Green food: un mercato in crescita ignorato dalla ristorazione commerciale
Ritorna la nostra veg coach Roberta, con una sorta di lettera aperta sull’importanza del cibo bio e sul silenzio del mondo della ristorazione comune nei sui confronti, sebbe oggi rappresenti un’ottima opportunità di business. Ricordiamo che risponde alle vostre domande sul forum di TuttoGreen direttamente nella sezione dedicata: Veg Coach: tutto sull’alimentazione vegana.
Vediamo cosa ci scrive: ”Soprattutto nelle grandi città italiane la scelta green a tavola è in aumento: da chi adotta uno stile alimentare vegetariano o vegano, a chi si alimenta più o meno esclusivamente con cibi bio, integrali, di stagione ed a km zero, e chi vuole conciliare gusto e anche salute con preparazioni leggere. Secondo la sinottica Eurisko del 2010, gli eco-responsabili a tavola sono ben 8 milioni di italiani ed il trend è in aumento.
Dati a parte, in città come Roma o Milano sono evidenti iniziative imprenditoriali più o meno grandi che investono sul mercato del cibo eco-sostenibile: eventi, negozi off e on line di cibo bio, progetti, ristoranti…
Sono l’esempio di un’economia viva nonostante la recessione. Una domanda forte quindi e in crescita. E l’offerta? Ristorativamente parlando ahimé, devo criticare sia come consumatrice che professionista la ristorazione commerciale media, che pare non essere minimamente interessata a salire su questo treno, anche solo come opportunità economica.
Oggi i consumatori sono sempre più esigenti e sempre di più sono quelli che vedono nel cibo non solo il piacere e la tradizione ma anche un’espressione culturale.
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Tuttavia, a parte i pochi ristoranti specializzati, oggi l’offerta media dal bar al ristorante, qualitativamente parlando e in particolare in un’ottica di impatto ambientale, è piuttosto deprimente: per il consumatore green mangiare fuori casa in maniera dignitosa è un’impresa, per la ristorazione quella che sembra essere un’opportunità da cavalcare, dati alla mano, viene spesso considerata un problema.
Cibi bio e integrali sono una chimera, menù vegetariani e vegani si limitano a verdure grigliate e pasta al pomodoro.
Forse il mondo della ristorazione pensa che un consumatore attento all’ambiente si punisca con cibi insipidi e grigi? Che un vegano mangi solo insalata e inorridisca di fronte a un calice di vino?
Credo che il popolo dei green consumer dovrebbe abituarsi a “chiedere” quando si mangia fuori casa, manifestando una propria esigenza in modo esplicito e avviando in questo modo un’economia virtuosa anche nei canali convenzionali.
E voi, che ne pensate?”.
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Ultimo aggiornamento il 7 Dicembre 2012 da Rossella Vignoli
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