Come coltivare l’erica, in giardino o in vaso: la guida pratica
Una piantina facile da coltivare, che abbellirà il vostro giardino o terrazzo
Come tutte le piante resistenti al freddo e sempreverdi, l’erica è molto utilizzata per tappezzare terrazzi e giardini anche nei mesi invernali. Ecco tutti i consigli pratici e i segreti per coltivare con successo questo arbusto originario del Sudafrica.
Sommario
Per chi ama il giardinaggio, questa l’erica si rivelerà perfetta per abbellire il terrazzo e il giardino, con le sue splendide e durature fioriture, che avvengono in autunno-inverno.
Caratteristiche della pianta
La calluna vulgaris, più conosciuta con il nome generico ‘erica’ è una pianta sempreverde originaria del Sudafrica e tipica del bacino del Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle ericaceae.
Il nome scientifico ‘calluna‘ deriva dal greco kalluno che significa ‘spazzare’. In effetti è noto che con i ramoscelli secchi di questa pianta si costruiscono da sempre delle scope.
Oggi, esistono più di 700 specie diffuse in ogni parte del Mondo, soprattutto in Europa.
La maggior parte delle specie ha un portamento arbustivo. Le specie arborea e scoparia possono raggiungere un’altezza superiore ai 6 metri e si presentano con la tipica forma intrecciata. Tutte le altre eriche crescono mediamente fino a 70 cm e si differenziano per l’aspetto della foglia (aghiforme, ellittica, ecc) che però è quasi sempre allungata e sottile.
Ma è l’erica vulgaris, conosciuta volgarmente come brugo, la specie più diffusa. Il nome deriva dalla parola ‘brughiera’ che indica un’area dell’Italia settentrionale e della Pianura Padana che per altitudine, acidità del terreno e humus è particolarmente indicata per la crescita di questa e di altre varietà arbustive, come la ginestra dei carbonai.
In inverno le sue foglie cambiano colore, virando su una particolarissima tonalità di verde-grigio dorato. I fiori, invece, sono piccole campanule raggruppate in spighe o grappoli e di colore lilla, bianco o rosato. Dopo la fioritura la pianta sviluppa dei frutti ricchi di semi che riescono a sopravvivere al suolo anche per decenni.
Storia e significato dell’erica
In tempi antichi era considerata una pianta dalle proprietà magiche e purificatrici, capace di tenere lontano gli spiriti maligni e le forze negative.
Con il legno ricavato dai ramoscelli di questa pianta, infatti, si confezionavano delle scope utilizzate per pulire i templi degli Dei. Il suo legno, inoltre, veniva arso per cuocere il pane e per consacrare rituali sacri, quasi come un incenso.
Secondo la trazione celtica, invece, tra i suoi rami trovavano dimora delle fate ed era sconsigliato addormentarsi vicino a queste piante perché c’era i rischio di essere rapiti.
Altre versioni vogliono che questa pianta fosse l’unica in grado di aprire le porte dall’Aldilà.
In tempi più recenti cominciò ad essere coltivata per motivi ornamentali e per le proprietà curative. Ancora oggi i suoi fiori secchi sono utilizzati composizioni floreali mentre gli estratti vegetali delle foglie fresche hanno spiccate proprietà antinfiammatorie e lenitive.
Nel linguaggio dei fiori, l’erica simboleggia la solitudine e la malinconia, ma anche la speranza che sogni e desideri diventino realtà.
Come coltivare l’erica
Le varietà più adatte alla coltivazione in giardino e in terrazzo sono quelle ibride ottenute dalle specie sudafricane. Tuttavia, queste varietà temono le gelate invernali e non sopportano temperature al di sotto dei 5°.
Nonostante questo, non sono indicate come piante da appartamento, perché il caldo le seccherebbe.
Sono apprezzate invece come fiori invernali perchè la fioritura esplode già all’inizio dell’autunno. Sono piante acidofile, quindi la preparazione del terriccio corretto per composizione chimica è essenziale alla loro sopravvivenza e sviluppo.
L’irrigazione deve essere regolare, ma mai abbondante, preferibilmente con acqua povera di calcare. Da evitare i ristagni idrici che comprometterebbero la salute dell’apparato radicolare della pianta.
Per favorire il drenaggio dell’acqua è utile aggiungere al terriccio della sabbia per acidofile. Periodicamente è opportuno nutrirla con concime rinverdente specifico per piante sempreverdi e ricco di ferro.
Ama i climi freschi e non a caso tende a svilupparsi nei mesi che vanno da settembre ad aprile. Il riposo vegetativo della pianta avviene invece in estate. Per questo motivo la maggior parte delle cure e delle attenzioni che occorrerà rivolgere alla pianta dovranno concentrarsi nella stagione invernale e autunnale.
Coltivazione in vaso o in giardino? Tutt’e due!
Si adatta bene sia alla coltivazione in vaso che in piena terra. La posizione perfetta per la messa a dimora della pianta è in ombra o mezz’ombra, mai in pieno sole, specie nelle zone climatiche più calde.
Finita la fioritura, generalmente in tarda primavera, occorrerà procedere alla potatura accorciando bene i fusti con i fiori appassiti. Potature tardive possono compromettere le successive fioriture.
Parassiti e malattie dell’erica
I fattori che causano la morte della pianta o che compromettono il suo sviluppo sono generalmente legate alla formazione di muffe e marciumi. In tal senso il corretto apporto idrico e un buon drenaggio possono prevenire marciumi a danno dell’apparato radicolare.
Anche l’esposizione può essere determinante: in pieno sole, infatti, soffre e il caldo eccessivo può seccare completamente le parti aeree. I climi secchi e caldi, inoltre, favoriscono la formazione di cocciniglie e acari che rovinano il fogliame della pianta.
In condiziono di scarsa ventilazione e alto tasso di umidità, invece, può sviluppare la botrite, muffa grigiastra che compromette irreparabilmente l’apparato vegetativo.
Altro pericolo che per la vitalità della pianta è la clorosi. Come tutte le acidofile, infatti, anche l’Erica soffre per irrigazioni a base di acqua calcarea o comunque non demineralizzata. Questo causa dapprima lo scolorimento del fogliame e successivamente alla morte delle piante più piccole e delicate.
E se vi viene voglia di averla nel vostro giardino, ecco dove comprarla:
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Ultimo aggiornamento il 9 Settembre 2021 da Rossella Vignoli
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