Ghiro: tutto sull’animale “dormiglione” per eccellenza
Ghiro: caratteristiche, abitudini e curiosità per conoscere meglio questo simpatico animale, dalla fama di essere un gran dormiglione!
Sommario
Il ghiro è un animale notturno, proprio come volpi, cervi, tassi e tanti altri. Questo mammifero appartiene alla classe dei roditori, di cui rappresenta uno degli esemplari più antichi esistenti sulla Terra. È della famiglia dei Gliridi, specie Glis.
Tutti, almeno una volta, abbiamo preso qualcuno in giro affibbiandogli l’appellativo di “ghiro”. Questo termine difatti è diventato sinonimo di “dormiglione”, proprio perchè il ghiro va in letargo per molti mesi e anche di giorno ama stare rintanato nel suo rifugio.
Ghiro: aspetto
Il ghiro è un animale piccolo, non supera i 30 cm di lunghezza. Il suo aspetto è molto simile a quello dello scoiattolo.
Presenta delle orecchie molto piccole e tonde. Il muso è allungato e termina con le vibrisse, organi tattili come quelli che ritroviamo nei gatti. Gli occhi sono scuri e i denti incisivi molto aguzzi, grazie ai quali riesce difatti a rosicchiare il legno.
Il corpo è interamente ricoperto da una pelliccia grigia e marrone, che diventa di colore bianco nella parte del ventre.
La coda è lunga anche fino a 15 cm ed è molto folta. Il peso va dai 70 ai 180 grammi. Vive in media 6 anni, ma spesso muoiono prima.
Riproduzione
Il ghiro diventa adulto a 10 mesi e si accoppia al termine del letargo, in primavera, ma anche in autunno.
Le femmine invece partoriscono solo una volta all’anno e la gravidanza dura appena un mese. I cuccioli nascono nel periodo estivo da un minimo di 2 fino a 8.
Appena nati, i piccoli sono ciechi e privi di pelo e restano con la mamma nella tana. Dopo circa 3 settimane sono svezzati e pronti per iniziare la loro vita come gli adulti.
La tana in cui la mamma accudisce i suoi figli viene costruita sulla cima degli alberi, di modo da non essere raggiunta dai predatori. Si tratta quindi di un rifugio diverso da quello utilizzato durante il letargo, che al contrario si trova più in basso.
In alcuni casi la tana del letargo viene costruita anche nei fienili abbandonati, nelle cavità sotterranee e dovunque riescano a trovare un angolo che offra riparo.
Abitudini del ghiro
Il proprio nido è il luogo preferito di questo mammifero, dal momento che vi trascorre praticamente tutta la giornata. Il ghiro esce all’aria aperta solo dopo il calare del sole, mentre non appena arriva l’alba, si rintana. Ecco perchè è così difficile incontrarli.
Mangia nocciole, castagne, ghiande, frutti di bosco, bacche, uova di altri animali. In casi particolari può arrivare a mangiare anche qualche insetto. Prima di ibernarsi, è facile vederlo nei pressi di un nocciolo, intento a fare provviste. A volte vi capiterà di vedere in rete un’immagine di ghiro apparentemente intento ad annusare dei mazzi di fiori: in realtà, quel ghiro si sta facendo un piccolo spuntino pomeridiano, perché si nutre anche di fiori.
Questo mammifero, al contrario di quanto si pensi per via del letargo, è in realtà molto attivo. Si arrampica facilmente sulle cime degli altri. Salta agilmente da un ramo all’altro, appare furbo e intelligente.
Dove vive
Il ghiro vive in molte zone dell’Asia e dell’Europa, come la parte Nord dell’Iran, la Spagna e la Francia. In Italia lo troviamo un po’ ovunque, anche in Sicilia e Sardegna.
Il suo habitat naturale è dato dai boschi, in particolare modo gli alberi. Difatti è proprio nelle loro cavità che costruisce il suo nido utilizzando foglie, pezzi di corteccia e muschio.
Oggi possiamo trovarli anche nelle zone abitate, magari nei pressi di parchi, giardini o grandi distese. Generalmente vivono insieme ad altri esemplari della specie, preferendo stare in piccoli gruppi. Amano fare la lotta per gioco e rincorrersi.
Il letargo del ghiro
Il letargo dura all’incirca 6-7 mesi ma non è un sonno lungo e ininterrotto. Il ghiro si sveglia periodicamente per poter mangiare quello che ha accumulato dentro la sua tana.
Difatti già dall’autunno va a caccia di cibo per poter avere una buona scorta durante l’inverno.
Quando inizia il letargo, il ghiro dorme tutto raggomitolato su di sè, di modo da mantenere la temperatura corporea costante e ridurre al minimo il metabolismo.
Curiosità sul ghiro
Ecco alcune cose che non tutti sanno, che ci aiuteranno a conoscere meglio questo animaletto.
- Dal 2006 questo animale è stato riconosciuto in Italia come specie protetta, assai in ritardo a quanto fatto in altri paesi (per esempio in Gran Bretagna lo sono dal 1993). Per secoli il ghiro è stato cacciato, in quanto pare che la sua carne sia molto rinomata per essere tenera. Gli antichi Romani lo consumavano frequentemente.
- Noi parliamo di ghiro come se fosse un’unica specie con caratteristiche omogenee in tutto il mondo. In realtà, esistono quasi una trentina di specie di ghiri, piuttosto differenziate per caratteristiche. Alcune specie sono più grandi, mentre altre hanno maschere scure intorno ai loro occhi, quasi come i procioni.
- Una cosa abbastanza sorprendente come dicevamo all’inizio è che, nonostante il loro aspetto innocente ed indifeso, i ghiri sono tra le più antiche specie di roditori del pianeta. Sono stati rinvenuti fossili di ghiri risalenti al primo Eocene, un periodo di 33-56 milioni di anni fa. Questo significa quindi che i ghiri vivevano già in un periodo dove esistevano i progenitori dei cavalli e alcuni primati.
- Una cosa che non tutti sanno che questo piccolo roditore è abbastanza rumoroso: emette continuamente squittii, sia mentre svolge le sue attività che quando dorme.
- Quando invece si trova in pericolo, è in grado di perdere parte della coda per non farsi afferrare dai predatori. Inoltre assume una posizione caratteristica: eretto, inizia a battere le zampe come se stesse applaudendo e produce una specie di ronzio.
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Ultimo aggiornamento il 30 Ottobre 2023 da Rossella Vignoli
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