Cos’è la pesca non sostenibile: alcuni aspetti che non tutti conoscono
Il pesce fa bene ma non tutti i metodi per pescarlo sono eco-friendly: capiamo il perché
Cos’è la pesca non sostenibile? Ci sono metodi e tecniche di cattura più rispettosi dell’equilibrio marino di altri, ma cosa può succedere se i pesci continuano ad essere catturati con queste tecniche pericolose e poco ? Vi spieghiamo quali sono le pratiche ittiche più eco-friendly e quali sono le conseguenze che l’adozione di queste tecniche ha sugli ecosistemi marini.
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Sommario
Cos’è la pesca non sostenibile
Dietro la praticità e la comodità di un tonno in scatola spesso si nasconde una storia di brutta pratica industriale: per poter abbattere i costi di produzione e mantenere il prezzo del prodotto finale relativamente basso l’industria che si occupa della pesca ha adottato alcune tecniche che stanno conducendo, però, a disastrose conseguenze ambientali e non solo.
La pesca non sostenibile
In particolare, sono 4 gli aspetti della pesca del tonno in cui l’eco-sostenibilità viene completamente calpestata e che un consumatore consapevole non può ignorare.
Pesca con FAD
Uno dei metodi di pesca più pericolosi per i pesci è il Fish Aggregation Device o FAD, che consiste nel lasciare al largo degli “oggetti galleggianti” dotati di radio-trasmettitore per comunicare la loro posizione ed essere facilmente ritrovati.
I pesci in mare aperto sono particolarmente attratti da queste specie di boe e vi si annidano anche alghe e polpi, piccoli pesci e gli stessi pesci più grossi ne sono attirati perché lo trovano un fertile terreno di caccia.
In poche settimane attorno ad un FAD si può sviluppare un intero eco-sistema che viene completamente spazzato via quando i pescherecci ritornano a raccoglierlo.
La gravità della cosa è chiara: un FAD non attrae soltanto le specie destinate alla pesca, ma ne attira molte altre ed, in particolare, i giovani esemplari. Lo sterminio di pesci giovani significa che quella specie andrà incontro a seri problemi di estinzione, perché non ha il tempo di riprodursi.
Una delle specie a rischio è proprio il tonno della varietà pinnagialla.
Pesca longline
Anche la tecnica di pesca detta longline è da condannare, perché oltre che per il pesce, è pericolosa anche per tartarughe e uccelli marini. Si utilizza un enorme rete attaccata a due pescherecci, sorretta nel mezzo dalle boe e lunga a volte anche per chilometri.
È gettata in mare aperto ed è percorsa ogni decina di metri da un lungo filo che termina con un amo e l’esca. La rete, trascinata da pescherecci, al momento della raccolta contiene non solo pesci.
Oltre il 30% è costituito pesci che non sono commerciabili ma che vengono comunque pescati. Questa tecnica è una delle maggiori cause di morte per le tartarughe, che rimangono impigliate e non riescono a ritornare a galla per respirare. E così annegano.
E anche per gli albatros ed altri uccelli marini che si tuffano pensando di poter pescare del cibo e rimangono intrappolati.
Pesca di frodo in alto mare
Una delle maggiori cause di danni all’eco-sistema è anche la pesca di frodo in alto mare: ci sono delle zone, conosciute come il farwest dell’oceano. Si trovano oltre i confini delle acque territoriali e quindi molto lontane dalla costa (oltre le 200 miglia).
Qui non vige nessuna legge relativa ad un paese specifico ed i pescherecci, non dovendo rispettare nessuna regolamentazione riguardo quote e limiti di pesca, agiscono in maniera totalmente incontrollata e certamente non-sostenibile.
Questo riduce le possibilità dei Paesi che vivono della pesca.
Altre conseguenze della pesca di frodo
Quando la pesca è di frodo, accade anche che il pesce venga letteralmente rubato. Ci sono nazioni ricche come Taiwan, Spagna e gli stessi Stati Uniti che hanno letteralmente saccheggiato le acque dell’Oceano Pacifico, privando piccoli stati come Kiribati e Tuvalu della loro unica fonte di reddito, la pesca appunto.
Come fermare le tecniche di pesca non sostenibili
Servirebbero delle leggi internazionali e un supporto concreto che consentissero a questi stati di praticare in modo equo ed onesto la pesca del tonno.
Questi piccoli Stati si sono uniti nel Parties to the Nauru Agreement (PNA) per proteggere sia l’esistenza dei pesci che le popolazioni che vivono della loro pesca.
