Scopriamo principi e benefici di una antica medicina indiana, Ayurveda
Massaggi, alimentazione e stile di vita
Sapete cos’è l’ayurveda? Scopriamone i principi e i benefici e un po’ di storia di questa antichissima pratica indiana utilizzata ancora oggi.
Sommario
Origine
L’ayurveda è un’antica e complessa medicina nata in India ai tempi dei Veda, gli antichi libri sacri risalenti, per meglio capire, a migliaia di anni prima della nascita di Cristo.
Questi Veda racchiudono la sapienza degli Dei in ogni ambito, compreso quello della medicina e delle guarigioni, e ancor’oggi praticata.
I libri sacri Veda si occupano, tra le varie cose, anche delle malattie e indicano rituali e trattamenti, prevalentemente a base di erbe.
Cos’è l’ayurveda
Ayurveda significa anche ‘conoscenza della vita‘ ed è dunque una filosofia che si applica alla vita e alle cose.
Si tratta in sostanza di un sistema per la prevenzione e la cura delle malattie che parte da un approccio olistico che s’interessa alla persona nella sua totalità ed in armonia con la Natura.
Quindi non cerca di curare il disturbo in sé ma di risalire alle sue cause: se, per esempio, abbiamo problemi digestivi l’ayurveda cerca di capire se in realtà si tratta di una colite.
L’energia o dosha
Secondo questa pratica nel corpo fluiscono tre tipi di energia vitale, i dosha, in proporzioni diverse a seconda della costituzione di ogni individuo.
I tre dosha variano il loro equilibrio nel corso dell’anno, delle stagioni e della giornata, per cui le terapie ayurvediche tengono conto di queste variabilità.
Suggeriscono i comportamenti adatti e gli alimenti da assumere in funzione di ogni cambio e in caso di loro squilibrio, perché questo porta ad una situazione di malattia.
Queste tre energie si chiamano vata, pitta e khapa.
Ogni dosha è composto da diversi elementi ed ha determinate qualità che lo caratterizzano:
- vata (forza di eliminazione): controlla tutto ciò che è movimento nel corpo, ossia sistema nervoso, circolazione, respirazione e intestino; le sue qualità sono: freddezza, secchezza, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, durezza, ruvidezza e fluidità; la sua sede principale è il colon.
- pitta (forza di combustione): controlla la trasformazione nel nostro corpo, quindi la digestione ed il metabolismo, ma anche le emozioni; le sue qualità sono: caldo, untuoso, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, morbidezza, levigatezza, chiarezza e fluidità; la sede principale è l’intestino tenue.
- khapa (forza di assimilazione): controlla la coesione nel nostro corpo, quindi i fluidi corporei, le ossa, articolazioni ed i tessuti; le sue qualità sono: freddezza, umidità, pesantezza, grossolanità, stabilità, opacità, morbidezza, levigatezza e densità.
Grazie all’identificazione della prevalenza di una di queste tre forze in ognuno, si può classificare la persona sia dal punto di vista della personalità che del fisico. Si possono individuare così le disfunzioni che ne possono derivare, che nascono sempre da degli squilibri che si vengono a creare tra questi dosha.
SPECIALE: Bacopa Monnieri o issopo d’acqua, una pianta importante nella medicina ayurvedica
Le personalità ayurveda
Esiste una fisionomia per ognuno dei tre 3 dosha, con la predominanza di determinate caratteristiche fisiche e psicologiche. E per ciascuna è prevista anche un’apposita alimentazione.
Individuo pitta: generalizzando è contraddistinto da capelli chiari, media costituzione; caratterialmente è determinato, organizzato, coraggioso e tende alla leadership, ma anche collerico e aggressivo; le malattie tipiche sono ulcera, acne e emorroidi
Individuo vata: il corpo è magro e scattante, la pelle secca, l’attitudine vivace e creativa; ma può soffrire d’insonnia, disturbi nervosi, problemi digestivi e stati d’ansia.
Individuo kapha: il corpo è grosso, forte e ben piantato, il carattere calmo e rilassato fino alla pigrizia, non ama i cambiamenti; i tratti salienti sono l’avarizia e la gelosia. Soffre di sovrappeso, fino all’obesità, di allergie, ipercolesterolemia e depressione.
Il test ayurveda
Secondo la medicina ayurvedica ci sono tre tipologie di costituzione fisica, e ognuna si caratterizza per l’esposizione a determinati disturbi.
Ad esempio la costituzione pitta è contraddistinta da corporatura media, carnagione rossastra con lentiggini e nei, tendenza a soffrire di gastrite, emorroidi, congiuntiviti, malattie del sangue.
Esiste un test che attraverso alcune semplici domande sulla propria struttura fisica (corporatura, capelli, occhi, viso, labbra, dimensioni, denti) e temperamento (appetito, sonno, camminata, sessualità, apprendimento).
Questo test permette di scoprire qual è il proprio dosha dominante che determina poi le caratteristiche fisiche, mentali ed emozionali per la medicina ayurvedica.
Suggerimento: perché non approfondire anche le varie medicine alternative?
