per saper far tutto quanto descritto, è fondamentale studiare tanto, seguendo corsi specifici, leggendo libri e manuali tecnici, e facendo pratica presso un apicoltore.
Cosa studiare per diventare apicoltore
Il percorso per diventare apicoltore richiede l’apprendimento di nozioni teoriche di alcune materie specifiche, nonché di specifiche abilità pratiche.
Per quanto riguarda la teoria, vanno approfonditi alcuni concetti di ecologia, biologia e botanica, con particolare riferimento all’universo delle api.
Un bravo apicoltore deve conoscere in maniera precisa com’è il ciclo di vita di ognuno di questi insetti (ape regina, ape operaia, composizione delle colonie…).
Inoltre, è altrettanto indispensabile avere una approfondita conoscenza del contesto naturalistico in cui si vive e in cui le arnie verranno sistemate, e delle relative fioriture.
Quali corsi per diventare apicoltore
È fondamentale frequentare un corso. In Italia, varie associazioni apistiche organizzano corsi che si svolgono in più giornate.
Tuttavia, se si desidera seguire dei corsi di apicoltura certificata, è bene rivolgersi all’AANI, la prima associazione italiana dedicata all’apicoltura naturale (aani-associazioneapistica.org), che mette al centro il rispetto sia delle api che dell’ambiente.
Altre associazioni che promuovono corsi e formazione sull’apicoltura sono distribuiti sul territorio, regione per regione, come Alpamiele in Liguria ad esempio (alpamiele.it/formazione/), oppure scuole di formazione professionale che propongono corsi post-terza media di avviamento all’apicoltura, come la ABF di Clusone (abf.eu/clusone/corsi/avviamento-apicoltura/), ma anche associazioni del terzo settore e onlus che offrono un’alternativa formativa sull’apistica, come Creda onlus (creda.it/corso-pratico-di-apicoltura-2024/).
In sintesi, è consigliabile seguire dei corsi teorici, poi un laboratori pratica:
- Associazioni apistiche locali: offrono corsi e programmi di formazione specifica
- Università e centri di ricerca: alcuni dipartimenti di scienze agrarie o ambientali possono offrire corsi in apicoltura
- Scuole di formazione professionale: possono avere un’offerta formativa che prevede corsi pratici e teorici di apistica
- Piattaforme online: siti specializzati in corsi online come Udemy (solo in inglese), Freedome o specifiche piattaforme di apicoltura propongono corsi, basta cercare corso di ‘apicoltura online’ o ‘corso di apicoltura teorico’
È importante accertarsi che il corso prescelto sia ben strutturato, e che comprenda quindi sia sessioni teoriche che pratiche (con prevalenza di ore di attività pratica).
Inoltre, è fondamentale che il corso abbia luogo durante l’intera stagione apistica (da marzo a settembre), così da offrire l’opportunità anche di fare pratica.
Per diventare apicoltore serve tanta pratica. Per dare un’idea indicativa, un principiante può diventare abile ed autonomo dopo circa 4 anni dall’inizio del suo percorso!
Per trovare corsi di formazione vicino alla propria zona si deve contattare l’associazione di apicoltori locali e chiedere informazioni sui corsi per principianti.
L’attrezzatura per diventare apicoltore
Per gestire api, apiari ed alveari, e poi anche per occuparsi della produzione del miele, è necessario dotarsi di attrezzatura specifica.
Abbigliamento protettivo dell’apicoltore
Ci si deve proteggere indossando un abbigliamento protettivo professionale, costituito da tuta, guanti e maschera, così da poter operare in tutta sicurezza.
I guanti non devono essere troppo spessi e devono aderire bene alle dita, così da consentire un lavoro di precisione.
L’attrezzatura si trova sia dagli apicoltori, che nei centri specializzati in apicoltura e allevamento piccoli animali che online.
La tuta da apicoltore per esempio costa tra i 35 e gli 85 euro.
Come trovare le api per fare l’apicoltore
Dopo aver preparato le arnie, vanno reperite le api, in natura oppure acquistando una colonia o alcune famiglie da venditori certificati.
L’ideale è acquistare almeno 3 sciami di api durante la bella stagione, idealmente nella prima metà di aprile. È fondamentale che la regina degli sciami sia feconda e che non abbia oltre un anno di età.
L’apiario può essere fisso o mobile (questa seconda tipologia è quella preferita da chi pratica l’apicoltura nomadista). In ogni caso, per ogni sciame serve un’arnia.
Ci si può rivolgere direttamente agli apicoltori ed agli allevatori di api, che in genere possono fornire degli sciami disposti su telaini, e all’interno di porta-sciami. Sono eseprti nella cessione di ‘materiale vivo’ (alveari, nuclei, pacchi d’ape, api regine).
Ci sono allevatori che si occupano anche solo del servizio di impollinazione. In primavera, le famiglie di api crescono al ritmo di un nuovo telaino ogni settimana. Per questo, è necessario costruire nuovi telaini usando un foglio cereo nuovo per ogni arnia.
