La guida pratica per fare il compost in casa
I segreti del compostaggio domestico, spiegati in modo semplice
Scoprite tutti i nostri suggerimenti e consigli per fare il compost in casa: da oggi il compostaggio domestico non dovrà più avere segreti per voi!
Sommario
- Che cos’è il compost
- Come fare il compost: partiamo da qui
- I vantaggi del compost
- Cosa può diventare compost e cosa no
- Come fare il compost: compostaggio in cumulo
- I segreti per fare un buon compost
- Come fare il compost: la concimaia
- Come fare il compost usando il composter
- Compost senza odore con la fermentazione giapponese
- Altrri approfondimenti tematici
Ridurre i rifiuti è una necessità impellente della nostra società consumistica. I costi elevati associati ai rifiuti e l’inquinamento prodotto dalle operazioni di smaltimento e recupero lo impongono.
Ogni anno, l’italiano medio contribuisce alla raccolta differenziata con 80 kg di rifiuti organici. Questi salgono a 100 se consideriamo anche gli scarti biodegradabili, quali legno, carta e prodotti tessili. Questa mole cospicua di rifiuti potrebbe esser ridotta se ognuno di noi provvedesse per proprio conto a trasformare il compost in fertilizzante naturale, invece che destinarlo alla raccolta differenziata.
Una scelta amica dell’ambiente, conveniente economicamente. Che comporterebbe anche un minor ricorso ai concimi chimici. Ma sapete veramente come fare il compost?
Prima però facciamo una piccola premessa sul compost.
Che cos’è il compost
Ciò che rimane dopo che avete avviato una procedura di compostaggio domestico è questo fertilizzante. Cioè il risultato di un processo di decomposizione ed umificazione su residui di sostanze organiche, come ad esempio le foglie del vostro giardino, l’erba tagliata dal prato…
A seconda del metodo che avrete adottato otterrete una diversa tipologia di compost ma sostanzialmente si possono categorizzare in 3 tipi:
- compost fresco (dai 2 ai 4 mesi nel caso di compostaggio con il cumulo) è ancora in corso di trasformazione. Essendo ancora ricco di sostanze nutritive è ottimo come fertilizzante e per la crescita delle piante. State, però, attenti ad applicarlo direttamente alle radici perché questo compost è ancora poco stabile.
- compost pronto (dai 5 agli 8 mesi) è stabile, in quanto il processo di decomposizione non produce più calore. D’altro canto, è meno adatto ad essere utilizzato come concime. Vi consigliamo di utilizzarlo in orti o giardini come fertilizzante prima della semina o del trapianto.
- compost maturo (12/18 o 24 mesi) è quello in assoluto più stabile. Dunque, è il meno adatto come concime. È perfetto a contatto diretto con le radici o i semi e come terriccio per le piante in vaso o anche in caso di risemine e rinnovamenti di prati.
Ora vediamo come ottenerlo con un procedimento di semplice comprensione ed esecuzione.
Come fare il compost: partiamo da qui
Abbiamo detto che per compost intendiamo il prodotto della decomposizione, accelerata e controllata dall’uomo, di sostanze organiche. Tra queste, scarti di cucina. Principalmente resti di verdura, bucce di frutta, fondi di caffè e tè, gusci d’uova, cenere di caminetti etc.
Ma anche di giardinaggio. Per esempio ramaglie di potatura, sfalcio dei prati, foglie secche, fiori appassiti, scarti dell’orto.
Il compostaggio domestico è realizzabile mediante l’acquisto di appositi composter o compostatori non eccessivamente costosi. Quelli per uso interno vanno dai 50 ai 100 euro, gli altri per uso esterno dai 200 ai 300, essendo dotati anche di controllo della temperatura e rimescolamento automatico.
I vantaggi del compost
Il compostaggio domestico permette una serie di vantaggi.
Prima di tutto garantisce la corretta chiusura del ciclo dei rifiuti, visto che l’organico costituisce circa un terzo del totale della spazzatura domestica. Il compost fai da te evita il conferimento in discarica o all’inceneritore, diminuendo così i costi di smaltimento. Alla fine della procedura di compostaggio domestico, poi, avremo a disposizione un concime organico naturale.
Questo sarà utilizzabile nell’orto, in giardino o per le piante in vaso al posto degli inquinanti fertilizzanti chimici. Risparmieremo così denaro, limitando l’acquisto di terricci, substrati e concimi organici. Ed al contempo ridurremo l’inquinamento atmosferico prodotto dalla combustione di questi scarti, evitando pure l’infiltrazione di percolato nel terreno.
Il compost, quale concime organico naturale, rilascia gradualmente nel terreno gli elementi indispensabili allo sviluppo dei vegetali, quali azoto, fosforo, potassio e oligoelementi.
Cosa può diventare compost e cosa no
Chi volesse procedere al compostaggio domestico, deve prima di tutto fare attenzione a cosa porre nel composter.
Vanno bene gli scarti di cucina e del giardinaggio sopra indicati, oltre ad altri materiali biodegradabili. Tra questi la carta non patinata, il cartone, la segatura e i trucioli provenienti da legno non trattato.
