A ogni cibo la sua data di scadenza: ecco come orientarsi con facilità
Trovare un compromesso tra l’utilizzo di cibo scaduto e, all’estremo opposto, buttarlo in anticipo rispetto alla scadenza, è cosa importante, ma non sempre facile. Specialmente se la scelta riguarda i nostri figli o le persone molto anziane, che non sono attente alle date e alle indicazioni sulle confezioni.
Di seguito cerchiamo di darvi qualche consiglio sull’utilizzo di cibo in relazione alla sua data di scadenza, poiché in molti casi, gli alimenti possono essere consumati anche molto in là nel tempo. In altri casi, viceversa, devono essere consumati prima della scadenza.
Sommario
Bisogna comunque premettere che le indicazioni sulla data di scadenza sono valide solo se la catena del freddo viene rispettata correttamente. Per quanto riguarda gli alimenti conservati fuori dal frigo ed i surgelati, le etichette riportano il termine minimo di conservazione che in genere è variabile dai 3-6 mesi fino oltre ai 2 anni.
Successivamente, è ancora possibile consumare l’alimento, che però perderà in aroma e sapore (e in alcuni casi, parte delle proprietà nutritive).
Si tratta comunque di indicazioni molto utili non solo per la nostra salute, ma anche per contribuire a ridurre quegli inaccettabili sprechi alimentari endemici nella società del consumo.
Alimenti senza data di scadenza (“freschi”)
La carne lavorata a fettine sottili, gli hamburger, la carne tritata, il carpaccio, vanno consumate entro 24 ore dal confezionamento. Si può già notare che incominciano a diventare scuri dopo appena 12 ore anche se conservati in frigo.
La carne fresca, i tagli grossi e le parti intere invece possono durare nel comparto basso del frigo anche per 5-6 giorni. La carne confezionata in atmosfera protetta infine può conservarsi fino a 7-10 giorni.
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Alimenti con data di scadenza
Le insalata già pulite e tagliate in busta hanno un tempo di conservazione di 5-7 giorni se sono in frigorifero. Ma è comunque meglio consumarle entro uno o due giorni dall’acquisto.
Il latte fresco ha una data di scadenza ma può durare fino a 7 giorni e si può consumare anche 1-2 giorni dopo.
Lo yogurt e panna fresca possono essere utilizzati fino a 30 giorni e si possono consumare anche 6 giorni dopo, purché non rivelino evidenti segni di cagliatura.
Infine le uova hanno un tempo di conservazione medio di 28 giorni, ma se conservate in frigorifero possono essere anche utilizzate 2-3 giorni dopo, purché cotte.
VAI ALLA GUIDA: Etichetta data di scadenza e da consumarsi entro: cosa vuol dire veramente?
Alimenti “da consumarsi preferibilmente entro il”
Tutti quegli alimenti in scatola che recano la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il” in realtà esibiscono una data come forma di avvertimento. Infatti le loro proprietà organolettiche diminuiscono dopo la data fatidica, ma consumarli dopo un paio di mesi, certamente non ne altera sapore, colore e composizione.
Quindi, cibi come succhi di frutta (1 anno ma meglio non superare i 6 mesi), olio extravergine (12-18 mesi e al massimo 1 anno), caffè (16-24 mesi e massimo 1 anno), pasta di semola (24 mesi arrivando anche a 1-2 mesi dopo), conserve in scatola (2-3 anni ma anche 1-2 mesi dopo) e pesce surgelato (12 mesi ma anche 1-2 mesi dopo), non subiranno sostanziali alterazioni nel lungo periodo di conservazione perché sono già trattati per resistere al tempo e conservarsi senza deperire, a scapito – certo – del sapore e del contenuto vitaminico che invece è molto più alto e disponibile nell’alimento fresco!
Come si evince, la differenza tra una data di scadenza precisa e una “consigliata” sta nel fatto che nel primo caso il prodotto può essere consumato anche qualche giorno dopo, mentre nel secondo, anche se in alcuni casi è meglio consumarlo prima della scadenza suggerita, in linea di massima si può aspettare ancora un paio di mesi.
Dunque, occhio alle scadenze, sperando di avervi dato una giusta mano.
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Ultimo aggiornamento il 14 Aprile 2018 da Rossella Vignoli
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