In Giappone coltivare lattuga in serra è una faccenda high-tech
Vicino a Fukushima coltivare lattuga in serra con il metodo idroponico è una cosa high-tech, i vantaggi sono una maggiore quantità prodotta e nessun consumo di suolo mentre va avanti il processo di risanamento del terreno e delle acque.
Arriva dal Giappone una nuova tecnica di coltivazione applicata ad uno degli ortaggi più utilizzati nelle nostre insalate: a Miyagi è stata allestita una serra, con coltivazione indoor, idroponica e con luci Led al posto del sole, in grado di produrre ogni giorno 10.000 cespi di lattuga.
A Miyagi, una delle città maggiormente colpite dal terremoto del 2011, la Mirai Group, specializzata in produzione agricola industriale, ha risanato una fabbrica abbandonata della Sony e ha sviluppato un sistema di coltivazione a bassissimo impatto energetico ed ambientale.
La serra, di 2.500 mq costituisce una vera e propria fabbrica di lattuga sviluppata su 18 griglie sistemate su 15 livelli. L’ortaggio è coltivato con tecnica idroponica (non vi è il suolo, le sostanze nutrienti vengono sciolte in acqua), la fotosintesi clorofilliana è favorita dalla presenza di 17.500 luci LED, i cicli circadiani (giorno-notte) vengono accelerati per incrementare la resa del raccolto (due volte e mezzo la velocità normale) e l’acqua viene riutilizzata in continuazione per nutrire le piante, compresa quella che evapora.
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Sentir parlare di una ‘fabbrica che produce lattuga’ potrebbe (e ragionevolmente) infastidire, in particolare, coloro che amano le tecniche tradizionali di agricoltura, tuttavia, è doveroso mettere in luce alcuni importanti aspetti.
La Prefettura in questione sta ancora affrontando il processo di risanamento del suolo e delle acque, in seguito ai danni causati dalle centrali nucleari di Fukushima, e una delle risposte a questo problema è la possibilità di produrre ortaggi evitando contaminazioni. La serra è stata progettata all’interno di una fabbrica dismessa, quindi, vi è il recupero edilizio: un intero stabile è stato riqualificato in modo ecosostenibile.
La coltivazione indoor, inoltre, consente di produrre una grande quantità di ortaggio impiegando pochissime risorse: l’acqua utilizzata è il 99% in meno rispetto a quella richiesta in un campo tradizionale; le luci LED consumano il 40% in meno delle lampadine a fluorescenza e durano di più; la qualità della lattuga scelta evita sprechi di cibo in quanto è quella a foglie (il 95% della pianta è commestibile) e non viene trattata con nessun tipo di pesticida.
L’idea che l’agricoltura del futuro sia nelle mani dell’high tech e dei robot non esprime proprio il senso di naturalità cui siamo abituati, tuttavia, a detta di chi promuove queste nuove tecniche, si ha la possibilità di rivalutare modi alternativi per affrontare la produzione agricola in terre inquinate e ottenendo una produzione abbondante e certamente più sostenibile di quella che prevede la terra ma utilizza i pesticidi ed i fertilizzanti chimici.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2018 da Rossella Vignoli
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