Attenzione, devono essere assolutamente evitati tutti gli oggetti in vetro, plastica e metallo, i tessuti sintetici, i prodotti chimici, i farmaci scaduti, la carta patinata e le lettiere di cani e gatti. Può invece essere usata ma la massimo il 10% la bioplastica compostabile.
Con molta cautela, possono poi essere aggiunti anche gli avanzi di cibo di origine animale e i cibi cotti in piccole quantità. Stessa avvertenza per le foglie di piante resistenti alla degradazione (magnolia, faggio, castagno, aghi di conifere ecc.).
Come fare il compost: compostaggio in cumulo
Veniamo ora alle varie forme di compostaggio. La più diffusa è sicuramente quella in cumulo. Qui dovremo scegliere luoghi praticabili tutto l’anno, irrigabili e che si trovino all’ombra di alberi che in inverno perdono le foglie. In inverno dobbiamo consentire l’irraggiamento solare, mentre d’estate la luce solare va mitigata. Porre del legno sminuzzato sotto il cumulo (10-15 cm) è un’altra buona pratica per evitare la formazione di fango nei mesi invernali.
L’altezza minima del cumulo deve essere di 50-60 cm,, al fine di trattenere il calore e garantire l’attività microbica. Non devono essere però superati gli 1,3-1,5 m, altrimenti il materiale rischia di compattarsi sotto il suo peso.
La forma migliore in estate è quella a trapezio. Consente di assorbire adeguatamente le piogge e sostituire l’acqua evaporata. In inverno, al contrario, è buona norma ricorrere a quella triangolare, per evitare l’eccessivo accumulo di pioggia all’interno del cumulo, data la più scarsa evaporazione.
I segreti per fare un buon compost
Il segreto per la buona riuscita del compostaggio sta poi nella corretta miscelazione degli scarti. Questa attività è fondamentale per consentire la giusta attività dei microrganismi ed evitare l’insorgere di fenomeni di putrefazione, coi conseguenti cattivi odori.
In pratica, bisogna realizzare una giusta stratificazione, alternando gli scarti più umidi e azotati (sfalci d’erba e residui di cucina), con quelli più asciutti e carboniosi (ramaglie triturate, cartone spezzato, trucioli di legno, foglie secche, paglia ecc.), che garantiscono una buona porosità e il corretto apporto di ossigeno al cumulo. Il contenuto iniziale di acqua deve essere tra il 45 e il 65%, mentre per quanto riguarda il giusto rapporto azoto-carbonio, è bene sapere che per ogni grammo del primo ne servono 20 o 30 del secondo.
Per garantire il corretto apporto di umidità, il cumulo può essere coperto durante i periodi piovosi con materiali tipo “tessuto-non-tessuto”o teli in juta o strati di foglie e paglia di 5-10 cm. In questo modo potremo trattenere l’acqua senza compromettere la circolazione dell’aria. La copertura può esser utile anche a proteggere dall’eccessivo essiccamento durante i mesi estivi.
Un altro aspetto da non sottovalutare per la buona riuscita del compostaggio è poi la giusta ossigenazione. È fondamentale per i batteri che operano la biodegradazione in condizione aerobica. Per un corretto ricambio d’aria bisogna quindi non comprimere il materiale del cumulo e rivoltarlo periodicamente con un forcone, operazione da ripetere frequentemente qualora l’ammasso fosse poco poroso.
Come fare il compost: la concimaia
Un’alternativa al cumulo può essere la concimaia. Consiste in una buca scavata nel terreno dove accumulare gli scarti organici. In questo caso, però, si possono riscontrare problemi per la tendenza ad accumulare troppa acqua, soprattutto in caso di fondo impermeabilizzato.
Altro problema tipico è dato dall’insufficiente scambio d’ossigeno con l’esterno da parte dei materiali depositati sul fondo. Chi sceglie tale sistema dovrà quindi adottare alcuni accorgimenti. Tra questi, l’inserimento di tubi drenanti, uno strato di ghiaia o un bancale sotto il materiale organico riposto nella buca.
Gli stessi bancali possono essere utilizzati anche per separare gli scarti dalla parete della buca, al fine di garantire un buon ricambio d’aria.
Come fare il compost usando il composter
Come intuibile, il cumulo è particolarmente adatto per coloro che risiedono in abitazioni con ampi giardini che producono grandi quantità di ramaglie e scarti verdi. I composter in plastica, legno o rete invece sono più utili per quei cittadini che hanno a disposizione giardini di piccole e medie dimensioni, che originano meno residui.
Sono contenitori di volumetrie variabili (da 200 a 1000 l), con aperture di vario tipo. Il loro utilizzo consente di limitare l’impatto visivo dei materiali in decomposizione, garantendo la loro igienizzazione e risentendo meno delle condizioni atmosferiche.
Si possono però incontrare delle difficoltà nel rivoltamento del materiale, qualora non siano apribili su un lato. Se siete intenzionati all’acquisto di un composter di plastica, preferite quelli che presentano nelle pareti interne i sistemi che favoriscono la circolazione dell’aria.
