Dagli escrementi di gallina si può produrre energia
Nell’ottica di una produzione energetica eco-sostenibile, si sta scoprendo sempre più l’utilità anche delle feci animali, come già accadeva nel passato, dove tutto il circolo vitale degli animali era importante. Così in Italia si è pensato di ricorrere al rifiuto prodotto dalle galline, la pollina, per alimentare gli impianti a biogas.
La pollina è in realtà già utilizzata in agricoltura per le sue proprietà fertilizzanti grazie all’alto livello di azoto. Come ha affermato Sergio Piccinini, del Centro ricerche produzioni animali di Reggio Emilia, in occasione del BioEnergy Italy: “Si tratta di uno dei sottoprodotti più interessanti, più dei liquami suini, più del letame bovino”.
Secondo i dati emersi alla fiera, l’Italia dispone ogni anno di un “tesoro” da 160 milioni di tonnellate di scarti agroalimentari, deiezioni animali e sottoprodotti agricoli che possono essere trasformati in “bioprodotti”.
Ad oggi lo sfruttamento del biogas da deiezioni animali è giù una realtà. Ha visto una crescita della potenza elettrica installata di 2,5 volte superiore a quella da attività agricole e forestali (+11,5% contro +4,5%) e nel complesso rappresenta il 20,4% della potenza elettrica installata.
Tuttavia, ci sono ancora alcune problematiche per un suo effettivo decollo. L’elevato tenore di azoto ammoniacale, che provoca un alto livello di tossicità, deve essere eliminato, quindi si deve ancora puntare sulla ricerca per aumentare la ‘biosicurezza’ sia in allevamento che nella fase di trasporto.
Occorre poi aggiungere che le lettiere avicole possono veicolare numerosi batteri, pertanto diventa indispensabile adottare sia durante l’allevamento che nel trasporto delle pratiche che mettano in sicurezza la sostanza, potenzialmente inquinante. Per capirne l’importanza basta dire che, se dal 1997 al 2005, quando nei Paesi europei ad elevata concentrazione di allevamenti avicoli nonsi applicavano ancora le norme sulla sicurezza per questi tipi di deiezioni, gli allevatori hanno dovuto sopportare un danno totale di 10 miliardi di euro. Dal 2006, invece, ovvero da quando la biosicurezza viene adottata, il costo è sceso a 167milioni/anno.
Dunque perché non sfruttare questa ennesima fonte energetica del tutto naturale? In fondo, siamo certo che alle galline farà piacere. Più di quanto le sottraiamo delle uova.
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Ultimo aggiornamento il 12 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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