Le pratiche
Importantissime per l’ayurveda sono la meditazione e la terapia fisica con l’osservazione di antichissime pratiche come l’oleazione.
Si tratta dell’applicazione di sostanze grasse all’interno e all’esterno del corpo.
Altrettanto importante è la sudorazione. Fondamentali poi sono il massaggio, l’alimentazione e lo yoga.
Il massaggio ayurvedico
Il massaggio è sacro, perché non serve solo a rilassare il corpo, a calmare lo stress e l’ansia, ma anche a migliorarne l’elasticità e la flessibilità. Infatti stimola la circolazione sanguigna e linfatica, tonifica e drena.
Aiuta a fluidificare le energie compresse, sciogliendo le tensioni nervose, rincuorando e ristrutturando. Ridona forza ed energia, recupera le funzioni vitali.
Con il massaggio ayurvedico si riprende contatto con la parte più profonda di se stessi, per questo è anche chiamato ‘il massaggio dell’Anima’.
Ayurveda e alimentazione
Nei testi ayurvedici si prescrivono consigli alimentari particolari per ognuna delle tre costituzioni dosha organizzati sulla base dei sapori, che si crede abbiano un certo effetto sul corpo.
Per questo si fa attenzione ad equilibrarli (il dolce, ad esempio stimola alcuni organi come il pancreas ed ha un effetto calmante sull’umore. Mentre l’amaro purifica e agisce sul fegato, ed il salato agisce sull’appetito).
Dunque l’individuo vata, essendo magro, avrà problemi con lo stress perché non mangia e va stimolato l’appetito con il sapore salato.
Il tipo pitta tende ad ingrassare. Deve prediligere cibi leggeri, ma non il digiuno perché il corpo umano è un corpo cosmico, ed il fuoco nel suo centro va nutrito costantemente. Il tipo kapha, che è robusto, ingrassa facilmente, e dovrà prediligere il sapore amaro che purifica.
Ayurveda e yoga
La pratica e le posizioni yoga per l’ayurveda devono essere parte integrante della vita di un individuo. Non sono intese come attività ginnica, ma come visione della vita globale per raggiungere l’equilibrio di mente-corpo.
Prodotti ayurveda
I trattamenti ayurvedici sono complessi e si basano su più di 10.000 antichissime formule che utilizzano piante, erbe, colori, cristalli, cibi, profumi, suoni e pietre.
Le erbe rappresentano il principale rimedio, da assumersi in varie forme, decotti di radici e cortecce, infusioni calde o fredde, foglie essiccate e macinate per ridurle in polvere, paste di erbe e oli medicati.
Per questo esistono prodotti studiati specificatamente per la pratica ayurveda.
I chakra
L’ayurveda, come lo yoga, si basano sull’energia che fluisce del nostro corpo e individuano dei centri chiamati chakra, in cui si accumula e passa l’energia, che sono in relazione tra di loro.
Chakra in sanscrito significa ‘ruota’, proprio perché questi centri ruotano. L’ayurveda ne individua sette principali, localizzati lungo la colonna vertebrale, e oltre 100 minori, i marna.
Ognuno è legato ad un organo o una ghiandola specifici del corpo. Se un chakra è bloccato, impedisce la libera circolazione dell’energia all’interno del corpo ed è causa di disturbi e malesseri.
I 7 chakra principali
Muladhara – primo chakra: si trova alla base del bacino, è associato alla vitalità, qui l’energia è più intensa; gli organi associati sono intestino, ovaie, testicoli; il blocco di questo chakra porta a malattie intestinali, coliti, artriti e problemi circolatori.
Svadhistana – secondo chakra: si trova nella regione sacrale, collega corpo, emozioni e mente. Il blocco di questo chakra porta a malattie dell’apparato sessuale e rende irascibili e orgogliosi.
Manipura – terzo chakra: si trova nel plesso solare e presiede la saggezza; gli sono associati gli organi del senso, udito, olfatto e gusto; porta energia a tiroide, bronchi e polmoni; il blocco porta a malattie della digestione come ulcere, diabete, intossicazioni.
Anahata – quarto chakra: si trova nella spina dorsale, a livello del cuore; è legato alla compassione e all’amore. Il blocco porta malattie come asma, tachicardia e scompensi alla pressione sanguigna.
Vishuddha – quinto chakra: si trova nel collo e presiede la comunicazione, e controlla l’energia; il suo blocco porta vertigini, anemie, allergie, instabilità nei cicli.
Ajna – sesto chakra: si trova sulla fronte, tra gli occhi, e rappresenta il ‘terzo occhio’, è legato alla purificazione ed il suo blocco porta a illogicità, incubi, cefalee.
Sahasrara – settimo chakra: localizzato sopra la testa, non è fisicamente all’interno del corpo; rappresenta l’infinito, il pensiero, la conoscenza ed un blocco porta depressione, confusione, apatia, incapacità di apprendere.
Altre informazioni
Se vuoi saperne di più sulla medicina ayurvedica, puoi approfondire attraverso questi libri specifici:
Ultimo aggiornamento il 11 Giugno 2024 da Rossella Vignoli
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