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Come rendere il pellegrinaggio sostenibile

Il turismo religioso può essere attento all'ambiente

Anche il turismo religioso può essere green e sposare una filosofia orientata al contenimento dell’impatto ambientale e alla tutela delle risorse naturali. Quindi è rendere il pellegrinaggio sostenibile.

Come rendere il pellegrinaggio sostenibile

Cos’è un pellegrinaggio sostenibile

Emerge questa tendenza anche da associazioni come il Green Pilgrimage Network, la rete globale creata per la promozione dei pellegrinaggi sostenibili.

Si tratta di un fenomeno specifico del turismo religioso, che da solo muove ogni anno oltre cento milioni di pellegrini ed è un trend in continua crescita.

Quali sono le implicazioni del turismo religioso

Il turismo religioso, ovvero il viaggio motivato dalla fede o dalla spiritualità, ha implicazioni significative a livello sociale, culturale, economico e ambientale. Queste implicazioni possono essere sia positive che negative, e la loro portata dipende da diversi fattori, tra cui la destinazione, il tipo di turismo, il numero di visitatori e le politiche di gestione.

Ci sono aspetti positivi:

  • Sviluppo economico: genera entrate significative per le comunità locali, attraverso la creazione di posti di lavoro nel settore alberghiero, della ristorazione, dei trasporti e del commercio di souvenir. Può anche stimolare investimenti in infrastrutture e servizi.
  • Preservazione del patrimonio culturale e religioso: contribuisce al restauro e alla conservazione di siti religiosi e culturali, garantendone la sopravvivenza per le generazioni future. L’interesse per la storia e la cultura religiosa può anche promuovere la ricerca e la documentazione del patrimonio.
  • Promozione del dialogo interculturale e della tolleranza: l’incontro con persone di diverse culture e religioni può favorire la comprensione reciproca, il rispetto e la tolleranza. Il turismo religioso può contribuire a superare pregiudizi e stereotipi.
  • Rinascita spirituale e personale: il pellegrinaggio verso luoghi sacri può rappresentare un’esperienza di profonda rinascita spirituale, di rafforzamento della fede e di crescita personale.
  • Valorizzazione delle tradizioni locali: Il turismo religioso può incentivare la conservazione e la promozione delle tradizioni locali, come l’artigianato, la musica e la gastronomia, arricchendo l’esperienza dei visitatori.

Ma ci sono anche delle implicazioni negative:

  • Commercializzazione della religione: l’eccessiva commercializzazione dei luoghi sacri può snaturare il loro significato spirituale e trasformarli in mere attrazioni turistiche, compromettendo l’autenticità dell’esperienza religiosa.
  • Impatto ambientale: l’afflusso massiccio di turisti può avere un impatto negativo sull’ambiente, causando inquinamento, degrado del paesaggio e consumo eccessivo di risorse naturali.
  • Sovraturismo: il numero eccessivo di visitatori può creare problemi di congestione, danneggiare i siti religiosi e compromettere la qualità della vita delle comunità locali.
  • Conflitti culturali: la mancanza di rispetto per le usanze e le tradizioni locali da parte dei turisti può generare tensioni e conflitti culturali.
  • Sfruttamento economico: i benefici economici del turismo religioso non vengono distribuiti equamente tra la popolazione locale, creando disparità e sfruttamento.
  • Gentrificazione: l’aumento dei prezzi degli immobili e dei servizi a seguito del turismo può rendere difficile per i residenti locali permettersi di vivere nelle proprie città.

Diffusione del turismo religioso

La Borsa Internazionale del Turismo Religioso, che si tiene ogni anno a S.Giovanni Rotondo, uno dei luoghi-simbolo del turismo religioso in Italia, guarda a questa forma di turismo in maniera più strutturata.

Per avere un’idea dell’aumento vertiginoso di turisti nel nostro paese, basti pensare che sono state 800.000 le visite al santuario di Santa Maria delle Grazie (San Giovanni Rotondo) in occasione dell’ostensione delle spoglie di Padre Pio solo nel ponte pasquale del 24 aprile 2008 (Fonte: Osservatorio Amadeus).