Come acquistare pesce sostenibile
Il consumatore consapevole può (e deve) adottare delle contromisure quando pensa di trovarsi di fronte a pratiche di questo tipo: cercare di comprare del pesce che non è stato pescato attraverso queste tecniche devastanti (FAD, longline, frodo) ma che provenga invece da paesi in cui è adottata la pesca tradizionale.
Riconoscere il pesce pescato con tecniche sostenibili è fondamentale. Ecco come fare.
Controllare le certificazioni di sostenibilità
Le certificazioni sono un modo affidabile per identificare il pesce pescato in modo sostenibile. Alcuni marchi e organizzazioni garantiscono che le pratiche di pesca rispettino gli standard ambientali e sociali.
- Marine Stewardship Council (MSC): di colore blu, indica che il pesce è stato pescato in modo sostenibile, rispettando le popolazioni ittiche, riducendo il bycatch e proteggendo gli ecosistemi marini.
- Aquaculture Stewardship Council (ASC): garantisce che il pesce di allevamento provenga da acquacoltura sostenibile, riducendo l’impatto ambientale.
- Friend of the Sea: certifica il pesce pescato (o allevato) con metodi che rispettano l’ambiente e garantiscono la conservazione delle risorse marine.
- Biologico (BIO): per il pesce di acquacoltura, il marchio biologico europeo garantisce che l’allevamento rispetti standard elevati di sostenibilità e benessere animale.
Leggere le etichette
Le etichette sul pesce confezionato forniscono informazioni utili per valutare la sostenibilità del prodotto. Troverete vari parametri che vi consentono di valutare la sostenibilità delle tecniche di pesca.
Il primo parametro da considerare è il metodo di pesca, perché esistono delle tecniche meno impattanti come:
- Lenza ed amo, pratiche selettive che riducono il bycatch
- Reti da posta, tecnica relativamente sostenibile se regolamentata
- Piccola pesca artigianale: meno impattante rispetto alla pesca industriale
Inoltre, è importante che il pesce non sia catturato con metodi distruttivi, come reti a strascico, che danneggiano i fondali marini e catturano molte specie non bersaglio, e palangari di grandi dimensioni, che possono catturare accidentalmente tartarughe, uccelli marini e altre specie vulnerabili
Altro parametro da controllare in etichetta è la zona di pesca (FAO), come ad esempio la FAO 37 per il Mar Mediterraneo. Ci sono zone meglio gestite di altre.
Verificate anche che la specie non appartenga a categorie sovrasfruttate (come il tonno rosso o il merluzzo atlantico). E che la taglia del pesce rispetti i limiti legali per garantire che abbia raggiunto la maturità riproduttiva.
Altri consigli per comprare pesce sostenibile
- Preferire pesce locale e di stagione. Scegliete sempre del pesce proveniente da pescatori locali, così da ridurre l’impatto ambientale legato al trasporto e sostiene le comunità costiere. La pesca locale è spesso più sostenibile rispetto alla pesca industriale. Inoltre, è sempre meglio consumare pesce in periodi in cui non è in fase riproduttiva così da contribuire alla rigenerazione delle popolazioni ittiche.
- Evitare specie a rischio o sovrasfruttate. Alcune specie sono particolarmente vulnerabili all’overfishingo difficili da allevare in modo sostenibile.Sono considerate ormai specie a rischio il tonno rosso, il merluzzo, l’anguilla europea, ed alcune popolazioni di pesce spada. Meglio scegliere delle alternative meno sfruttate, come le acciughe, gli sgombri, le sardine ed i cefali. Consultate anche le guide alla sostenibilità fornite da organizzazioni come WWF o Greenpeace, per sapere quali sono le specie da scegliere o da evitare.
- Chiedere al pescivendolo o al ristoratore. Informatevi direttamente sulle modalità di pesca o sull’origine del pesce venduto. I pescivendoli possono fornire dettagli su come e dove il pesce è stato catturato.
- Acquistare pesce certificato nei supermercati. Alcuni supermercati si impegnano a vendere solo pesce pescato in modo sostenibile. Ad esempio Coop, Esselunga e altre catene promuovono prodotti con certificazione MSC o ASC. Leggete sempre le informazioni riportate sul prodotto per garantire la sostenibilità.
- Preferire pesce congelato o conservato con certificazione. Anche i prodotti ittici congelati o in scatola possono essere sostenibili se hanno certificazioni (es. tonno in scatola certificato MSC o Friend of the Sea).
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Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Rossella Vignoli
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