Come funziona la distillazione, un’antica tecnica per ricavare diversi prodotti
La distillazione è una tecnica molto antica che permette di separare due o più sostanze disciolte in un liquido o in una miscela attraverso un processo di evaporazione e condensazione dei vapori in un alambicco.
Sommario
Il procedimento è molto semplice e si basa sulla diversa volatilità degli elementi, vale a dire sul loro differente punto di ebollizione che consente di separare tali sostanze. Già nel Medio Evo questa tecnica veniva impiegata per ottenere bevande alcoliche (distillati) a partire dal succo d’uva e di altre piante, erbe e bacche.
Successivamente, il processo è stato sfruttato dall’industria chimica per numerose applicazioni e finalità. Un esempio su tutti è la distillazione dell’acqua impura o salina finalizzata alla produzione di acqua distillata, è più di recente quella del petrolio grezzo.
Vediamo come funziona, a cosa serve e quali sono i principali campi in cui trova applicazione il processo di distillazione.
Storia della distillazione
Come abbiamo visto, parliamo di un processo chimico artificiale scoperto dall’uomo intorno al 500 a.C.
Già nel I secolo d.C. Dioscoride Pedanio lo descrisse empiricamente grazie ad una geniale intuizione. Il medico greco, infatti, scoprì il principio della distillazione a partire dall’osservazione delle pozzanghere di acqua piovana e del modo in cui si asciugavano al sole.
Discoride capì che l’acqua evaporata ritornava a terra sotto forma di pioggia in un circolo continuo e perpetuo. Da qui seguirono studi più approfonditi sull’evaporazione e la condensazione dei liquidi e delle sostanze in essi contenuti.
Purtroppo Discoride non ebbe il tempo per mettere a punto un vero e proprio macchinario per distillare i liquidi, ma riuscì a costruire un oggetto rudimentale che potremmo considerare il predecessore dell’alambicco. Si trattava di un semplice vaso a punta che chiamò “Ambix” alla cui sommità si poteva osservare e raccogliere la condensa creata dalle gocce di vapore.
Distillazione: cos’è e come si esegue
Non tutti sanno che “distillare” significa letteralmente “separare goccia a goccia” due o più sostanze attraverso l’evaporazione e la condensazione dei vapori di quelle sostanze unite in un’unica soluzione. Per eseguire questo procedimento occorrono alcuni strumenti di base (colonna di distillazione):
- Distillatore
- Alambicco
- Caldaia (curcubita)
- Termometro
- Sorgente di calore
Il vapore che si forma viene incanalato mediante un tubicino in una zona più fredda del condensatore e ciò consente di raccogliere il liquido di condensazione del vapore in un contenitore esterno.
Per separare la componente più volatile da quella meno volatile è fondamentale attendere che la temperatura raggiunga il punto di ebollizione corretto. Fatto ciò, occorre interrompere immediatamente il processo (sosta termica) e riprendere solo dopo che la temperatura avrà smesso di salire.
Tipi di distillazione
A seconda del tipo di alambicco, delle tecniche e delle strumentazioni accessorie utilizzate, la distillazione si divide essenzialmente in 2 tipi da cui derivano anche tutti gli altri metodi:
- Continua
- Discontinua
Alcune particolari procedure sono state messe appunto a seconda delle sostanze da separare, dei processi e delle reazioni termiche e fisiche che si innescano durante la distillazione stessa.
Distillazione discontinua
La distillazione discontinua è il metodo più antico e semplice della storia di questa tecnica. L’alambicco può compiere una sola distillazione per volta, quindi ad esaurimento del liquido occorre arrestare il processo e ricaricarlo almeno due o tre volte, a seconda della sostanza distillata e del tipo di risultato che si intende ottenere.
Distillazione continua
La distillazione continua rappresenta un vero e proprio “salto di qualità” per i grandi produttori industriali. A differenza di quella semplice e di quella discontinua non occorre scaricare e ricaricare i recipienti, il chè rende il procedimento meno costoso e più rapido. Inoltre, il liquido immesso fuoriesce come distillato nella stessa quantità.
Questa tecnica viene utilizzata per ottenere l’alcol di base serve a produrre il Gin, ma anche altri distillati pregiati come l’Armagnac, il Cognac, molti blend di Whisky irlandesi, alcuni tipi di Rum, Tequila e Grappe.
Distillazione semplice
Quando si usa un alambicco si parla di distillazione semplice. Come abbiamo visto, l’alambicco è un recipiente di rame composto da un recipiente e da un sistema refrigerante a serpentina (swan neck).
