I ricci e altri animali non vanno in letargo per il troppo caldo
Molti animali affrontano i rigori invernali andando in letargo, sia addormentano limitando le loro funzioni vitali al minimo,alcuni, come certe rane abbassano addirittura la temperatura corporea fino a 5°.
Hanno elaborato questa strategia per sopravvivere al freddo e alla penuria di cibo, e lo fanno diverse specie, sia mammiferi, che rettili ed insetti. Iniziano i preparativi a fine estate, approntando una tana sicura, strati di grasso corporeo, e provviste di cibo, perché alcuni come lo scoiattolo e il riccio, si svegliano ogni 10 giorni per mangiare.
Ma l’inverno troppo caldo che stiamo vivendo sta sconvolgendo la natura. E così, oltre ad incidere sulle colture, le temperature anormali stanno incidendo anche sugli equilibri degli animali.
Ne è un esempio il fatto che i ricci, così come altri mammiferi, non stiano andando in letargo. Questi, ed altri animali che normalmente entrano in un lungo riposo invernale, quest’anno pensano di vivere una lungo autunno e non si decidono a dormire.
A lanciare l’allarme è il Centro di recupero animali selvatici Matildico che si trova a Caverzana di San Polo d’Enza, sito a Reggio Emilia. La struttura si sta prendendo cura degli animali che vivono in zona, affinché riescano a sopravvivere alla stagione e alle sue anomalie.
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In genere i ricci vanno in letargo già ad ottobre, svegliandosi ogni due settimane per mangiare, per ridestarsi definitivamente a marzo, quando le temperature sono più miti. Invece in quest’inverno ‘caldo’ in letargo non ci sono affatto andati, continuando così a vagare in cerca di cibo, senza però ovviamente trovarlo. Il rischio è che sia una strage: il 70% di questi mammiferi non arriverà a vedere l’estate.
In realtà non è il primo inverno che accade questo fenomeno. Il centro Matildico attualmente ha in cura una sessantina di ricci in “letargo assistito”, ovvero nutriti e tenuti sotto osservazione. Tra loro anche molti cuccioli, che rischiano di più, ma saranno lasciati liberi, dopo averli abituati alla vita selvatica.
Lo sconvolgimento delle abitudini naturali non riguarda solo i ricci; anche molti ghiri non sono andati in letargo. Diverse specie di uccelli che svernano a Sud non sono migrati, mentre le zanzare ancora funestano le abitazioni del Sud Italia. E cosa dire dei parassiti tipicamente estivi, come zecche e pulci, che ancora infastidiscono gli animali?
Una stagione diversa, questa, in cui sono stravolti i ritmi secolari della natura; sarà la prima di lunghi anni caldi conseguenza del cambiamento climatico sempre più evidente o solo un anno eccezionale, terminato il quale tutto tornerà come sempre?
Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2018 da Rossella Vignoli
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