Tutti pazzi per il free climbing o l’arrampicata sportiva: ecco cosa c’è da sapere per approcciare questa disciplina
Il free climbing o arrampicata sportiva è una disciplina che comporta un grande sforzo fisico, mentale e tanta agilità. Essendo uno sport di destrezza, infatti, è necessario affinare la coordinazione motoria di base e l’equilibrio. Inoltre, implica una sollecitazione notevole a carico di tutti i muscoli del corpo e dell’apparato scheletrico. Può essere praticato in palestra su pareti artificiali (indoor) o su superfici naturali all’aperto (outdoor).
Sommario
Free climbing: cos’è e chi può praticarlo
Il free climbing è un’attività sempre più in voga negli ultimi anni. E’ praticabile potenzialmente a tutte le età e si può iniziare sin da bambini (4-5 anni) e proseguire oltre i 70 anni.
La cosa fondamentale per diventare free–climbers è possedere un apparto cardiovascolare efficiente e in buona salute. Altrettanto importante è non soffrire di patologie articolari o muscolari importanti.
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Praticato a livello amatoriale, il free climbing è uno sport molto adatto ai più giovani perché consente di cimentarsi in un’attività adrenalinica che richiede agilità e spirito di avventura. L’arrampicata sportiva è adatta sia agli uomini che alle donne. Queste ultime, un po’ come i bambini, dimostrano grande dimestichezza nei movimenti in pareti verticali e buona apertura delle anche.
La posizione fondamentale del free climbing è chiamata ‘triangolo’. Questo perché l’arrampicata si basa su tre punti di appoggio, vale a dire i piedi e una mano, o due mani e un piede.
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Storia del free climbing
L’arrampicata sportiva nasce ufficialmente nel 1985 a Bardonecchia. La sua consacrazione come disciplina sportiva ha una storia molto recente, dunque, ma il pubblico di praticanti e professionisti è sempre più nutrito. Di conseguenza, è cresciuto anche il numero di palestre e strutture dove si può praticare il free climbing indoor.
La presenza di pareti artificiali al coperto ha reso via via più semplice l’accesso a questo sport, sopratutto per coloro che si cimentano per la prima volta nell’arrampicata. Alcuni climbers si limitano all’arrampicata in palestra: praticato almeno 2 volte a settimana è un allenamento completo e salutare. Altri, invece, utilizzano la palestra per approcciare la disciplina e prepararsi a sperimentare il brivido dell’arrampicata su roccia.
Attrezzatura ed esercizi
Il tipo di arrampicata dove si utilizza solo il corpo è, appunto, il Free Climbing. Ciò non vuol dire che non si possa scalare con l’ausilio di determinati attrezzature. Di solito si utilizza la corda di sicurezza, l’imbrago, il discensore, i moschettoni, i nuts, i friends e i rinvii.
La differenza con le altre tipologie di arrampicata è che nel free climbing queste attrezzature hanno una funzione puramente cautelativa. Si tratta, insomma, di un equipaggiamento che può evitare o limitare i rischi di una caduta, ma non agevolare in alcun modo lo scalatore.
Al free climbing appartengono 3 diversi stili:
- redpoint (o arrampicata sportiva lavorata)
- on sight (detta anche arrampicata a vista)
- flash (a vista, ma con informazioni e indicazioni di altri scalatori)
Il primo, fondamentale, requisito per approcciare l’arrampicata sportiva è la preparazione fisica. Occorre essere sufficientemente riscaldati e in forma prima di affrontare una parete ed evitare sforzi eccessivi. La gradualità, infatti, è una condizione essenziale per praticare questo sport con profitto.
Inizialmente ci si allena su pareti artificiali alte 3-5 metri ad inclinazioni variabili. Si può cominciare anche esercitandosi su muro-boulder, cioè una struttura bassa dove ci si può arrampicare senza corde di sicurezza e alla cui base vengono posti materassi specifici.
La principale difficoltà dei principianti di solito è costituita dallo sforzo di braccia, mani e dita. Per allenare questi arti è necessario dedicare un po’ di lavoro specifico al potenziamento, ad esempio con la trave di arrampicata. Prima e dopo l’allenamento è sempre buona norma fare dello stretching.
Benefici del free climbing
Il principale beneficio legato alla pratica di questa disciplina è la possibilità di sviluppare una preparazione fisica di base ottimale. Questo vale sia da un punto di vista puramente atletico (si allenano tutti i muscoli), sia da un punto di vista psico-attitudinale (si sviluppano destrezza, equilibrio, strategia, agilità).
Lo sforzo – e quindi il beneficio – si concretizza sia a livello cardiovascolare che muscolo-scheletrico. Durante l’arrampicata, infatti, si compiono movimenti isometrici e isotonici, necessari per mantenere una certa posizione in parete. Particolarmente sollecitati sono bicipiti, dorsali, addominali, lombari e glutei.
Il free climbing, in realtà, aiuta a rinforzare e tonificare quasi tutti i gruppi muscolari più importanti e conferisce elasticità e forza a mani e piedi. Il dispendio energetico è notevole: un’ora di arrampicata sportiva può arrivare a bruciare 700-800 calorie.
I benefici sono sorprendenti anche a livello mentale. Si butta fuori lo stress, l’ansia e si favorisce la concentrazione su un obiettivo preciso. E una volta terminato con successo l’allenamento, l’autostima cresce vertiginosamente…
Outdoor e Indoor
Come anticipato, il free climbing può essere praticato sia outdoor che indoor, ovvero su pareti rocciose naturali o in palestre attrezzate. In entrambi i contesti si utilizzano comunque corde e dispositivi di sicurezza per garantire l’incolumità del climber e appigli piazzati sulle pareti artificiali da scalare.
L’arrampicata sportiva outdoor è senza dubbio più insidiosa e comporta più rischi. La maggior parte di questi possono essere prevenuti con il corretto equipaggiamento e la scelta di una parete adatta alla propria preparazione.
In palestra i pericoli si riducono ma occorre comunque essere vigili e attenti. Se non si adottano le giuste misure di sicurezza, la caduta è comunque un rischio da non sottovalutare.
Arrampicata sportiva e arrampicata libera
L’arrampicata tradizionale è la disciplina esistente prima di quella sportiva. La differenza tra le due è che il free climbing su parete naturale avviene senza l’ausilio di arpioni e appigli artificiali, ma solo sfruttando quelli naturalmente presenti sulla roccia.
Un tempo l’arrampicata tradizionale era praticata un po’ da tutti. A partire dagli anni Ottanta e Novanta, però, divenne la disciplina preferita solo da alpinisti esperti che la esercitavano in ambienti esclusivamente alpinistici con l’unico intento di raggiungere una vetta più impegnativa possibile.
Oggi gli appassionati dell’arrampicata classica stanno ricominciando a scalare anche in altri contesti meno ardui, per il puro piacere di avvicinarsi a questo sport. E a differenza di quanto avveniva in passato, la pratica moderna tiene conto anche dell’impatto ambientale. Non si usano più i classici chiodi o spit piantati nella roccia, ma vengono utilizzate delle protezioni amovibili che non ‘sporcano’ la roccia, del tutto simili a quelle utilizzate talvolta nel free climbing.
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Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2018 da Rossella Vignoli
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