Riciclo creativo

Come riciclare vestiti vecchi dopo aver fatto pulizia nell’armadio

Dopo il classico decluttering possiamo vendere, donare o riutilizzare i vestiti che non usiamo più

Ad ogni cambio di stagione, eccoci alle prese con la consueta sfida: vediamo come riciclare vestiti vecchi facendo al contempo una bella pulizia nell’armadio.

Come riciclare vestiti vecchi dopo aver fatto pulizia nell’armadio

Come riciclare vestiti vecchi

Se anche questo cambio di stagione siete riusciti a superare la sindrome da “non aprite quelle ante” e, armati di santa pazienza, avete fatto un sano Decluttering, selezionando abiti e accessori in base alla domanda: da quanto tempo non lo uso?, allora è venuto il momento di decidere cosa farne.

Potrebbe aprirsi la strada del riciclo dei vestiti usati o troppo vecchi dopo aver fatto la rituale pulizia nell’armadio.

La parola d’ordine è non sprecare, riutilizzando tutto il possibile. Alcuni capi possono essere donati o barattati, per gli altri vi suggeriamo delle soluzioni creative e divertenti. A volte per cambiare il destino di un abito basta cambiarne il colore, magari usando una tinta vegetale, per un risultato eco-friendly.

Vendere i vestiti vecchi online

Per vendere i vestiti usati che non indossate più la strada più facile sono delle piattaforme ad hoc. Tra le più usate per chi vuole ricavare qualche soldi da abiti e accessori in buono stato ci sono:

    • Vinted: una delle più popolari per i vestiti, facile da usare, ha commissioni basse
    • Depop: è focalizzato su stile e brand, ideale per capi vintage e di tendenza
    • eBay: più generalista, ha dalla sua molto traffico e la possibilità di fare aste
    • Facebook marketplace: è utile per vendere localmente, non ha commissioni
    • Subito.it: simile a Facebook marketplace, con ampio bacino di utenti

Oltre a questi grandi network mondiali di acquisto di abbigliamento e accessori usati, se si possiedono particolari vestiti, scarpe e borse griffate, anche se vecchie o piuttosto usurate, è possibiole mettere un annuncio su vestairecollective.com

Poi ci sono i cultori del baratto, che troverete su freecycle.org, con comunità locali in moltissime città, anche italiane dove barattare un po’ di tutto, anziché buttar via.

Per suggerimenti sull’arte di riadattare morsbags.com che insegna, tra le altre cose a trasformare una vecchia gonna in una nuova shopping bag.

Vendere vestiti vecchi in negozio

Per vendere i vostri abiti in un negozio fisico, l’offerta si restringe, ma si trovano comunque sia franchising di usato che negozi specializzati in second-hand e capi vintage, a volte di alta gamma. In genere tutti propongono il conto vendita, ossia  lasciate lì il vostro vestito e fissate un prezzo in accordo al titolare, poi se verrà acquistato, il negozio tratterrà una commissione evi darà la differenza:

    • Mercatini dell’usato: molti accettano vestiti in conto vendita, offrendo una percentuale sul venduto.
    • Negozi di abbigliamento vintage: ideali per capi di marca o di epoche passate in buono stato
    • Negozi in franchising di usato: vendono di tutto, anche oggetti, e tengono in conto vendita il vostro articolo per 1 mese. I più conosciuti e diffusi in Italia sono Mercatino Michela e Mercatino Franchising

Mercati dell’usato che ritirano vestiti da vendere

Ecco alcuni mercatini in cui potete vendere i vostri vestiti usati a Milano, Roma, Napoli e Palermo.

A Milano ci sono questi:

  • East Market: è un mercato vintage e artigianale offre la possibilità di affittare uno stand per vendere i propri oggetti, inclusi i vestiti usati. Verifica sul sito web le date delle prossime edizioni e le modalità di partecipazione.
  • Remira Market: questo mercatino di seconda mano e artigianato si tiene in diverse zone, tra cui il Barrio’s Live Music Bar e il Ride Milano. Controlla la pagina Facebook per le date e le informazioni su come partecipare come venditore.
  • Wunder Market: è un mercato di design indipendente e vintage che si tiene periodicamente in diverse location a Milano. Offre la possibilità di affittare uno stand per vendere abbigliamento e accessori. Consulta il sito web o i social media per informazioni su come partecipare.
  • Mercatini di quartiere: tenete d’occhio i mercatini di quartiere organizzati nelle diverse zone di Milano. Spesso offrono la possibilità di affittare uno spazio per vendere oggetti usati.

