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Dal Giappone delle futuristiche turbine ibride galleggianti: sfruttano le correnti marine e il vento.

Quanto si parla di tecnologie innovative, è facile trovare il Giappone tra i primi della classe. Progresso e tecnologia sono le colonne portanti di un paese che ci stupisce ancora con un avanzato sistema tutto made in Japan. Si tratta del “Savonius Keel & Wind Turbine Darrieus (SKWID) , un sistema ibrido di turbine a vento ad asse verticale sviluppato dalla Mitsui Ocean Development and Engeneering  Company (MODEC).

Dal Giappone delle futuristiche turbine ibride galleggianti: sfruttano le correnti marine e il vento.

La differenza rispetto ad un normale sistema di turbine a vento è che quest’ultimo è in grado di galleggiare, è composta da una turbina sopra il livello del mare e di un altra che invece opera al di sotto. Si sfrutterà quindi, non soltanto l’energia proveniente dal vento, ma anche quella delle correnti marine.  Inoltre, questo complesso sistema di turbine ibride galleggianti, secondo i risultati delle ultime ricerche, ha il doppio della resa messo a confronto ad un normale sistema di turbine, e l’energia prodotta da una sola di queste genererebbe elettricità in grado di soddisfare il fabbisogno di 300 case.

SKWID
Uno schema di funzionamento di queste turbine ibride galleggianti

Il progetto è stato implementato nel corso del 2014 al largo delle coste giapponesi. SKWID viene posizionato a circa 47 metri sotto il livello del mare e l’intero sistema di turbine occupa un diametro di 15 metri.

IDEE GIAPPONESI: Il parco eolico fatto di enormi lenti galleggianti

Nel corso di questo primo anno di rodaggio, i tecnici della MODEC hanno cominciato a raccogliere informazioni su costi, effettiva resa di questo sistema, ma anche su problematiche tecniche e di manutenzione di questo sistema, che in condizioni metereologiche estreme non mancano.

E’ infatti di pochi giorni fa la notizia che un SWID si sia inabissato a circa un chilometro dalla costa di Kabe Island, vicino alla città di Karatsu, nella prefettura di Saga. E’ il secondo incidente di questo tipo dalla partenza del progetto e -sebbene sia stato confermato che non abbia comportato alcun inquinamento- quanto successo rende bene l’idea delle difficoltà implementative connesse a SKWID.

Si tratta comunque di un’idea molto interessante che merita la giusta attenzione, un sistema non soltanto innovativo, ma che garantisce un impatto minimo sull’ambiente.

Ultimo aggiornamento il 12 Luglio 2018 da Rossella Vignoli

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Erika Facciolla

Giornalista pubblicista e web editor free lance. Nata nel 1980, si trasferisce a Bologna dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Dal 2005 è pubblicista e cura una serie di collaborazioni con redazioni locali, uffici stampa e agenzie editoriali. Nel 2011 approda alla redazione di tuttogreen.it per occuparsi di bellezza e cosmetica naturale, fonti rinnovabili e medicine dolci.

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