Il 2015 è l’anno del suolo
Questo è l’anno del suolo in tutto il mondo, dedicato ad una risorsa sfruttatata e degradata, ma fondamentale per la produzione di cibo, la protezione dagli eventi climatici e la tutela degli ecosistemi naturali.
Le Nazioni Unite e la FAO hanno deciso di chiamare il 2015 l’anno del suolo. L’idea sarebbe quella di dare la giusta rilevanza ai terreni di tutto il Mondo, perché versano in una situazione di reale pericolo.
In tutto il Mondo infatti sono soggetti a terribili minacce come inquinamento, erosione, salinizzazione, ma anche sfruttamento eccessivo ai fini agricoli e di pascolo, tutti causati da pratiche insostenibili di gestione dei terreni.
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Sempre la FAO ha calcolato che il 33% della superficie mondiale è in qualche modo degradata. Se si pensa infatti, come sostiene Josè Graziano De Silva, direttore generale di FAO, che servirebbero circa 1.000 anni per ottenere de 1 a 3 centimetri di suolo nuovo, ben si comprende quale sia la situazione di pericolo per l’ambiente ed il sostentamento della popolazione mondiale.
Oltre ad essere fondamentali per la produzione di cibo per tutte le popolazioni, ma lo sono altrettanto per arginare e mitigare i cambiamenti climatici in corso, e danno un contributo sostanziale per il mantenimento di interi eco-sistemi, grazie alla biodiversità che si crea al loro interno – almeno un quarto di quella totale – dando anche vita al ciclo dell’anidride carbonica. Grazie alla possibilità di bilanciare gli effetti dell’inquinamento e degli eventi climatici catastrofici, i suoli sono una risorsa vitale e debbono essere salvaguardati.
Ecco perché proprio FAO, in collaborazione con le associazioni agricole e di agricoltura biologica di tutto il mondo, ha messo in piedi un piano strategico di 120 progetti e una Mappa Mondiale del Suolo, che serve a monitorare la situazione in vista di interventi strategici e mirati sulla gestione dei terreni.
Che sia la giusta strada per invertire la rotta?
In vista di un aumento della popolazione mondiale che richiederà un conseguente aumento della produzione alimentare del 60%, e stimando che nel 2050 il totale dei terreni produttivi diminuirà fino a un quarto rispetto al 1960, tutelare i suoli del Mondo è una sfida quanto mai importante per il benessere delle generazioni future.
Ultimo aggiornamento il 24 Gennaio 2018 da Rossella Vignoli
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