Il costo per la conservazione ambientale? Miliardi… ma meno degli interessi sul debito pubblico britannico
Un nuovo studio dell’Università di Sussex e pubblicato sulla rivista Science, riporta dati davvero interessanti sui costi che i Governi dovrebbero sostenere per salvaguardare la biodiversità e le specie in via di estinzione.
La ricerca, condotta dal biologo Jörn Scharlemann insieme ad un team internazionale di scienziati, ha stimato che la protezione delle specie a rischio comporterebbe miliardi di euro di esborso da parte delle Amministrazioni statali.
Si è valutato che per realizzare un adeguato piano di intervento sarebbe necessario investire almeno 2 miliardi e mezzo di euro per migliorare le condizioni degli animali, mentre ben 42 miliardi di euro annuali andrebbero per la gestione e conservazione degli eco-sistemi di rilevanza globale. Ma sarebbero ripagati dal beneficio economico, scientifico e sociale di vedere conservato il nostro prezioso patrimonio di biodiversità.
Non c’è dubbio che queste cifre siano davvero da capogiro ma in realtà sono inferiori del 20% rispetto alla sola spesa annuale sostenuta dai consumatori per l’acquisto di bevande analcoliche.
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Il dottor Scharlemann ha cercato di capire che tipo di risparmio si potrebbe potenzialemente ricavare dalle economie di scala. Proteggendo una singola specie si potrebbero avere delle ricadute positive anche sulle altre simili: per esempio, attraverso la creazione di aree protette, il controllo della presenza dei predatori ed un’adeguata informazione ed educazione a livello culturale.
Queste azioni impongono degli investimenti iniziali notevoli, ma il ritorno alla lunga produce benefici per tutti e non solo per la specie in questione ma anche per gli esseri umani. Uno gli effetti potrebbe essere l’attenuazione del cambiamento climatico ed il miglioramento del sistema d’impollinazione naturale delle coltivazioni.
Nello studio, che si intitola ‘Financial Costs of Meeting Two Global Biodiversity Conservation Targets: Current Spending and Unmet Needs‘, si parte dai dati disponibili sugli uccelli – sono la classe di organismi più conosciuta – per determinare una stima dei costi effettivi da sostenere per la conservazione di tutte le specie animali, compreso l’uomo!
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I precedenti piani di investimento per la protezione delle specie a rischio non hanno prodotto gli effetti sperati. In effetti c’è stata una costante diminuzione della biodiversità. Così nel 2010 gli attori impegnati nella Convenzione sulla Diversità Biologica hanno presentato un piano strategico di intervento, Aichi Target, molto ambizioso ma facilmente realizzabile nei suoi 20 sotto-obiettivi ed entro una cornice temporale che si chiuderebbe nel 2020.
I suoi costi al momento non sono stati stimati. Tuttavia lo studio indica che per la tutela e la conservazione a livello mondiale di tutte le specie a rischio, servirebbe l’equivalente degli interessi sul debito pubblico di una nazione come la Gran Bretagna, ovvero 43 miliardi di sterline (53 miliardi di euro).
Forse è questo il dato più interessante su cui potremmo davvero riflettere, che ne pensate?
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Ultimo aggiornamento il 15 Maggio 2024 da Rossella Vignoli
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