Bioedilizia

Tuttogreen incontra Andrea Ursini Casalena di MyGreenBuilding

Strumenti gratuiti per agevolare chi lavora nel risparmio ed efficienza energetica degli edifici

A proposito di green job oggi vogliamo parlare di quelle figure che fanno un lavoro che combina tecniche e saperi tradizionali ma che devono saper interpretare le nuove esigenze ecologiche e di controllo dei consumi energetici, e saper maneggiare nuovi prodotti. Sono gli ingegneri, gli architetti, i geometri, i progettisti di impianti e i designer.

Tuttogreen incontra Andrea Ursini Casalena di MyGreenBuilding

A questo proposito, abbiamo incontrato Andrea Ursini Casalena, di mygreenbuilding.org, un sito che descrive e condivide le più intressanti tecniche di costruzione, le norme, i prodotti ed i progetti per ottenere il massimo del risparmio energetico, per addetti ai lavori e semplici appassionati. Vediamo cosa ci racconta.

TG: Che cos’è MyGreenBuildings? Come è nata l’idea del blog?

AUC: MyGreenBuildings è condivisione di strumenti gratuiti per agevolare il lavoro di ingegneri, architetti, geometri e periti che operano nel risparmio ed efficienza energetica degli edifici, e fornisce articoli informativi e di approfondimento tecnico sull’edilizia sostenibile.

L’obiettivo è quello di creare interesse attorno ai temi del costruire e riqualificare “green”, creando una comunità di persone sempre più ampia con cui attivare un’opera di sensibilizzazione reciproca e diffusa nel territorio italiano. Ad oggi questa comunità è formata da oltre 23.000 tecnici e da oltre 5.000 fan. Per gli iscritti alla community condivido risorse e materiale esclusivo utile per la professione.

L’idea del blog nasce nell’estate del 2008, con il mio primo blog sull’edilizia sostenibile, che dopo varie modifiche e aggiustamenti, ha preso vita in via ufficiale nei primi mesi del 2009. E quella di creare un’attività online e supportata da persone con i tuoi stessi interessi è un’esperienza appagante.

TG: Da quanti anni e che tipo di esperienza ha in questo ambito?

AUC: Mi sono avvicinato all’edilizia sostenibile con la tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura e dopo ho studiato e fatto ricerca scientifica sull’involucro edilizio per rendere gli edifici più sostenibili nei confronti dell’ambiente che mi ha permesso di farmi una certa esperienza sull’inerzia termica degli edifici, come possibile soluzione alle problematiche del surriscaldamento estivo negli edifici.

Ho partecipato a lavori di ricerca sulle pareti ventilate, sui sistemi di riscaldamento radiante e convettivo, sui ponti termici. Gli attrezzi che uso nel lavoro sono gli strumenti di misura per i monitoraggi ambientali e i software di simulazione energetica, tra cui Energyplus. Questa’anno mi sono occupato di una sperimentazione su un particolare tipo di schermatura solare, termo-riflettente e semi-trasparente

Come docente universitario ho creato un corso di 20 ore sulle basi dell’edilizia sostenibile. A breve sarà disponibile anche online.

TG: Ci racconti che tipo di progetti seguite

AUC: Attualmente mi divido tra la gestione di MyGreenBuildings e la libera professione, come ingegnere e consulente nell’edilizia sostenibile. In ambito professionale lavoro per la riqualificazione energetica degli edifici, con attenzione all’ottimizzazione delle pareti in laterizio.

Cerco anche di semplificare la vita ai tecnici iscritti al mio sito e a quelli che lo visitano, o almeno ci provo! Lo faccio creando strumenti di calcolo, guide, report, corsi, curando gli approfondimenti tecnici. A breve ci saranno tante novità che porteranno ad un maggior numero di servizi e prodotti offerti, creati su misura sia dei tecnici che delle aziende.

TG: Che evoluzioni prevedi nelle tecniche di costruzione bio-sostenibile in Italia e nel mondo?

AUC: Non so se cambieranno le tecniche costruttive ma molto probabilmente – e lo spero – cambieranno le tecnologie, con maggiore attenzione al ciclo di vita dei materiali. Penso alle certificazioni ambientali degli edifici (LEED, Protocollo Itaca, BREEM) che spingono sempre più verso materiali attenti all’ambiente.

Le performance ambientali dei prodotti stanno diventando una questione fondamentale, motivo per cui le aziende si stanno preoccupando di studiare tecnologie e materiali sempre più rispettosi dell’ambiente. Un esempio è la mappatura dei prodotti green su Greenmap.it, un database italiano di prodotti per le costruzioni conformi ai requisiti dei crediti LEED.

Immagino un futuro nel quale si costruirà esclusivamente con i materiali del luogo, magari in autocostruzione. Utopia?

TG: Pensi che si possa intervenire a basso prezzo sulle progettazioni di nuovi edifici o sulle ristrutturazioni di vecchi? Ci sarà un futuro di greenbuilding anche per i poveri?