Al suo interno, il liquido da distillare è inserito con una quantità di acqua e viene poi riscaldato da una fonte di calore alimentata con legno, carbone o gas. Sta all’abilità del Mastro Distillatore controllare con precisione la temperatura e regolare attentamente la gradazione del distillato per ottenere un prodotto perfetto.
Distillazione in corrente di vapore
La distillazione in corrente di vapore è utilizzata per distillare alcol ed oli essenziali e vegetali da elementi organici (erbe, radici, bacche, frutti, etc).
Il processo si basa su un flusso di aria calda generato da un bollitore separato che attraversa i liquidi presenti nella mistura. Il grande vantaggio di questa tecnica è che consente di controllare facilmente ogni fase del processo ed ottenere un distillato qualitativamente migliore.
Distillazione Frazionata
Detta anche rettificazione è un processo che consente di purificare l’alcol tramite distillazioni ripetute che eliminano l’acqua e altri componenti. A differenza delle precedenti tecniche di distillazione che permettono di ottenere un concentrazione alcolica non superiore all’80% , con questo metodo la gradazione arriva anche al 90%.
Distillazione alcolica
Il processo che consente di produrre distillati o bevande spiritose a partire dalla materia zuccherina fermentabile è detto distillazione alcolica. Tali materie prime possono essere:
- Vino (cognac, armagnac, pisco ed brandy);
- Vinacce (grappa);
- Mosto d’uva (acquavite);
- Sidro di mele (calvados);
- Canna da zucchero (rum e cachaça);
- Cereali (whisky, gin, vodka, ecc);
- Radici e tuberi (vodka);
- Frutti (kirsch, slivovitz, ecc.)
Si tratta di un tipo di distillazione già nota ai Babilonesi e agli antichi Egizi che distillavano il vino e il sidro, poi trasmessa al mondo Ellenico ed Arabo.
Distillazione del vino
Le vinacce ottenute dalla svinatura delle uve a bacca rossa possono essere sottoposte a distillazione per ottenere la grappa. Questo, di fatto, corrisponde ad uno dei primissimi utilizzi del processo di distillazione alcolica.
Distillazione della grappa
La Grappa è probabilmente il distillato più conosciuto ed apprezzato al Mondo. Viene ricavato unico al mondo dalla distillazione delle vinacce (bucce d’uva) subito dopo la spremitura degli acini.
A loro volta, le vinacce più utilizzate in distilleria possono essere di 2 tipi:
- fermentate
- non fermentate
Le prime presentano una gradazione alcolica più alta perché hanno fermentato con il mosto. Le vinacce non fermentate sono perlopiù bianche e non fermentano quasi mai con il mosto del vino ma dovranno essere sottoposte a fermentazione alcolica attraverso l’utilizzo di lieviti o altre sostanze in grado di attivarla.
Distillazione acqua e sale
La distillazione dell’acqua salata, ad esempio di quella marina, viene effettuata sia per ottenere acqua distillata o acqua potabile adatta all’uso alimentare, sia per estrarre il sale marino dal suo liquido.
L’acqua distillata è un’acqua quasi pura. Essa, infatti, è priva di sali minerali, gas e batteri che normalmente arricchiscono l’acqua in proporzioni diverse, a seconda della provenienza (sorgente, rubinetto, bottiglia, mare, ecc).Il processo di distillazione serve proprio ad eliminare le componenti solide, minerali, microrganismi ed gas.
Distillazione della lavanda
Dalla lavanda, come da altre piante officinali note per le proprietà terapeutiche e i profumi gradevoli, si estrae il prezioso olio essenziale di lavanda. La paternità è del chimico francese Renè Maurice Gattefossé che produsse per primo un fluido lenitivo contro scottature e punture d’insetto attraverso una tecnica distillatoria.
Può essere eseguita a partire dall’utilizzo di fiori ben puliti e privi di residui vegetativi appartenente ad altre piante. In questo caso si procede con un distillatore formato da due ampolle collegate tra loro nelle quali si introducono acqua e fiori.
Una volta che l’acqua avrà raggiunto il punto di ebollizione il vapore sprigionato raggiungerà i fiori posti nell’altra ampolla e la loro essenza convoglierà in un piccolo contenitore sotto forma di sostanza oleosa che si depositerà sulla superficie della condensa prodotta dal vapore acqueo dell’acqua. Occorrono circa 100 g di fiori per produrre 600 ml di olio essenziale di lavanda.
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Ultimo aggiornamento il 3 Settembre 2019 da Rossella Vignoli
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