Le chiese abbandonate in Europa: da problema ad opportunità?
Cosa fare delle chiese abbandonate? L’Europa alla ricerca di una soluzione ecologica per i suoi numerosi edifici religiosi in disuso.
Sommario
Chiese abbandonate, sconsacrate, pericolanti, in disuso: cosa fare dei tanti edifici ‘sacri’ sparsi per l’Europa ormai dismessi dalla Chiesa? A sollevare l’insolito, quanto attuale, interrogativo è un’inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal che approfondisce il dibattito sulla difficoltà di destinare ad altro uso queste strutture, talvolta troppo grandi e difficili da vendere perché la Chiesa possa liberarsene facilmente.
Chiese abbandonate: da problema a opportunità
L’articolo prende spunto dall’Arnhem Skatehal, l’ex-parrocchia di St Joseph della cittadina olandese di Arnhem diventata oggi uno skate park molto frequentato dai giovani della zona. In attesa che la chiesa, ormai abbandonata, trovi un acquirente, l’intero spazio è stato provvisoriamente adibito a luogo di incontro e di divertimento per gli skater di Arnhem.
A realizzare l’originale progetto ci hanno pensato in parte i cittadini organizzando una colletta, in parte l’amministrazione comunale.
Ma l’Arnhem Skatehal non è certo l’unico esempio, nel suo genere: guardate cos’hanno combinato in Spagna, più precisamente a Llanera, nelle Asturie, l’artista Okuda San Miguel e la RedBull, sponsor dell’iniziativa.
La chiesa, trasformata in una pista per skaters, è un luogo coloratissimo, con giochi di luce unici.
Ma cosa ne pensano i parroci e i fedeli?
Beh, che diventi un parco giochi, un bazar o addirittura un sexy shop, ai loro occhi quell’edificio non è più un luogo sacro, dunque può essere riconvertito a qualsiasi attività, purché si venda. Un’opinione condivisa solo in parte, visto che il nutrito fronte dei contrari – composto soprattutto da anziani e credenti – reputa ‘blasfemo’ l’accaduto.
Ma le grandi e piccole chiese abbandonate in tutto il Vecchio Continente sono tante e il loro numero aumenta di anno in anno al punto da preoccupare seriamente le comunità e i governi di mezza Europa. Cosa fare di quegli edifici che non trovano un acquirente in grado di accollarsi le esose cifre chiesta dalla Curia?
SCOPRITE: In Olanda una chiesa ecologica, in legno riciclato
Chiese abbandonate: alcune idee decisamente eccentriche
Alcune idee potrebbero arrivare dai fortunati casi di Edimburgo (Scozia), dove una ex chiesa luterana è stata trasformata in un pub… da paura, il Frankestein Pub; poi c’è la chiesa di St Paul a Bristol (Inghilterra) che oggi è diventata una scuola di circo e danza con grande palestra nella navata centrale e infine ancora Arnhem dove un’altra chiesetta del 19esimo secolo è stata trasformata in un negozio di abbigliamento.
Anche in Italia, a Milano, una chiesa sconsacrata è diventata un popolare discobar (Il Gattopardo Café) e sicuramente di esempi se ne possono fare diversi altri.
In molti altri casi le chiese più piccole sono state acquistate e trasformate in abitazioni o piccoli condomini.
Quando una chiesa viene chiusa, inoltre, la comunità preferisce riutilizzarla per scopi collettivi ma questo comporta costi di manutenzione ingenti che a lungo andare le amministrazioni faticano a sostenere.
Ad ogni modo il fenomeno è ormai fuori controllo e le problematiche ad esso legate notevoli: basti pensare che nella sola Inghilterra vengono chiuse o sconsacrate circa venti chiese all’anno.
Da un lato, dunque, la crisi della fede in Europa; dall’altro il difficile recupero edilizio da attuare. Gli interrogativi che la questione sta generando – tra sacro e profano – sono davvero tanti.
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Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2024 da Rossella Vignoli
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se sono abbandonate c’e’ poco da fare,ma inutile negare che sono notizie che rattristano.
Ok,fa parte della lenta evoluzione dell’uomo,una volta i templi,ora le chiese e cosi’ via.
Un mio vecchio Professore diceva in merito della fine dei vecchi borghi di campagna:
quando in un paese il vecchio parroco non viene rimpiazzato e’ il segnale d’inizio della fine,
inizia il prete,gli va dietro l’asilo,dopo la scuola,dopo i negozi e cosi via fino a diventare un’inerte periferia.
peccato