Ibrido e incrocio delle piante: cosa sono e quali differenze in giardinaggio
L’ibrido e l’incrocio sono prassi molto diffuse tra gli esperti di giardinaggio. Si possono fare incroci tra piante diverse o ibridare essenze vegetali simili che fioriscono nello stesso periodo. Queste pratiche vengono utilizzate sia per piante da fiore che da frutto e servono ad ottenere nuove specie. Ma vediamo di cosa si tratta e quali sono le differenze tra due queste tecniche.
Sommario
Ibridazione e incrocio: storia
Piante ibride: cosa sono
Dunque, l’ibrido è qualcosa che, in condizioni favorevoli, potrebbe crearsi anche a prescindere dall’intervento dell’uomo per un semplice principio di fecondazione reciproca tra specie diverse vicine. Dal punto di vista botanico, infatti, l’ibrido è il risultato di un incrocio pollini finalizzato ad ottenere un organismo con determinate peculiarità.
Se l’impollinazione ha avuto successo, si formerà una capsula contenente i semi della nuova pianta che potranno a loro volta essere incrociati con semi di piante simili o diverse.
In generale esistono due situazioni-tipo utili alla creazione di un ibrido: in presenza di fiore o in assenza di fiore.
Ibridazione in presenza di fiore
In questo caso il risultato sarà una pianta ibridata a partire da due specie diverse (F1), oppure da due piante della stessa specie, diverse solo per alcune caratteristiche. In tal senso le specie che si vogliono ibridare vengono coltivate per molto tempo in luoghi separati per evitare contaminazioni.
Semina dopo semina vengono selezionate due linee riproduttive ‘pure’ che servono ad isolare un determinato carattere genetico.
La maggior parte delle tecniche di ibridazione vegetale tra specie botaniche differenti, possono essere utilizzate per incrociare, ad esempio, piante di peperoncino, ibridare rose, orchidee e tanto altro ancora.
I semi prelevati dalle capsule fecondate vengono fatti germogliare in semenzaio. Dal loro sviluppo si otterranno le piantine ibride che potranno essere trapiantate in vaso o in piena terra non appena adulte. I semi prodotti successivamente dalla germinazione potranno essere utilizzati per nuovi incroci.
Anche se i semi delle piante ibride possono essere ripiantati più volte ottenendo piante di seconda generazione (F2). In tal cosa, però, non sarà possibile ottenere piante dai frutti o fiori identici a quelli di prima generazione.
Ibridazione senza fiore
In questo caso si procede generalmente con la tecnica dell’innesto. Leggermente più complicata dell’impollinazione artificiale, sopratutto per quel che concerne il fissaggio dell’innesto che avviene nella fase finale. Come sappiamo si tratta di una pratica di moltiplicazione delle piante di tipo agamico che consente di clonare la pianta madre. A differenza della semina, questa tecnica permette di riprodurre una varietà identica all’originale.
L’innesto più semplice si effettua tagliando un ramo da aggiungere al tronco della pianta che si vuole ibridare. I tagli devono essere eseguiti con molta precisione, solitamente seguendo una forma a zeta oppure in orizzontale.Per fissare il ramo al tronco si può utilizzare un cordino, assicurandosi che l’innesto rimanga ben saldo alla giuntura proprio nel punto centrale.
Nel punto in cui ciascuna pianta ha subito il taglio, si forma un callo cicatriziale, frutto della fusione tra le rispettive cellule. Questo processo può essere agevolato dall’utilizzo di un mastice per innesto o da un filo di rafia che tiene ben ferme e salde le due superfici.
Ultimo aggiornamento il 30 Maggio 2019 da Rossella Vignoli
Iscrivetevi alla newsletter di Tuttogreen.it per rimanere aggiornati sulle ultime novità.