Salute naturale

Speciale fibromialgia, scopriamone le cause, i sintomi e alcune possibili cure naturali

La Fibromialgia o Sindrome Fibromialgica (FM) è una patologia cronica molto dolorosa: ecco i sintomi e le cure necessarie.

Speciale fibromialgia, scopriamone le cause, i sintomi e alcune possibili cure naturali

Il termine fibromialgia deriva dal greco e significa dolore (algos) di tessuti fibrosi (fibro) e muscoli (myo). Si tratta di una malattia reumatica extrarticolare, che interessa l’apparato muscolo-scheletrico. Non deve essere confusa in alcun modo con l’artrite.

La sindrome della stanchezza cronica, caratterizzata da affaticamento profondo e dolore articolare e muscolare, è molto simile alla fibromialgia e non è sempre facile distinguerle.

La differenza principale tra queste due patologie è data dal fatto che la fatica predomina nella sindrome da stanchezza cronica mentre il dolore nella fibromialgia.

Questa sindrome non causa complicazioni gravi, ma è molto stressante e spesso impedisce alla persona di svolgere attività quotidiane o di lavorare a tempo pieno.

La storia

Un primo inquadramento della patologia vi fu nel lontano 1904, quando William Gowers parlò di fibrosite, ritenendo che fosse un’infiammazione a livello muscolare.

Solo nel 1976 comparve il termine fibromialgia, introdotto da Hench. In quegli anni si mise in luce l’aspetto psicologico della malattia, escludendo la base infiammatoria.

Il termine fibromialgia è stato criticato da alcuni medici in quanto non c’ è una vera propria fibrosi dei muscoli che sia all’origine del dolore. E’stato suggerito anche il nome “sindrome idiopatica polialgica diffusa”, ma non si è raggiunto un consenso a livello internazionale.

L’ esistenza di questa sindrome è stata comunque riconosciuta dal 1992 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Fibromialgia: epidemiologia

La patologia ad oggi sembra essere abbastanza diffusa, nonostante ci sia un gran numero di casi che non arrivano mai a diagnosi. Questo accade perché manca corretta informazione e spesso i sintomi sono talmente tanti e vaghi che vengono confusi con altre problematiche.

La fibromialgia è infatti ancora oggi poco conosciuta e poco compresa. Anche se il dolore è reale e molto intenso, i medici non sono riusciti a rilevare lesioni o infiammazioni che permettano di spiegare questi sintomi.

Le statistiche mostrano che nei paesi industrializzati, la fibromialgia colpisce dal 2% al 6% della popolazione.

La percentuale di donne colpite dalla fibromialgia è davvero elevata (parliamo di una proporzione di 9 a 1 rispetto agli uomini). Esiste anche la possibilità di trasmissione nelle figlie femmine. Compare generalmente in due grandi fasce d’età: tra i 25 e i 35 anni e tra i 45 e i 55.

Ad oggi si stima che siano affetti da sindrome fibromialgica circa 2 milioni di italiani.

Fibromialgia: le cause principali

Questo quadro clinico rientra nell’ambito delle sindromi da ipersensibilizzazione centrale. Questo significa che la risposta ad uno stimolo risulta amplificata, generando un dolore intenso (iperalgesia). A tale condizione di ipersensibilità si sovrappone anche l’allodinia ovvero si prova dolore anche se lo stimolo non è doloroso.

Rientrano nello stesso gruppo di patologie da ipersensibilizzazione anche il colon irritabile e l’emicrania, per citarne solo alcune.

Secondo alcuni studi più approfonditi, sembra che si verifichi una vera e propria anomalia del sistema dei neurotrasmettitori. Nello specifico si assiste ad un aumento dell’attività dei neurotrasmettitori eccitatori (come la dopamina) a fronte di un rallentamento di quelli inibitori (come la serotonina).

Tra le cause scatenanti, ancora oggi fonte di dibattito, potrebbero esserci gravi traumi fisici e psicologici (come incidenti, abusi sessuali, stress elevati). In alcuni casi la sindrome compare con maggiore gradualità, senza essere associata a fattori specifici.

Altre ipotesi eziologiche collegano la malattia alla presenza di patologie virali, come la mononucleosi, alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, mutazioni a carico genetico.

fibromialgia
La fibromialgia colpisce prevalentemente donne (è rilevata una proporzione di 9 a 1 rispetto agli uomini).

Fibromialgia sintomi

Il sintomo principale della fibromialgia è ovviamente il dolore, sia localizzato che diffuso in tutto il corpo, associato a stanchezza e disturbi del sonno.

Per poter fare diagnosi è necessario che compaia in maniera continuativa per almeno 3 mesi.