A Roma invece ci sono questi:

  • Mercato Monti Urban Market: oltre ad ospitare venditori professionisti, offre la possibilità anche ai privati di affittare uno spazio per vendere i propri oggetti, inclusi i vestiti usati. Consultate il sito web per le date e le modalità di partecipazione (mercatomonti.com/newsite/dove-siamo/).
  • Mercato delle pulci di Porta Portese: uno storico mercato romano dove è possibile affittare un posto per vendere oggetti usati, inclusi i vestiti.
  • Mercatini di quartiere: ci sono numerosi i mercatini di quartiere che si tengono durante la settimana in diverse zone della città.

Napoli:

  • Mercato di Antignano: mercato rionale in cui trovare spazi per vendere oggetti usati, inclusi i vestiti
  • Mercatini di quartiere: Napoli è ricca di mercatini rionali che si tengono durante la settimana in diverse zone della città. Informati presso il tuo municipio per conoscere quelli che offrono la possibilità di vendere oggetti usati.
  • Gruppi Facebook di compravendita: esistono numerosi gruppi Facebook dedicati alla compravendita di oggetti usati a Napoli. Potete utilizzarli per promuovere i vestiti e organizzare incontri con potenziali acquirenti.

A Palermo alcuni mercati storici offrono il servizio di vendita dei propri capi:

  • Mercato di Ballarò: uno storico mercato dove è possibile trovare spazi per vendere oggetti usati, inclusi i vestiti. Chiedete prima direttamente agli ambulanti per le modalità di partecipazione.
  • Mercato di Capo: mercato rionale dove è possibile trovare spazi per vendere oggetti usati, ma sempre meglio chiedere per capire come partecipare
  • Mercatini di quartiere: Palermo è ricca di mercatini rionali che si tengono durante la settimana in diverse zone della città, meglio esplorare il sito del comune in materia

Riciclare vestiti usati donandoli a chi ha bisogno

Più o meno a tutti sarà capitato almeno una volta di destinare i propri abiti usati ai cassonetti, oppure a raccolte di indumenti organizzate da parrocchie o associazioni laiche. Il gesto nobilita chi lo compie ed in aggiunta alla dimensione etica ha anche degli effetti benefici sull’ambiente.

  • Cassonetti gialli: potete infatti donare i vostri abiti e scarpe e borse di qualunque condizione negli appositi cassonetti per la raccolta municipalizzata della vostra città
  • Negozi di beneficenza: potete donare i vestiti a enti benefici come la Caritas, la Croce Rossa, la Comunità di Sant’Egidio
  • Associazioni e onlus che raccolgono oggetti, libri e abiti dismessi per l’Africa e altri paesi economicamente svantaggiati. Fate una ricerca online per capire quelle più vicine a voi o che curano progetti che vi stanno a cuore. Per esempio, Humana People to People gestisce i negozi Humana Vintage, i cui proventi finanziano progetti di sviluppo in Africa. Extralarge si occupa di reinserimento lavorativo di persone svantaggiate attraverso la raccolta e il riciclo di abiti usati. Il Banco Farmaceutico, oltre ai farmaci, organizza raccolte di indumenti per persone in stato di bisogno in collaborazione con altre realtà locali.

Stando a un’indagine condotta dall’Università di Copenhagen, un chilogrammo di abiti usati raccolti significa – 3,6 kg di CO2 nell’aria, 6000 l di acqua risparmiati, uso di fertilizzanti e pesticidi ridotto per migliaia di tonnellate.

Partendo da un dato di 14 kg di vestiti e accessori consumati in Italia pro capite in un anno, la raccolta differenziata copre una proporzione di 3-4 kg. Il materiale raccolto attraverso i contenitori viene poi convogliato dai container verso ditte specializzate, che direzionano circa metà del materiale al riutilizzo, e dunque ai mercati dell’usato italiano, in Est Europa e Africa.

Un’altra porzione, circa un quarto del totale, viene riciclata, garantendo un netto risparmio in termini di anidride carbonica rispetto all’utilizzo di tessuto vergine.

Di tutti gli indumenti selezionati solo una percentuale inferiore al 10%, finisce per essere distrutta. I numeri e le attività che riguardano questa particolare filiera sono in aumento, e generano sempre più posti di lavoro.

Nella Diocesi di Milano, per esempio, la Caritas ha creato sei cooperative per la raccolta che occupano una cinquantina di persone. Il principio del “non si butta via niente” sta generando una spirale molto interessante, soprattutto se i considera il momento di crisi generalizzata del sistema Italia.

