Il filosofo dei diritti animali, Tom Regan
Tom Regan, noto come filosofo dei diritti animali, è venuto a mancare all’età di 78 anni. Lascia un’eredità di libri e conferenze che hanno rivoluzionato il modo di pensare agli “altri” animali.
Le vicende umane dello statunitense Tom Regan sono significative per comprendere il percorso che l’ha portato a promuovere i diritti morali degli animali. Prima di intraprendere questa strada, infatti, non solo mangiava carne ma aveva anche lavorato in una macelleria. Solo dopo aver fatto l’esperienza diretta con il trattamento degli animali come merce inanimata, il giovane Regan inizia a riflettere e a mostrare consapevolezza sulla questione animalista.
Questa sorta di conversione lo porta a ergersi a paladino dei diritti animali diventando promotore filosofico di un movimento per la liberazione animale con il manifesto “The case for animal right” (tradotto in “Diritti Animali”).
Un’altra opera conosciuta è “Gabbie vuote”, in cui viene descritta la trasformazione a cui gli animali sono sottoposti dall’uomo: cibo, abbigliamento, spettacoli, sport, strumenti.
Un approccio basato sull’empatia
Secondo l’approccio sostenuto da Tom Regan, in quanto esseri senzienti gli altri animali sono da considerarsi soggetti di diritti morali per il valore intrinseco della loro vita. In questa prospettiva, quindi, viene messa da parte la discussione sul loro grado di razionalità, equiparando l’animale all’uomo in quanto in grado di percepire dolore e sofferenza e degno di vivere.
Le conseguenze di questo nuovo modo di pensare sono dirette ad un intero sistema produttivo centrato sullo sfruttamento degli animali. Pensare alla liberazione animale in termini di gabbie vuoto significa pertanto porre l’obiettivo di contrastare il mercato delle pellicce, degli allevamenti intensivi e le realtà della vivisezione.
Obiettivi ancora da realizzare compiutamente ma a cui l’impostazione filosofica di Tom Regan ha sicuramente spianato la strada.
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Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2017 da Rossella Vignoli
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