Per eseguire questa operazione, sono necessari strumenti come: lo scalda filo per telaini per attaccare i fogli cerei, e il filo zincato per telaini per armarlo. Con lo zigrinatore è poi possibile ondulare il filo zincato per garantire maggiore stabilità del foglio cereo sul telaino.
Per aumentare uno sciame o per recuperarne uno (proprio o naturale), è necessario dotarsi di un pratico cassettino porta-sciami.
Dove trovare le arnie
Si possono trovare delle arnie dagli apicoltori, ma anche online, assieme ad altri strumenti e accessori per fare l’apicoltore.
Un’arnia standard da apicoltura fissa con 10 favi si aggira tra i 150 e 180 euro.
Un’arnia di fecondazione per la regina, con 2 telaietti, costa tra i 80-100 euro. Come questa:
Un’arnia completa di telaini adatta all’apicoltura nomade costa tra i 160 e 200 euro. Come questa:
Strumenti per operare
Per lo svolgimento di varie operazioni, occorre dotarsi di specifiche attrezzature:
- Leva lunga dotata di uncino: serve a sollevare i telaini
- Lama per raschiare i telaini
- Affumicatore con protezione anti scottatura
- Accendino antivento ricaricabile per accendere il contenuto dell’affumicatore
- Escludi regina per separare nido e melario, ne serve uno per arnia
- Apiscampo, strumento utile per raccogliere il melario facendo scivolar via le api
Strumenti per la raccolta del miele
Per l’eliminazione della cera che chiude le cellette contenenti il miele (disopercolatura) e successivamente smielare i melari, si può ricorrere a diversi strumenti:
- Banchetto per disopercolare: è composto da 2 cassette, una dentro l’altra, delle quali, quella più interna presenta dei fori da cui far defluire il miele
- Forchetta o macchinario automatico per disopercolatura
- Fusti maturatori in acciaio inox, tanti quante sono le tipologie di miele
- Smielatore a centrifuga: manuale o elettrico in base alle quantità di miele prodotto
- Filtro per filtrare il miele durante il travaso dallo smielatore al fusto. Per i mieli più liquidi è adatto il filtro in nylon, mentre per quelli più viscosi, come ad esempio il miele millefiori, si consiglia di utilizzare anche il filtro in acciaio
- Rifrattometro: strumento che misura il livello di umidità del miele presente nelle cellette dei favi, così da poter capire se il prodotto è già pronto per essere smielato
Strumenti per il trattamento delle api
Per la gestione quotidiana dell’apiario sono necessarie diverse attrezzature:
- Gabbiette per l’ape regina, dove rinchiuderla durante i trattamenti con acido ossalico
- Cogli-regina, per catturare la regina sul telaio e riporla nella gabbietta
- Nutritori, necessari durante le stagioni più difficili
- Antistaminici, a scopo preventivo
- Acido ossalico, da applicare negli apiari senza covata per contrastare la varroa
Quali costi per diventare apicoltore
Occorre preventivare un investimento iniziale di 3.000-3.500 euro.
- Un buon corso costa come minimo 900 euro.
- Iniziare una piccola colonia di api con arnia e struttura costa fra i 150 e i 350 euro.
- Attrezzatura e strumenti utili per la gestione dell’apiario, hanno un costo fra i 1.500-2.000 (fra le attrezzature più costose ci sono lo smielatore, che costa circa 600 euro e il banco disopercolatore, sui 500 euro. I vari strumenti e attrezzi, hanno però durata di molti anni.
Oltre alle spese indicate, va poi considerato anche il terreno dove ospitare l’apiario. Se il terreno non è di proprietà, vanno quindi aggiunte le spese dell’affitto di un piccolo appezzamento agricolo.
Come diventare apicoltore biologico
Vorremmo sottolineare prim di tutto che il miele non richiede nessun trattamento. Viene cioè estratto dai telai, e filtrato dai residui di cera più evidenti con un setaccio a rete e con un filtro di nylon per rimuovere le impurità più piccole. Stop. Il prodotto è naturale così, senza impurità e altre operazioni.
Quando si parla di apicoltura naturale o biologica, alla base c’è la salvaguardia delle api, più che del prodotto finale, cioè il miele.
Si lavora praticando l’arte apiaria nel rispetto dei processi e dei naturali ritmi delle api, evitando tassativamente l’impiego di tecniche e materiali più interventisti e artificiali. Come accade per l’agricoltura biologica.