Le zone interessate dalla fibromialgia possono essere tante, come spalle, colonna vertebrale, braccia, polsi, cosce e cingolo pelvico.

  • La continua tensione dei muscoli procura inoltre tutta una serie di fastidi quali: stanchezza e affaticabilità, rigidità articolare, difficoltà nei movimenti, a volte crampi notturni e gonfiore.
  • Quando questi sintomi sono particolarmente insistenti, la persona potrebbe aver difficoltà persino ad alzarsi da letto.
  • Questi fastidi si localizzano nei tender points, i tendini indolenziti, uno dei campanelli d’allarme per poter fare corretta diagnosi.
  • Spesso le persone colpite da questa patologia riferiscono in maniera generica di sentirsi completamente indolenzite e di avere dolore un po’ ovunque.

Altri sintomi secondari possono essere:

Spesso chi soffre di questa sindrome riporta anche problematiche rilevanti di natura psicologica quali:

In ogni caso, questa patologia non è degenerativa e non procura danni e lesioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico. In alcuni casi si è assistito anche ad una riduzione dei sintomi.

Ciò non toglie che il dolore continuo comprometta seriamente la qualità della vita e di conseguenza abbia ripercussioni anche a livello lavorativo.

Altre patologie associate

Sono spesso associati alla fibromialgia disturbi quali mal di testa, disturbi intestinali (il colon irritabile), la sindrome delle gambe senza riposo ed in generale problemi agli occhi e tremori.

Diagnosi di fibromialgia

La diagnosi è frutto di un esame lungo e accurato e spesso il paziente la riceve dopo aver accumulato un trascorso di visite mediche senza riuscire a venirne a capo.

Alcuni aspetti sono però fondamentali e vanno indagati opportunamente:

  • come anticipato, attraverso la digitopressione sui tender points è possibile già avere una prima idea sulla presenza o meno di questa patologia. Se difatti la pressione non scatena dolore, si può subito eliminare la diagnosi.
  • Per poter diagnosticare una sindrome fibromialgica è necessario riscontare dolore su 11 dei 18 tender points.
  • Bisogna riscontrare altri sintomi secondari ed indagare sulla presenza di eventuali situazioni stressanti e/o traumatiche.

Diagnosi differenziale

Non esistendo ad oggi un esame strumentale che consenta di indicare chiaramente la presenza di tale sindrome, risulta fondamentale riuscire ad effettuare una corretta diagnosi differenziale. Questo può avvenire anche attraverso ulteriori esami, come le analisi del sangue.

Le patologie da escludere sono:

  • ipotiroidismo
  • tumori
  • ipercalcemia
  • malattie muscolari o deformazioni ossee
  • epatite o AIDS
  • insufficienza di vitamina D.

Fibromialgia cure

La brutta notizia è che ad oggi non è ancora noto un trattamento risolutivo della sindrome fibromialgica. Questo significa che tutte le cure possono intervenire per alleviare i sintomi primari e secondari della fibromialgia, ma non per debellare la malattia in maniera definitiva.

Spesso i pazienti vengono trattati con antidolorifici specifici, antidepressivi, tecniche di rilassamento per migliorare il benessere psico-fisico.

Segnaliamo che tra i trattamenti complementari, gli approcci corpo-mente (come biofeedback, ipnoterapia, rilassamento con immagini mentali, ecc) sono i più comunemente utilizzati per le persone che soffrono di fibromialgia. Vengono ritenuti – più efficaci delle terapie di agopuntura e manipolazione, come massaggi e chiropratica.

La prevenzione

La possiamo prevenire?
La causa della fibromialgia non è stata formalmente identificata e nessun modo per prevenirla è ad oggi riconosciuto.

Menzioniamo solo il fatto che si consiglia di non essere sovrappeso, in quanto potrebbe aumentare il dolore alle articolazioni e ai muscoli.

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Ultimo aggiornamento il 24 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli

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Alessia Fistola

Nata in Abruzzo nel 1982, si trasferisce a Roma per conseguire una laurea e un master in psicologia, ma dopo una decina d'anni rientra nel suo piccolo paese ai piedi della Majella, fuggendo dalla vita metropolitana. Attualmente coniuga l'attività di psicologa libero professionista con la passione per la scrittura, un hobby coltivato sin dalle scuole superiori. Collabora con la redazione di Tuttogreen dal 2011, cura un blog personale di taglio psicologico e scrive articoli per un mensile locale. Nel tempo libero ama passeggiare nei boschi e visitare i piccoli borghi, riscoprendo le antiche tradizioni d'un tempo.

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