Il problema dei costi è tutt’ora aperto ed è necessario affrontarlo tutti insieme, progettisti e aziende. Il grenbuilding per chi ha pochi mezzi deve essere la priorità su cui lavorare già da oggi. Lo dice la nuova direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, 2010/31/CE (EPBD), che deve essere recepita dalla legislazione italiana. Introduce, oltre al concetto di edifici a energia quasi zero, anche il concetto di livelli ottimali dei costi per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici.

In poche parole la direttiva stabilisce una metodologia per cui occorrerà:

1 – Calcolare i costi degli interventi di miglioramento energetico basandosi su tutto il ciclo di vita dei materiali (così facendo si potrà valutare l’effettivo impatto ambientale);

2 – Definire una curva dei costi, la cui zona più bassa rappresenterà il livello economico ottimale;

3 – Definire i requisiti minimi energetici, corrispondenti alla zona della curva che offrirà i minor costi per l’utente finale.

TG: C’è attenzione da parte dei privati ma le pubbliche istituzioni latitano?

AUC: L’ultima analisi di Fondazione Impresa dimostra che l’interesse degli italiani verso gli interventi di riqualificazione energetica e più in generale ai temi ambientali, sta aumentando. Questo fa ben sperare per il futuro e mi auguro che sia una tendenza che crescerà sempre di più.

Credo comunque che il livello di interesse sull’opportunità di costruire e riqualificare green sia ancora basso. Parlo sulla base di mie esperienze nei confronti dei proprietari di immobili e sulle conversazioni che si instaurano tra gli iscritti al mio blog. La missione che mi sono imposto è di migliorare questo aspetto, cercando di sensibilizzare il più possibile le persone con l’aiuto della community.

Purtroppo le pubbliche istituzioni vanno a rilento, anche se qualcosa di buono ogni tanto esce fuori, come ad esempio la proroga fino al 31 dicembre 2012 degli incentivi statali del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Importante è anche il fornte di riduzione dei costi. In questo senso, l’autocostruzione e l’housing sociale sono sicuramente degli esempi da valorizzare.

TG: Che tipo di accorgimenti consigli per chi vorrebbe provare a rendere un pò più green la propria abitazione?

AUC: Partire dalle cose più semplici e apparentemente banali. Mi riferisco ad esempio a un uso e gestione consapevole del proprio sistema edificio-impianto. Bastano dei piccoli gesti. Un recente studio del New Buildings Institute dimostra che la manutenzione e il comportamento degli occupanti aumentano i consumi energetici degli edifici anche dell’80%.

A tal proposito voglio segnalare un pò di risorse interessanti: sia sulla gestione del consumo energetico della nostra casa, sia dei consigli sulla riqualificazione sostenibile:

  • Una scuola virtuale per imparare ad usare l’energia in maniera intelligente
  • Video lezioni online su come rendere i nostri consumi più ecologici
  • I vantaggi del green remodeling e alcuni consigli progettuali

TG: L’Italia fanalino di coda delle costruzioni eco rispetto ai paesi come Germania e Svizzera. Miglioreremo? Ci sono progetti, aziende, ricerche italiane competitive e all’avanguardia?

AUC: Credo che i principali Politecnici italiani non abbiano nulla da invidiare all’Europa in ambito di ricerca scientifica. Il problema è nella comunicazione tra ricerca, istituzioni pubbliche e aziende. Siamo di fronte al classico “problema italiano”, in cui regna menefreghismo, interessi personali e poca voglia di assumersi le proprie responsabilità (spero di sbagliarmi). Questa situazione, dove gli interessi personali e la paura del cambiamento la fanno da padrone, porta, di fatto, ad una situazione di stasi nello sviluppo di nuove tecnologie.

Anche se lentamente, l’innovazione tecnologica nel campo della sostenibilità ambientale e sociale in edilizia si sta comunque facendo strada. A questo proposito,voglio portare 2 esempi:

1) Med in Italy, la casa sostenibile per il Mediterraneo. Un team di professori e studenti di Architettura, Economia e Ingegneria dell’Università di Roma Tre  intende progettare una casa che affonda le sue radici nella tradizione del sud del Mediterraneo e nella sua cultura materiale, in un rapporto dialettico con la contemporaneità (ne abbiamo parlato anche noi di TuttoGreen in Sarà eco la casa del futuro e in Solar Decathlon 2012).

2) L’esempio degli ecovillaggi e co-housing, l’idea di una società basata sulla solidarietà, la cooperazione e l’ecologia: RIVE: Rete Italiana Villaggi Ecologici, Pescomaggiore EVA, autocostruito nel cratere sismico aquilano (sono di parte in quanto abruzzese…).

Ringraziamo Andrea Ursini Casalena per l’ottima spiegazione sulle opportunità ad oggi disponibili per costruire e progettare in un’ottica di eco-sostenibilità e risparmio energetico e per le indicazioni ed i suggerimenti che ci ha dato in una materia così importante e complessa. Qualcuno pensa di seguire la sua strada?

Se ti interessano altre opportunità lavorative legate al mondo dell’ecologia e della eco-sostenibilità, leggi qui:

Ultimo aggiornamento il 15 Maggio 2024 da Rossella Vignoli

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Un commento

  1. Pingback: Il greenbuilding italiano « Come pecore in mezzo ai lupi

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