La konjac o pasta di konjac, ipocalorica, ma ricca di fibre
Scopriamo insieme come utilizzarla
Cos’è la konjak o pasta di konjac, quali sono i suoi benefici e come si utilizza? Ve lo spieghiamo noi, con una guida che ci porterà a scoprire meglio diversi alimenti provenienti dall’Oriente.
Sommario
La konjac (amorphophallus konjac) è una radice originaria della zona subtropicale orientale asiatica, conosciuta anche con il nome di patata konjak o lingua del diavolo.
Viene coltivata soprattutto in Cina e Giappone e utilizzata da oltre 2000 anni, non solo come verdura ma anche sotto forma di farina, come addensante per varie preparazioni. Dalla konjac si ricava una gelatina vegetariana e una pasta light. Ma è un anche integratore alimentare, utile a risolvere i disturbi digestivi.
Cresce soprattutto a quote elevate, dove non c’è traccia di inquinamento, sembra una grossa barbabietola e riesce a raggiungere anche i 4 kg di peso.
Le proprietà della konjak
Vediamo un po’ cosa contiene in termini nutrizionali questo alimento. Le proprietà della konjak sono molteplici. Merito della presenza di glucomannano, il prodotto gommoso del cormo.
La pianta è utile a favorire il transito intestinale. Ma anche a facilitare la perdita di peso e a ridurre il colesterolo. Il glucomannano è in grado, se a contatto con l’acqua, di aumentare di ben il 60-80% il suo volume, quindi è in grado di determinare il senso di sazietà.
Essendo ipocalorica, ma ricca di fibre, viene utilizzata negli integratori alimentari che aiutano a combattere sovrappeso ed obesità. Ideale per diabeti e celiaci, la pasta di konjak è consigliata anche a chi soffre di intestino pigro e voglia ridurre l’apporto di carboidrati pur facendo incetta di ferro, calcio, fosforo, zinco, cromo e rame. E’ dunque una pianta nutriente, in grado di contrastare gli stati di astenia e affaticamento.
Nella medicina popolare, la konjak viene usata per curare asma, tosse, mastodinìa, ernia ed affezioni cutanee come ustioni e punture d’insetto. Le sue foglie sono infatti un noto repellente naturale.
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Gli utilizzi della konjac
La konjak viene infatti utilizzata principalmente per confezionare il konnyaku, il prodotto di farina di konjac e acqua di calce. Ovvero l’ingrediente principale di oden, sukiyaki, gyūdon e shirataki, gli spaghetti da ‘zero calorie’. In Corea, la sua particolare elasticità viene sfruttata per fabbricare creme per il viso.
Entra nella composizione di diversi alimenti di uso comune, come chewing-gum, caramelle gommose e gelatine. Spesso, quindi, la consumiamo essendone ignari. Nella lista degli ingredienti, è indicata con la sigla E425.
L’uso più comune, anche se qui da noi è poco conosciuta, nei paesi orientali è la pasta di konjac, dalla forma tipo vermicelli, gli shiratake.
Ma è usata in diverse preparazioni culinarie, soprattutto quando si necessita di un addensante.
Vediamo ora quali sono le proprietà del suo derivato principale.
Glucomannano, proprietà e benefici
Gli shiratake di konjac, sono composti essenzialmente da glucomannano, una fibra solubile priva di calorie e che in quanto tale non viene assorbita dal nostro organismo. A contatto con l’acqua può aumentare il proprio volume fino a 60 – 70 volte. Proprio per questo, determina un senso di sazietà che dura a lungo, riducendo lo stimolo della fame e facilitando il controllo del peso.
Vediamo quali sono gli effetti benefici di questa fibra:
- Può essere utile nel contrastare la stitichezza e purificare l’organismo. Infatti stimola dolcemente la peristalsi, agevolando il transito.
- Nello stomaco, inibisce il senso di fame mentre a livello intestinale, blocca l’assorbimento di zuccheri, grassi e colesterolo.
Shirataki, noodle… come si presentano?
Nell’aspetto, ricordano molto la nostra pasta. Al contrario di quest’ultima però, oltre ad essere priva di glutine e dunque adatta anche a coloro che soffrono di celiaci. Ha un apporto calorico, di grassi e carboidrati praticamente trascurabile e ciò la rende ottima nei regimi ipocalorici.
E’ possibile trovarli in due diverse forme: immersi in un liquido e dunque da risciacquare in acqua tiepida prima di saltarli in padella, con il condimento che preferite. Oppure secchi, da reidratare in acqua bollente per circa 7 – 8 minuti Qui il tempo poi è indicativo poiché di fatto non scuociono mai! Una volta risciacquati, possono essere saltati in padella come gli altri.
La differenza fra i due formati sta nell’apporto calorico: 10 kcal /100 g per i primi e 20 kcal/100 per quest’ultimi. Entrambe le versioni poi, sono disponibili in diversi formati. Riso, spaghetti, vermicelli, maccheroni e sfoglie per preparare le lasagne!
Ma che sapore hanno? Malgrado l’aspetto non sia proprio invitante, specie di quelli immersi nel liquido, il sapore non è poi così pessimo. Gli shiratake hanno un gusto abbastanza neutro, non ben definito.
Ma è un gusto che poi prende carattere quando vengono saltati in padella con abbondante condimento poiché risultano molto assorbenti. Ecco che per ottenere un buon risultato, al momento della preparazione è consigliabile considerare una buona dose di condimento anche a fronte di una piccola porzione di pasta.
Konjak controindicazioni
La konjak va assunto con parsimonia. I suoi effetti benefici come spezzafame e rimedio naturale contro il colesterolo cattivo sono stati confermati anche dalla medicina classica, ma se si è diabetici è comunque bene consultare prima il medico.
È sconsigliata in caso di occlusione intestinale e può rallentare l’assorbimento di alcuni farmaci, specie se consumato in granuli. Altri effetti indesiderati sono flatulenza, feci molli, gonfiore addominale (che possono essere risolti modificando il dosaggio).
Dove si trova la konjak?
Oltre che nei negozi etnici, specie quelli orientali, trovate diversi prodotti ordinabili online a base di questa sostanza. Eccone alcuni.
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Ultimo aggiornamento il 16 Marzo 2024 da Rossella Vignoli
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