Come vivere senza produrre rifiuti: la storia di Lauren Singer
E’ più facile non sprecare ma vivere senza produrre rifiuti è ‘un altro paio di maniche’ e la storia della ragazza di New York che c’è riuscita è ricca di spunti e idee: autoprodurre tutto, comprare sfuso e usato.
Un chilogrammo ogni giorno, questa è, la quantità di rifiuti che in un paese moderno e sviluppato, ogni abitante, in media, produce quotidianamente. Per ridurre la montagna di rifiuti che alla fine dell’anno a conti fatti abbiamo accumulato, dovremmo lavorare un po’ sul nostro stile di vita e sulle nostre scelte seguendo l’esempio di una giovane americana che da almeno due anni non produce rifiuti.
Esistono movimenti che spingono a questo obiettivo, la riduzione dei rifiuti fino al loro annullamento, sulla base delle teorie di Paul Connett (vedi Rifiuti zero”: una realtà possibile?) che imposta tutto sulla raccolta differenziata porta a porta, sul riciclo, sugli impianti di compostaggio per l’umido e sulla riduzione di sacchetti, bottiglie e stoviglie di plastica.
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Prima di dire che tutto questo è bello ma non realizzabile, vediamo, per incoraggiarci, anche l’esempio pratico di una ragazza che ha provato a vivere senza produrre rifiuti: la storia di Lauren Singer.
Lauren vive a New York, non esattamente una città amica dell’ambiente, e qui ha seguito un corso di studi nel settore dell’ambiente, è sempre stata una convinta ecologista, però, come lei stessa ammette, la è stata per molto tempo solo in teoria. Studiando l’ambiente, partecipando a manifestazioni e discussioni contro le società petrolifere, e argomenti simili credeva di essere un’ecologista vera, ma in realtà, in termini pratici non faceva molto per tutelare concretamente l’ambiente e la natura, né lei, né i suoi compagni di corso, che, in contrasto netto con lo spirito ecologista dei loro studi, ogni giorno si presentavano a lezione portandosi dietro borse colme di cibo e bevande contenuti in imballaggi di plastica che venivano poi gettati nell’immondizia.
Fu proprio questo contrasto a permette a Lauren di decidere che da parte sua doveva fare di più e interrompere la sua partecipazione all’accumulo di rifiuti in plastica.
Per prima cosa, la ragazza ha detto basta agli acquisti di cibi, bevande e cosmetici nei contenitori di plastica, ha iniziato ad acquistare cibi sfusi recandosi ad acquistarli direttamente con propri contenitori, soprattutto vasetti di vetro da riempire e da conservare a casa.
Successivamente ha imparato a prodursi da sola i cosmetici e i prodotti di bellezza, e nell’insieme, così facendo, non ha più plastica da gettare nell’immondizia. Dal droghiere acquista tutto ciò che le serve per nutrirsi, prevalentemente frutta, verdura e legumi di stagione, ma anche ciò che le serve per farsi da sola i cosmetici, mentre i capi di abbigliamento li prende dai negozi di abiti usati, senza rinunciare, quindi, a essere alla moda.
Di più c’è anche che Lauren ha imparato a creare oggetti e altri prodotti, ciò le ha permesso di aprire in proprio un’attività di vendita di prodotti fatti a mano da lei stessa. E ha aperto un sito dove dispensa consigli per produrre sempre meno rifiuti e autoprodurre la maggior parte delle cose che ci servono, trashisfortosseres, letteralmente la ‘spazzatura è per gli spreconi’.
Oggi Lauren vive meglio, mangia meglio ed è più felice perché ha scoperto che ridurre i rifiuti non significa solo non uscire per andare a buttare la spazzatura, ma significa vivere in armonia con valori e principi importanti.
Ultimo aggiornamento il 24 Marzo 2024 da Rossella Vignoli
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