Ambiente

Ecocidio, un Rifkin poco conosciuto

In Ecocidio, Rifkin analizza le conseguenze che un consumo abbondante di carne bovina ha sulla salute umana e sull’ambiente terrestre, in termini di sostenibilità.

Ecocidio, un Rifkin poco conosciuto

Più noto come teorico della fine del capitalismo come noto fino ad oggi, della terza rivoluzione industriale, della civiltà dell’empatia e come promotore dell’idrogeno come fonte di energia pulita per un futuro sostenibile, Jeremy Rifkin ha in realtà un solido passato di critico della civiltà della carne: un passato che possiamo trovare nel documentatissimo libro “Ecocidio, ascesa e caduta della cultura della carne“, a suo modo un saggio di ambientalismo scientifico, che non potrà non risultare utile a quanti dà fastidio che il vegetarianesimo sia superficialmente bollato come scelta puramente emotiva e irrazionale.

La realtà, come fa vedere Rifkin, è che la “civiltà” della carne, bovina in particolare, e del suo prodotto tipico, l’hamburger -il cibo simbolo del cosiddetto primo mondo e del sogno americano- è il prodotto storico di scelte rivelatesi ampiamente sbagliate e che non vanno certo a favore della salute pubblica e sono del tutto insostenibili nel lungo periodo per l’ambiente.

Molto si è scritto, nell’attuale dibattito sulla crisi ambientale globale in corso, sul ruolo svolto dalle produzioni industriali più inquinanti, del corrosivo assalto all’ambiente fatto dall’uso dei combustibili fossili, delle conseguenze nefaste ed irrimediabili sulla vivibilità dell’ecosistema, se non smetteremo di avvelenare l’atmosfera con monossido di carbonio, metano, clorofluorocarburi, acido nitrico e solforico e quant’altro, ma… Ma uno strano silenzio è sempre aleggiato sulla “questione bovina”, sul ruolo dell’industria globale della carne in tutto ciò.

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Eppure i bovini costituiscono una delle prime cause del riscaldamento globale e una delle minacce ambientali più distruttive.

Non solo sono responsabili di gran parte delle erosioni dei suoli, ma anche della deforestazione, dato che per fare posto agli allevamenti bovini, diversi paesi in via di sviluppo (o sottosviluppo) stanno bruciando preziosi migliaia di ettari di foresta pluviale per fare spazio ai pascoli.

Ma i problemi non finiscono qui: l’allevamento intensivo dei bovini sta portando in diverse regioni ad un pericoloso esaurimento di riserve sostanzialmente non rinnovabili di acqua dolce. E i bovini sono la principale causa di inquinamento organico: le loro deiezioni stanno avvelenando fiumi, laghi e torrenti, il metano da loro prodotto finisce in quantità sempre maggiori nell’atmosfera terrestre.

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La pressione che esercita sull’ecosistema l’industria della carne è difficile da calcolare e difesa da lobby molto potenti, capaci di mettersi nel taschino il governo degli Stati Uniti in innumerevoli occasioni in passato in temi come sicurezza sanitaria, dei lavoratori dell’industria della carne, di diritti di concessione e di sovvenzioni a progetti federali per lo sfruttamento delle risorse idriche.

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Ecocidio, ascesa e caduta della cultura della carne: un Rifkin tutto da leggere

Il tema è anche etico ed economico, ci mancherebbe: oggi, parecchi abitanti di paesi in via di sviluppo vengono spossessati delle loro terre e quasi muoiono di fame perché buona parte dei cereali che producono viene prodotta per dare da mangiare ai bovini e rendere la loro carne più grassa, come piace ai consumatori delle nazioni più ricche.

In un paradosso mai visto in dimensioni così clamorose nella storia dell’umanità, i cittadini delle nazioni ricche -anche a causa dell’eccessivo consumo di carni rosse- muoiono sempre più spesso per infarti, tumori, diabete e spendono miliardi in diete per cercare di arginare l’obesità dilagante.

Solo recentemente le cose stanno cambiando e diversi libri e film trattano apertamente del tema (vedi anche il recente Cowspiracy) dell’impatto ambientale dell’allevamento industriale di bovini, ma la strada è ancora molto lunga: quanti di noi hanno in testa la realtà dell’allevamento intensivo e delle linee da catena di montaggio dei mattatoi invece che la bucolica immagina del bovino che pascola in un bel prato verde? Scommetterei pochi…

Ecocidio è un libro che ha una ponderosa componente di ricostruzione storica, che magari non a tutti risulterà di facile leggibilità, ma che inquadra il tema dell’impatto della cultura della carne in maniera esemplare.

Rifkin, alla luce di questa ponderosa analisi, matura la convinzione che:

...nel ventiduesimo e nel ventitreesimo secolo, i nostri pronipoti saranno sconcertati e perplessi dall’apprendere che i loro antenati consumavano carne di altre creature viventi.
Quest’antica pratica, con i rituali che la accompagnavano, saranno considerati manifestazioni primitive di un barbaro passato.

Potranno sembrare previsioni eccessive, ma vi invitiamo ad analizzarle su un piano assolutamente razionale e scientifico leggendo non solo Ecocidio, ma anche qualche altro studio della sua corposa bibliografia.

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Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2024 da Rossella Vignoli

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