Cronaca di chi vive con un’auto elettrica in Norvegia
Come si vive veramente con un’auto elettrica? Immaginiamo la vita quotidiana per chi sceglie di spostarsi con questo mezzo decisamente ecologico come un percorso a ostacoli per trovare colonnine di ricarica e poca possibilità di fare viaggi lunghi e andare in vacanza, a fronte di una spesa elevata per l’acquisto e un’esperienza di guida poco scattante. In realtà dipende dal Paese in cui si decide di vivere questa esperienza….
Abbiamo preso la Norvegia, e la storia di Stian Jøssang, 44 anni, esperto di informatica come esempio per raccontare i por e i contro di chi ha deciso di muoversi tutti i giorni con un auto elettrica.
Il racconto di Stian fa chiaramente capire quanto sia più facile questa scelta ecologica in un posto attrezzato e con una legislazione favorevole ai mezzi puliti e come sarebbe più difficile (se non eroico) in confronto provarci in Italia.
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Stian lavora come consulente per una società e, non a caso, possiede una sorprendente quantità di dispositivi elettronici di svariate dimensioni e usi. Sarà per questa sua inclinazione e sensibilità verso le nuove tecnologie che ha deciso di acquistare la sua seconda auto elettrica, dopo la prima, presa nel 2013, con cui ha percorso 66.000 km. Il signor Jøssang non pago di questa esperienza, ha così acquistato una nuova auto elettrica, con una batteria più performante, passando da una a 24 kwattora ad una da 30 kwattora e una autonomia di 250 km.
Bisogna comunque dire che lui a Oslo non è una mosca bianca, dato che il Governo mette a disposizione dei cittadini massicci investimenti in favore della eco mobilità, sebbene numerosi norvegesi ammettano anche che occorra una seconda auto di tipo tradizionale. Tasse d’acquisto azzerate, esenzione dal pagamento dell’IVA nel momento in cui si compra l’auto, tasse annuali più basse, molti parcheggi e pedaggi gratuiti e riservati, oltre all’accesso alle corsie preferenziali degli autobus hanno incentivato la diffusione di queste auto.
E sono vantaggi tangibili che permettono di arrivare a risparmiare circa 160-200 euro al mese. Si pensi alla tassa di circolazione: per le auto tradizionali costa mediamente 320 euro, per i veicoli elettrici 50 euro all’anno. E ancora, per caricare totalmente la batteria si spendono solo 4 euro.
Ad oggi in Norvegia le auto elettriche rappresentavano il 22% del mercato. L’obiettivo è di arrivare al 30% entro il 2020 con 250 mila modelli in circolazione. Stian possiede una delle vetture elettriche più vendute al mondo, una Nissan Leaf, e vive a 20 km da Oslo. La tipica cittadina norvegese con villette qua e là, non certo stupenda nei giorni di pioggia e nel grigiore invernale.
Di solito carica la batteria di notte, nel suo garage, ma se durante il giorno scendo sotto il 50% si affida a una colonnina. Spesso utilizza quella del supermercato, che ne ospita una nel parcheggio, e ne approfitta così per fare la spesa, bastano 10 minuti di shopping per una breve ma utile ricarica.
In realtà in Norvegia la ricarica delle auto elettriche non è certo un problema. I dati dell’European Alternative Fuels Observatory parlano di più di 7.500 punti pubblici di ricarica presenti nel Paese, cui vanno aggiunti quelli dei privati. Il dato è in crescita rispetto a 6 mila colonnine registrate del 2015. L’obiettivo da centrare entro il 2020 è di 25 mila colonnine. Ovvero, una colonnina ogni 10 auto in circolazione. Inoltre, le auto elettriche sono dotate di un display che ti dice dove si trova la colonnina più vicina, avvisandoti in tempo che la batteria si sta esaurendo.
Il punto dolente è anche in Norvegia la lunga distanza. Una ricarica veloce di 15-20 minuti consente alla batteria di arrivare ad un 80% se è scesa al 20%. Ma se siamo prossimi allo zero, non otteniamo più del 50% di ricarica. E così, un viaggio di 8 ore, come quello che il signor Jøssang impiega per raggiungere i genitori dall’altra parte del Paese, diventa di 10 per via delle tappe forzate destinate alla ricarica.
Di qui lo scetticismo di quanti percorrono molto km al giorno. Ed ecco il discorso solo accennato prima: occorre una seconda auto tradizionale.
Comunque, modelli più costosi che consentono una maggiore autonomia, se ne trovano. Come la Tesla, la cui Model 3 promette 345 km di autonomia a poco più di 30 mila dollari. Che il simpatico signor Stian spera un giorno di potersi permettere.
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Ultimo aggiornamento il 24 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli
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