Educazione ambientale a scuola, una realtà o la solita cosa all’italiana?
Fare educazione ambientale a scuola è importante, dal 2016 sarà una materia obbligatoria ma senza un’ora dedicata, solite cose all’italiana…
Dissesti idrogeologici e scandali riguardanti discariche e rifiuti in un Paese come l’Italia rendono molto pregnante la sensibilizzazione dell’opinione pubblica ai temi relativi all’impatto e alla sostenibilità ambientale dell’attività umane. Le future generazioni, in special modo, necessitano di un’apposita opera educativa rispetto a tali questioni, per imparare a rispettare le risorse ambientali in modo meno scriteriato rispetto a quanto fatto in passato per la tutela del Pianeta.
Per quanto la situazione sia ancora rimasta sospesa, sembra che l’educazione ambientale diventerà materia obbligatoria nelle scuole, anche quelle dell’infanzia, a partire dal prossimo anno scolastico 2015-2016, includendo tematiche come l’alimentazione, la tutela della biodiversità, la tutela del mare e del territorio, la cultura del paesaggio e la gestione dei rifiuti.
In realtà sembra che la situazione non cambierà come prospettato poiché non esisterà una vera e propria ora curricolare di educazione ambientale, mentre tali questioni andranno ad inserirsi nei programmi, già molto ricchi, di altre materie, quali scienze, geografia e arte.
Di fatto, in molti istituti scolastici italiani l’attenzione per l’educazione al rispetto dell’ambiente è già attiva grazie a progetti, che includono laboratori, orti scolastici, mobilità sostenibile, riciclo dei rifiuti, studio e applicazioni nell’ambiente delle fonti di energia rinnovabili, sebbene affidati alla discrezione e all’iniziativa di alcuni insegnanti.
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Per quanto ben accolto, quindi, l’annuncio del sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, Barbara Degani, sembra presentare notevoli criticità di applicazione, quali la definizione di programmi, libri di testo e formazione dei docenti a partire dal prossimo settembre.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli
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