E per il prossimo Giubileo romano del 2025, in cui la Chiesa cattolica offre ai fedeli la possibilità di chiedere l’indulgenza per se o per parenti defunti, ad esempio, sono attesi 32 milioni di turisti solo a Roma!

L’ultimo Maha Kumbh Mela (il festival religioso che si svolge ogni anno in India) ha riunito oltre 60 milioni di credenti.

Molti sono anche coloro che si recano alla Mecca (circa 2 milioni di musulmani all’anno) e crescono anno dopo anno anche i movimenti di turisti religiosi in Europa.

Più che un fenomeno religioso, dunque, questo segmento turistico è diventato un colossale business che fa registrare ormai numeri da capogiro.

Perché il pellegrinaggio sostenibile

Davanti all’aumento esponenziale del turismo religioso, si rende necessario approntare delle misure adeguate per far sì che il danno subito dall’ambiente sia meno pesante possibile, magari facendo leva proprio sulla sensibilità di questa particolare tipologia di turista, e cercando di trasformarlo in un vero e proprio turismo sostenibile.

È anche per questo motivo che il Green Pilgrimage Network ha presentato, tra le altre iniziative, un piccolo vademecum con le regole fondamentali che l’eco-turista dovrebbe osservare per tutelare la salute dell’ambiente.

Come impostare un pellegrinaggio sostenibile

I sei comandamenti per il pellegrino green sono:

  1. Scegliere agenzie turistiche responsabili e modalità di viaggio che possano minimizzare l’impatto ambientale del viaggio (meglio il treno dell’aereo, meglio la bici del pullman, meglio a piedi che in auto) sfruttando anche la lunga tradizione dei pellegrinaggi a piedi lungo le bellissime vie che portano a cammino di Santiago de Compostela o lungo la via Francigena.
  2. Mangiare e bere prodotti sostenibili ed etici per tutta la durata del pellegrinaggio, in particolare evitando l’acqua in bottiglia e altri tipi di imballaggio.
  3. Ridurre al minimo i rifiuti e smaltire i rifiuti in modo corretto, per esempio facendo la raccolta differenziata. In particolare ridurre l’uso della plastica specialmente nei viaggi in luoghi d’importanza religiosa molto noti (Assisi, per dire, è assediata dalle bottigliette di plastica).
  4. Supportare i progetti locali per rendere più sostenibile la meta del pellegrinaggio, sia direttamente sia con donazioni.
  5. Diffondere i messaggi del pellegrinaggio “verde” lungo il percorso e una volta tornato a casa, proponendo l’uso di fonti energetiche alternative ai conventi ed agli istituti religiosi che offrono ospitalità.
  6. Scegliere strutture eco-sostenibili: agriturismi, b&b e  hotel biologici o che abbiano minore emissione di CO2 possibile e siano a risparmio energetico.

Considerando le enormi masse di fedeli che il turismo religioso muove ogni anno, queste regole sembrano quanto mai ‘sacre’ per accelerare quel processo di sensibilizzazione rivolto a turisti ed enti promotori verso l’ambiente e la natura.

Conseguenze sull’ambiente del turismo religioso

Oltre alle notevoli emissioni di anidride carbonica generate dallo spostamento di queste masse, il turismo religioso pone seri problemi alla gestione delle risorse naturali e artificiali (come cibo ed energia), allo smaltimento dei rifiuti e alla creazione di infrastrutture adeguate all’accoglienza.

Riflettere su queste criticità e mettere a fuoco i possibili strumenti per evitare che la preghiera non pesi sull’ambiente e non metta a rischio le biodiversità dei luoghi di culto, diventa dunque una priorità assoluta.

Rivolgiamo dunque il nostro sguardo al cielo, ben attenti però che gli effetti negativi delle nostre preghiere non ricadano sulla terra.

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Ultimo aggiornamento il 7 Ottobre 2024 da Rossella Vignoli

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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