Il riciclo di abiti usati è arrivato anche presso alcuni giganti del commercio, come H&M: una tendenza da non imitare è, invece, quella della moda usa e getta delle grandi catene di abbigliamento come Walmart che hanno scelto la politica di distruggere i capi di vestiario non venduti.

Baratto di abiti vecchi

L’usanza americana è di organizzare uno swap party, ovvero una festa del baratto con amiche, colleghe e conoscenti per scambiarsi vestiti usati, come si fa a volte per i regali di Natale che non ci piacciono o sono doppi.

Riciclo di abiti vecchi

Se i vecchi abiti non sono in condizioni di essere venduti o donati, potete riciclarli in qualcosa d’altro. Avanti le idee di riciclo creativo.

  • Accessori di vario genere tagliando strisce di tessuto dagli abiti smessi: fasce per capelli, bracciali, pantofole, cinture e persino borse; poi, mischiando tessuti e colori, potrete sfoggiare sicuramente dei pezzi unici!
  • Sciarpe e cappelli per la stagione fredda dai vecchi maglioni. Può capitare di avere nell’armadio stoffe o fantasie che non sono più di moda o che ora troviamo eccessive: perché allora non ritagliarle e utilizzarle come toppe per jeans e magliette dei bambini, sempre lisi nei gomiti e sui ginocchi, oppure per creare una colorata tasca interna al cappotto per nascondere il cellulare o il portafoglio?
  • Rivestire la copertina di un libro o album. A volte ci affezioniamo anche agli abiti, perché ci evocano ricordi particolari: per non doverne fare a meno possiamo usare questi tessuti per rivestire la copertina di un libro o di un album fotografico.
  • Fare una coperta patchwork. Perché non “scaldarci” sul divano con i nostri ricordi? Le stoffe degli abiti preferiti possono diventare una coperta da stendere sul divano alla sera, quando guardiamo la tv o leggiamo un libro!
  • Fare giocattoli di pezza, vestitini per le bambole e travestimenti. I vecchi abiti possono avere anche un destino “ludico”: possono infatti diventare pupazzi di pezza, vestitini per le bambole e travestimenti per carnevale o per Halloween per i nostri bimbi
  • Fare una cuccia morbida per i nostri amici a 4 zampe.
  • Fare cuscini e rivestimenti per la casa. Una idea molto simpatica e risparmiosa è di riutilizzare i tessuti più belli e colorati per fare dei sacchetti-regalo personalizzati per le persone più speciali ma anche cucire dei copri-cuscini o cerare un ferma porta riempendo di sabbia una pallina cucita con stoffa da vecchi abiti, , o cucire un salsicciotto anti-freddo per le finestre, pieno di bambagia. 

Curiosità sul riciclo di vestiti vecchi

Riutilizzare i vecchi abiti non è sinonimo di povertà, anche le star lo fanno.

Il compianto principe Filippo di Edimburgo, marito della regina Elisabetta, si era fatto riadattare un paio di pantaloni dal taglio rigonfio, il famoso buggy style di moda mezzo secolo fa.

Star come John Malkovich ammettono di affezionarsi a una certa giacca o a un bel tessuto. E che dire del cappotto rivoltato di Enrico De Nicola, primo presidente della Repubblica! Del resto, nelle famiglie di antica nobiltà e storica parsimonia, i Frescobaldi, i Serra, i Lanza, gli abiti importanti o gli smoking, sono conservati e passati da una generazione all’altra.

Ci sono figli che pescano nell’armadio del padre, nipoti in quello del nonno (Lapo Elkann mixa i suoi vestiti con quelli di Gianni Agnelli, giacca doppio petto e mocassini viola) tailleur che passano da suocera a nuora. Silvia Urso Falck, per esempio, ha fatto rimettere a posto un’importante pelliccia di zibellino e notevoli abiti appartenuti alla madre del marito Giorgio.

Giovanna Mezzogiorno, nel 2003, ha ritirato il David di Donatello indossando lo smoking del padre Vittorio, adattato alla sua figura sottile. Un gesto simbolico ma anche un modo per mantenere il legame con il passato, che non conosce confini di classe sociale o reddito.

Non siete dei maghi del fai da te? Niente paura… ci sono altre soluzioni per voi per riciclare vestiti!

Idee di riciclo

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Ultimo aggiornamento il 19 Settembre 2024 da Rossella Vignoli

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