Guanabana, vero miracolo anticancro o no?
Il guanábana, corossole o graviola, è un frutto tropicale dalle virtù antibatteriche e antidepressive. Viene utilizzato come integratore, ma anche sulla pelle. E c’è chi pensa che abbia delle importanti proprietà anticancro…
Sommario
Guanabana cos’è
La graviola è il frutto dell’annona muricata, che si caratterizza per una buccia puntuta color verde acido. Può arrivare a pesare 2 kg ed è originario delle Antille.
Oggi viene coltivato in tutta la fascia tropicale e sub-tropicale: dall’Asia meridionale all’Australia e dal Sudamerica alla Florida. Ma sono presenti delle piantagioni anche nella zona di Reggio Calabria.
La sua polpa è morbida e color giallino chiaro. In Colombia e Brasile viene utilizzata per realizzare smoothie rinfrescanti.
Le foglie, la corteccia e le radici dell’albero, invece, vengono utilizzati per realizzare diversi rimedi fitoterapici dalle proprietà antibatteriche, carminative ed insetticide.
Ma la corossole ha anche qualità astringenti, antispasmodiche ed ipotensive.
Guanabana proprietà
Le virtù del guanabana vennero esplorate già negli anni Quaranta del Novecento. Fu però solo nel 1976 che questo frutto acquisì importanza internazionale, grazie al National Cancer Institute. La graviola sembrava infatti avere un’efficacia curativa, puntuale e potente, sulle cellule tumorali.
A differenza della chemioterapia, sembrava in grado di colpire solo le cellule cancerogene. E sarebbe stato merito dell’acetogenina, che si trova nelle foglie del guanabana. Si presumeva che questa sostanza fosse in grado di riconoscere la composizione delle cellule maligne e di attaccare solo quelle. Senza quindi aggredire ed indebolire il sistema immunitario.
I risultati della ricerca non vennero purtroppo confermati da altri studi. Le virtù anticancro della graviola non sono finora state dimostrate da studi clinici. E l’acetogenina han mostrato la capacità di uccidere cellule tumorali in esperimenti molto preliminari, in laboratorio, causando però danni significativi al sistema nervoso, e provocando una particolare forma di Parkinson.
Tuttavia il guanabana è anche un antiossidante, antidepressivo e antibiotico, venduto sotto forma d’integratore. L’integratore può essere utilizzato per combattere febbre ed infezioni batteriche. È inoltre in grado di regolare gli sbalzi umorali e di curare dai vermi intestinali.
Ottimo anche come sedativo, sembra avere effetti positivi su reumatismi ed artrite. Viene utilizzato contro ipertensione, stress ed ansia, ma aiuta anche a tonificare il cuore. È utile per combattere i pidocchi e a riequilibrare la secrezione di sebo nella pelle grassa.
Guanabana dosi
Il preparato in polvere di foglie di guanabana si trova in erboristeria, e può essere assunto, sia in pastiglie che in cucchiaini, circa 15-20 minuti prima dei pasti. A seconda dello stato e della gravità della malattia, si possono moltiplicare i 500 mg per 2 e fino a 4 volte al giorno. Il guanabana può essere utilizzato anche a scopi preventivi, una volta al dì.
Sul mercato sono presenti anche gocce e capsule di guanabana, da assumere dopo i pasti a mò di integratore. Il costo è di 25-30 euro per una confezione da 500 grammi. Il dosaggio consigliato è di 3-4 compresse al giorno; i cicli curativi non devono mai superare i 30 giorni.
Guanabana controindicazioni
Essendo la graviola nota per le sue capacità ipotensive, è bene che chi soffre di pressione bassa, non ne faccia uso. Stesso discorso per le donne in gravidanza.
Per tutti gli altri, basta attenersi alle dosi indicate sulla confezione o dal proprio naturopata, per non incappare in effetti collaterali come nausea e vomito. Chi soffre di depressione ed è sotto psicofarmaci, dovrebbe consultare prima il proprio medico.
Come indicato anche sul sito dell’AIRC però, ciò che si sa finora dell’estratto di graviola è puramente preliminare, legato cioè solo a test di laboratorio in fase sperimentale. Anche se alcuni dati incoraggianti arrivano da colture in vitro effettuate su cellule maligne del pancreas, del fegato e della mammella.
Per ora, nessuna di queste ricerche è stata effettuata sul corpo umano né su pazienti malati. Pertanto a oggi, utilizzare l’estratto di guanabana come cura alternativa alla chemioterapia è decisamente inefficace e potrebbe comportare dei rischi sconosciuti.
In alcuni casi analizzati in Guadalupa, le acetogenine annonacee hanno causato danni significativi al sistema nervoso, come una particolare forma di Parkinson.
Altre informazioni sul guyabano si possono trovare qui e qui, da parte di fonti autorevoli come il Memorial Sloan Kettering Cancer Center e Cancer Research UK.
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Ultimo aggiornamento il 23 Ottobre 2017 da Rossella Vignoli
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