Per diventare apicoltore biologico è necessario seguire specifici corsi di apicoltura naturale, durante i quali vengono insegnati principi fondamentali, quali:
- il rispetto dei cicli naturali delle api
- la minimizzazione degli interventi da parte dell’uomo all’interno dell’arnia
- la consapevolezza ambientale, al fine di praticare l’apicoltura in maniera etica e responsabile
Per quanto poi riguarda la gestione dell’arnia, sono da favorire:
- le pratiche sostenibili, che apportano benefici alle api e all’ambiente circostante
- le arnie naturali, che imitano le condizioni naturali
- il controllo naturale dei parassiti, evitando l’utilizzo di prodotti chimici
- la biodiversità, utile per mantenere colonie di api sane e robuste
Infine, è fondamentale conoscere le normative locali riguardanti l’apicoltura, soprattutto in relazione alla produzione e vendita di prodotti biologici.
Come diventare apicoltore per hobby
Per quanto riguarda l’apicoltura, la legge nazionale fa riferimento alla Legge 24 dicembre 2004, n. 313 “Disciplina dell’apicoltura” che, sostanzialmente, riconosce tre figure:
- apicoltore amatoriale (per hobby)
- imprenditore apistico
- apicoltore professionista
Di solito, l’apicoltore per hobby produce il miele per sé e per la propria famiglia, e non a fini di vendita.
Analizziamo ora il caso dell’imprenditore apistico, ovvero colui che vende i prodotti delle api, come cera d’api, propoli e pappa reale.
per un guadagno modesto, che di solito rappresenta una forma di introito integrativa. L’iter burocratico cambia in base al valore del volume d’affari.
Caso 1 – Volume d’affari è inferiore a 7.000 euro
L’apicoltore può adottare un regime IVA cosiddetto di “esonero”, tipico dei piccoli produttori agricoli.
In questo caso, occorre presentare all’Agenzia delle Entrate – per via telematica – l’elenco dei clienti e fornitori, entro il 20 aprile dell’anno successivo.
In caso di vendita diretta, l’azienda va anche registrata al Registro delle Imprese tenuto dalla Camera di Commercio.
Caso 2 – Volume d’affari superiore a 7.000 euro
In questo caso, si deve ottemperare i seguenti obblighi:
- iscrizione alla Camera di Commercio
- tenuta della contabilità, scegliendo tra “regime speciale per l’agricoltura” o regime “ordinario”. In genere, il primo è il più conveniente; tuttavia, se si prevedono ingenti spese da poter detrarre, allora può essere più conveniente optare per il secondo tipo di regime citato. In ogni caso, per fare la scelta più opportuna e conveniente per il proprio specifico caso, il commercialista (meglio se specializzato nel settore agricoltura) è la figura più adatta a cui rivolgersi per chiedere un consiglio personalizzato e per evitare problemi di tipo contributivo
Come diventare apicoltore professionista
Gli apicoltori professionisti devono:
- Aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate e i scriversi alla Camera di Commercio
- Compilare la DIA – Denuncia di Inizio Attività – presso l’Ufficio delle Attività Produttive di Zona (SUAP)
- Avere una PEC – Posta Elettronica Certificata
- Dotarsi di un laboratorio a norma dal punto di vista igienico-sanitario dove eseguire le varie lavorazioni e il confezionamento
- Definire un’etichetta a norma per i vari prodotti con l informazioni richieste per legge
- Adottare un sistema di rintracciabilità e un manuale di autocontrollo igienico aziendale
Denuncia possesso di alveari
Indipendentemente dal tipo di apicoltore, è obbligatorio denunciare l’acquisto o la cattura di sciami all’Anagrafe apistica tramite il sito vetinfo.it, oppure incaricando per tale incombenza un’associazione apistica oppure l’ASL (ufficio veterinario).
Il competente Servizio Veterinario attribuisce il codice identificativo dell’allevamento.
Chi pratica apicoltura nomade, dovrà registrare lo spostamentod elle arnie entro 7 gioni dall’evento all’anagrafe di competenza territoriale.
Le domande più frequenti su come diventare apicoltore
Rispondiamo ora alle domande che, più di frequente, ci vengono poste sul tema.
Quante arnie servono per iniziare
Per cominciare può essere sufficiente anche solo un’arnia. In genere, si consiglia di iniziare con un paio di alveari, principalmente per fare un confronto.
Quando cominciare a fare l’apicoltore
In qualsiasi momento, anche se, il periodo più indicato è la primavera, così da avere davanti tutta la stagione produttiva.
Dove collocare l’apiario
L’apiario va collocato in un luogo che risponda ai seguenti requisiti.
- Luogo caratterizzato da buone fioriture nettarifere
- Sistemare le arnie proprio al di sotto delle fioriture
- Lontano da luoghi molto rumorosi e da strade molto trafficate
- In direzione sud–sud/est
- Zona ombreggiata durante le ore centrali in estate e al tempo stesso ben illuminata in inverno
- Al riparo da venti e correnti d’aria forti
- In un luogo privo di umidità e dov’è garantita una certa circolazione d’aria
- Disporli creando delle linee curve a semicerchio. In caso di più file, mantenere una distanza di almeno 6 metri l’una dall’altra
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Foto di Sophie N. su Unsplash
Ultimo aggiornamento il 4 Settembre 2024 da Rossella Vignoli
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