Ma come funziona un composter
Il funzionamento di questi strumenti è molto semplice.
- Fate la raccolta differenziata
- Inserite alla base del composter uno strato di ramaglie grossolane
- Aggiungete alternativamente strati di scarti azotati e carboniosi
- Rivoltate gli scarti vegetali dopo 3-4 mesi, e poi reinseriteli nel composter
- Usate la la parte inferiore degli scarti, di colore bruno e simile all’humus del sottobosco, che è il compost pronto dopo un periodo di 5-6 mesi, omogeneo e già disponibile per l’utilizzo
- Setacciate la frazione per alcuni giorni.
- Reintroducete gli scarti legnosi non ancora trasformatisi nel composter
Naturalmente, il ricorso a questi strumenti fai da te implica la stessa adozione di buone pratiche prevista per il cumulo.
Bisogna garantire una giusta miscelazione tramite l’alternanza di strati azotati e carbonio. Poi è necessario assicurare una buona circolazione dell’aria attraverso l’inserimento di ramaglie grossolane e il rivoltamento del materiale una volta ogni 6 mesi.
Infine, bisogna mantenere un’umidità ottimale (55-60%), che favorisca la riproduzione dei microrganismi aerobici.
Generalmente, il compost è pronto dopo circa 12-20 settimane in inverno e 10-15 in estate. Il compimento della sua degradazione è evidente sia dall’aspetto che dal caratteristico odore.
Un composter fai da te
Vi è anche la possibilità di poter costruire da soli un proprio composter. Basta acquistare tre metri di rete metallica zincata a maglia da 2,5 x 5 cm e alta un metro, per poi costruirvi un cilindro fermato in due punti con fil di ferro o ganci ad S. Quest’ultimo deve essere rivestito esternamente con del tessuto in juta alto 70 cm, fissato sempre con fil di ferro o ganci ad “S” ed infine coperto con un tessuto impermeabile.
Et voilà, se rispetterete per filo e per segno la nostra guida a come fare il compost, potrete davvero fregiarvi del titolo di riciclatori domestici al 100%.
Il vostro compost potrà essere utilizzato come fertilizzante e concime per risemine e rinfittamenti di tappeti erbosi degradati, come sostituto parziale o anche totale di terricci torbosi, come concime organico e come nutrimento delle piante.
Eccovi anche dove poter trovare in rete una compostiera – per tutte le misure e tutte le esigenze – ai migliori prezzi:
Compost senza odore con la fermentazione giapponese
Chiudiamo con una curiosità, che potrebbe diventare importante in futuro. Un ricercatore giapponese ha prodotto un miscuglio di batteri in grado di aumentare le rese agricole in modo naturale che potrebbe aiutare a prevenire la fame nel mondo.
Si chiama EM (Effective Microorganismes, ovvero ‘microorganismi efficaci’). Si tratta di un insieme di batteri e altri microorganismi in grado di aumentare la scomposizione dei resti alimentari e agricoli. Questo è un tipo particolare di compost che in Giappone esiste da centinaia di anni, si chiama bokashi.
A differenza del compost comune, EM è un compost senza odore che può dunque essere sviluppato in piccoli ambienti, anche in un appartamento. Non solo, può trasformare anche carne o latticini, normalmente esclusi dai sistemi “classici”.
Realizzato per orti e fattorie giapponesi, EM può integrare batteri e microorganismi di ogni parte del Mondo.
A cosa può servire la fermentazione giapponese
Il suo obiettivo è ambizioso. E’ stato sviluppato per sostenere la produzione di cibo, la preservazione dell’ambiente, le cure mediche e il rifornimento energetico. In senso lato, il suo fine ultimo è quello di favorire la pace nel mondo. In effetti, il suo utilizzo durante alcuni disastri ambientali e umanitari è stato positivo. Ha permesso infatti di ridare fertilità ai campi di riso spazzati dallo tsunami del 2011 a Sendai, in Giappone, così come a Fukushima. E’ stato di aiuto anche nei campi profughi ugandesi, sia per le sue proprietà fertilizzanti che per eliminare gli odori.
La base di EM è il lievito di birra, comunemente usato nella produzione di birra e pane. E’ capace di iniziare il processo di fermentazione disgregando gli zuccheri complessi. Gli organismi chiave sono però i microbi che usano la luce solare per scomporre i resti organici e creare nutrienti necessari a favori lo sviluppo delle piante. L’aggiunta di batteri lattici previene invece il proliferare di funghi dannosi.
All’interno di un pacchetto di EM le specie di microbi sono anche più di 80. Sono tutte studiate per la loro capacità di assimilare gli scarti e farli diventare cibo per l’agricoltura ecologica, il tutto per avere un compost senza odore.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una soluzione tecnologica, frutto di anni di ricerca e sperimentazione, che lavora con la Natura per risolvere i problemi causati dall’essere umano.
Altrri approfondimenti tematici
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Ultimo aggiornamento il 3 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli
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